Ennio Morricone, la Vita e la Carriera di una leggenda

Si è spento all'età di 91 anni Ennio Morricone, uomo che ha fatto della sua passione per la musica un lavoro immortale

Ennio morricone
Sven-Sebastian Sajak Ennio Morricone (2015) in der Festhalle Frankfurt per Wikipedia
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Ne Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re, tra Pipino e Gandalf ha luogo un dialogo che ha come tema portante quello della morte. E lo Stregone Bianco afferma che la morte è soltanto un’altra via. Una frase che ben si sposa con la triste notizia della perdita di Ennio Morricone.

Un uomo che è stato in grado di dare alla musica un’anima e che, così facendo, ha cooperato a rendere alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema delle vere e proprie perle, che colpivano non solo per la grande resa tecnica, ma anche per l’impatto emotivo che le note di Morricone erano in grado di risvegliare nella coscienza del pubblico.

Per un uomo come Ennio Marricone, che ha dedicato alla sua arte un’intera esistenza, il concetto di morte è qualcosa di labile, quasi di scorretto. Le sue note, infatti, sono salite nell’olimpo dell’immortalità, in quella dimensione senza tempo e senza spazio dove è l’immaginario collettivo a far sopravvivere qualcosa che trascende la dimensione umana.

Ennio Morricone, l’amore per la musica e l’amicizia con Sergio Leone

Nato a Roma il 10 Novembre 1928, Ennio Morricone sembrava avere un destino diverso rispetto a quello che, ad oggi, lo ha reso uno dei più grandi artisti italiani e internazionali. Appassionato di calcio, sport che seguiva regolarmente, Ennio Morricone per un po’ inseguì il desiderio di diventare medico.

Ma ci sono decisioni che sono davvero in grado di cambiare la vita: figlio di un trombettista, Ennio Morricone decide di iscriversi al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma. È il momento epifanico che ogni storia insegue, quel preciso istante di rivelazione, quel colpo di scena che cambia le proverbiali carte in gioco.

Cresciuto circondato dalle note della tromba del padre, Ennio Morricone prende per mano la musica e da lei si lascia guidare tanto nella carriera come nella vita.

Tra il 1962 e il 1964 compone la colonna sonora di ben 19 film: è un artista instancabile, pieno di passione, che si getta con precisione e talento in una passione diventata mestiere.

Spesso utilizza lo pseudonimo Dan Savio, lo stesso che utilizzerà nel 1964 quando Sergio Leone lo sceglie per comporre la colonna sonora di Per un Pugno di Dollari, uno degli esempi più significativi della carriera di Morricone.

Quella con Sergio Leone è stata una delle collaborazioni più iconiche della carriera di Ennio Morricone: una collaborazione che affondava le proprie radici in tempi assai più lontani, lungo le linee del rione Trastevere di Roma, dove i due grandi artisti si conobbero sui banchi di scuola, quando entrambi frequentavano le elementari.

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Con Sergio Leone collaborò frequentemente, dando la propria impronta tanto allo spaghetti western quando al gangster movie di cui Leone era uno degli esponenti massimi. Tra gli altri, Ennio Morricone firmò le composizioni musicali di due capolavori come C’era una volta il West e C’era una volta in America, in cui la musica sembrava essere una protagonista aggiunta.

Ecco come Morricone ricordava la sua collaborazione con l’ex compagno di scuola: Avevamo fatto le elementari insieme. La prima volta che entrò a casa mia, chiedendomi la colonna sonora di Per un pugno di dollari, glielo ricordai ma non ci credeva. Allora gli mostrai la foto della terza elementare. Nacque subito un feeling. Tendevo a fargli sentire una monodia con accompagnamento, armonie essenziali. Di solito ci intendevamo, però poteva essere insicuro. Ascoltava i temi al pianoforte e poi, dopo una settimana, tornava con la moglie o altri familiari per risentirli. Voleva anche i temi scartati dai registi con cui avevo lavorato. Non hanno capito niente, diceva, li prendo io.

Le grandi collaborazioni: Pasolini, Bertolucci, Tarantino

Nel 1966 arrivò poi la collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che lo volle al proprio fianco per Uccellacci e Uccellini. A ricordare l’incontro fu proprio Ennio Morricone che raccontò: Arrivò da me per Uccellacci e uccellini, il film con Totò. Mi diede una lista di brani da inserire e io gli dissi: mi diverto ancora a scrivere la mia musica, è venuto dalla persona sbagliata! Poi mi lasciò libero di comporre. Abbiamo fatto insieme cinque film. Però voleva che ci mettessi, per questioni scaramantiche, una musica persistente. In Uccellacci e uccellini fu il tema di un’opera di Mozart, e lo inclusi eseguito da un’ocarina. Gli bastava che ci fosse. In Teorema, sempre per superstizione, volle il Requiem mozartiano e io ne misi una citazione nascosta nelle dissonanze.

Tra gli altri film realizzati per Pasolini ci sono anche Teorema e Il Decameron, ma la lista di grandi registi con cui Ennio Morricone ha lavorato è quasi infinita. Per Bernardo Bertolucci scrisse le musiche di Novecento, e si occupò della colonna sonora de La Leggenda del Pianista sull’oceano, il capolavoro tratto dalla piecé di Alessandro Baricco e portato sul grande schermo da Giuseppe Tornatore, dove la musica era davvero una protagonista aggiunta, un modo per il protagonista interpretato da Tim Roth per esprimere il suo mondo interiore, compresi i suoi desideri e le sue paure.

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Difficile ripercorrere pedissequamente tutta la carriera di un compositore a cui si devono le musiche di capolavori come Indagine su Un Cittadino al Di Sopra di Ogni Sospetto, La Classe Operaia va in Paradiso o Legami! di Pedro Almodovar. Sue le musiche anche di Vittime di Guerra di Brian De Palma o di Nuovo Cinema Paradiso, di Giuseppe Tornatore.

Tra gli ultimi lavori che il maestro ha regalato al suo pubblico c’è stato anche The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Il regista, da sempre amante ed estimatore dello Spaghetti Western, aveva finalmente l’occasione di lavorare con una colonna del genere che tanto lo aveva impressionato. E sebbene la collaborazione fu ostacolata anche da una barriera linguistica, il risultato è pressoché eccellente.

Sono più di 500 le colonne sonore di cui si è occupato Ennio Morricone, continuando però a rimanere sempre una persona umile e schiva, come dimostra anche il fatto di aver voluto funerali privati perché “non voglio disturbare”.

Ennio Morricone e Maria: una lunga storia d’amore

Ennio Morricone ha sempre affermato di essere una persona difficile da avere accanto, proprio per il lavoro che faceva. Un lavoro che lo portava a seguire orari rigidi e una disciplina quasi militare. Questo, però, non è mai importato alla moglie Maria Travia. I due si sono conosciuti negli anni ’50: il loro è stato un amore lento, misurato, che è arrivato al culmine nel 1956, quando sono convolati a nozze. Dalla coppia sono nati quattro figli e un rapporto che ha resistito più di sessant’anni.

A lei Ennio Morricone ha dedicato l’oscar vinto nel 2016. Durante la cerimonia di premiazione per la colonna sonora di The Hateful Eight, infatti, disse: Dedico questo film, questa musica e questa vittoria all’Oscar a mia moglie Maria.

Sempre a Maria, Ennio Morricone ha dedicato le linee più struggenti del necrologio, scritto di suo pugno, poco prima di morire in una clinica romana: A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio.

È così che se ne va Ennio Morricone, genio dall’animo schivo, grande maestro forgiato nella passione e nell’umiltà: un uomo che, senza dubbio, continuerà a vivere negli echi delle grandi composizioni che ha realizzato per il cinema e per alcuni dei più grandi brani della storia della musica italiana.

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