The Walking Dead: cosa non ha funzionato?

5 motivi che spiegano perché The Walking Dead è una serie mediocre.

the Walking dead
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Il 31 ottobre del 2010 usciva la prima puntata di The Walking Dead e tutti ne rimanemmo estremamente affascinati. Il tema dell’apocalisse zombie era già stato trattato a più riprese, sebbene mai declinato in una serie televisiva in grado di garantire uno sviluppo orizzontale sul lungo termine.

Con The Walking Dead, finalmente una serie tv si era presa in carico la responsabilità di portare sul piccolo schermo un genere di nicchia ma sempre molto amato dai fan.

Il 20 novembre 2022 è uscita l’ultima puntata e, purtroppo, si respira un sentimento generale di insoddisfazione verso quella che per molti è stata un’occasione mancata mentre per altri è stata una serie importante che si è  però profondamente persa
nel tempo, facendo cadere anche l’interesse dei suoi spettatori.

Cerchiamo di capire quali sono le ragioni per cui The Walking Dead non ha funzionato.

La ripetitività della trama di The Walking Dead

the walking dead

Questo, senza dubbio, è il problema principale che ha penalizzato The Walking Dead ma non bisogna fare l’errore di pensare che ciò sia dovuto esclusivamente all’eccessiva longevità della serie.

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Ovviamente, e questo vale per tutte le serie tv anche se ci sono molte piacevoli eccezioni, più si va avanti con le stagioni più è difficile garantire originalità, soprattutto se si arriva all’undicesima come nel caso che stiamo analizzando.

Nonostante ciò, il problema della ripetitività si è cominciato a notare in maniera evidente, e a tratti disturbante, già dalla quarta stagione in poi.

I sopravvissuti di turno riescono a fuggire dagli zombie, trovano e liberano un rifugio rendendolo sicuro e in esso cercano di creare una nuova vita con un nuovo equilibrio.

Ogni volta, puntualmente qualcosa va storto e di conseguenza i protagonisti si muovono verso una nuova meta, sempre con lo stesso schema che si ripete tante, troppe, volte.

Errata gestione delle tempistiche e mancanza di coraggio

stan lee, the walking dead

Come costatato nel punto precedente, l’avere a disposizione molte stagioni da coprire è sicuramente impegnativo ma non è necessariamente un difetto, il problema è il modo in cui viene impiegato il tempo a disposizione.

L’idea stessa di creare una serie tv a tema zombie sembrava vincente proprio per la possibilità di affrontare tante trame e tante situazioni sempre differenti, con tutto il tempo necessario per approfondirle anche nel più minuzioso dei dettagli.

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I creatori, invece, non hanno avuto abbastanza coraggio per inserire all’interno di una classica trama legata ad un’apocalisse zombie qualche plot twist imprevedibile che scuotesse lo spettatore.

Non stiamo dicendo che non ci siano svolte interessanti perché non sarebbe corretto: queste esistono e le possiamo vedere anche in stagioni più avanzate.

La stessa introduzione di Negan è stata di certo una ventata d’aria fresca essendo quest’ultimo un personaggio molto carismatico e funzionante.

Nonostante ciò, anche questa appare come un’occasione sprecata perché dopo un leggero risollevamento iniziale, anche in quel caso The Walking Dead è ricaduta nei problemi precedenti.