The Patient, Recensione della serie con Steve Carell

Ecco la nostra recensione di The Patient, nuova miniserie con protagonisti Steve Carell e Domhnall Gleeson

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Su Disney Plus è appena arrivata The Patient, nuova miniserie thriller con protagonisti Steve Carell e Domhnall Gleeson. Si tratta di uno show composto da 10 episodi nel quale il peso di tutta la narrazione grava sulle spalle dei due grandi interpreti protagonisti e che racconta una storia intima ma incredibilmente ansiogena. Dopo aver visto con piacere tutte le puntate siamo finalmente pronti a parlarvi di un prodotto che ci ha veramente convinto.

The Patient, il Trailer

The Patient: Cast

  • Steve Carell nei panni di Alan Strauss
    • Jackson Dollinger nei panni del giovane Alan Strauss
  • Domhnall Gleeson nei panni di Sam Fortner
  • Linda Emond 
  • Andrew Leeds nei panni di Ezra Strauss
  • Laura Niemi nei panni di Beth Strauss
  • Alan Blumenfeld nel ruolo di Chaim Benjamin
  • Alex Rich nei panni di Elias.
  • David Alan Grier nei panni di Charlie Addison,

The Patient: La Trama

Un serial killer con irrefrenabili impulsi ad uccidere decide di rapire il suo terapista per cercare di guarire e smetterla di far del male al prossimo. Lo porta dunque nel suo semintrrato, lo incatena al pavimento e i due iniziano un malatissimo percorso di psicoterapia nel quale il Dr Strauss farà di tutto per restare in vita e, allo stesso tempo, aiutare il giovane di fronte a lui. Nel tempo nel quale viene rinchiuso avrà modo di ripensare alla sua vita e al burrascoso rapporto con suo figlio Ezra.

The Patient: Recensione senza spoiler

Quando si crea una serie nella quale gran parte della narrazione avviene in una stanza con due attori che dialogano, è fondamentale scegliere gli interpreti perfetti per il ruolo. E questo è il primo, enorme merito di The Patient. Steve Carell e Domhnall Gleeson sono infatti oltre il perfetto, sono entrambi così tanto calati nella parte che sarà davvero impossibile da oggi in poi vederli con gli stessi occhi. Il primo, speso liquidato erroneamente come attore solamente comico, regala una performance vocale, ma soprattutto fisica, strepitosa. Il suo modo di parlare lento e compassato, il suo sguardo penetrante che scruta nell’anima di chi ha di fronte non potranno che fare breccia nel cuore di tutti coloro i quali almeno una volta nella vita hanno deciso di affidarsi alle cure di un terapeuta.

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Tuttavia Carell è fenomenale nell’inserire nel profondo dello sguardo del suo Alan Strauss anche un velo di paura, assolutamente immancabile quando sei in catene nella casa di un serial killer. Inoltre le sue movenze, la sua comunicazione non verbale, quasi ancor più importante delle parole, riesce perfettamente a rimandare allo spettatore i momenti nei quali cade in preda al panico o quelli in cui pensa di aver trovato la chiave per scardinare la complessa psiche di Sam.

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Dal canto suo Gleeson è chiamato a una parte davvero sfaccettata e dalle mille implicazioni. Lui è si un killer, ma è prima di tutto un ragazzo malato, con un’infanzia difficile contraddistinta dall’estrema violenza paterna e con un forte desidero di cambiare. L’attore deve dunque far viaggiare Sam sul filo sottile che danza tra momenti di apparente calma ma nei quali nei suoi occhi lampeggia comunque la follia omicida che mai lo abbandona a quelli nella quale perde totalmente il controllo a queli in cui la tristezza derivante dalla sua natura prende il sopravvento. Gleeson è semplicemente perfetto nel riuscire a capire in ogni scena quale sia la sezione dello spettro emotivo che prevale in quel momento in Sam e farlo esplodere al massimo delle sue capacità. Non ci sarà un solo momento in cui il suo sguardo non vi farà paura, ma non mancheranno i momenti nei quali proverete profonda pena per lui, dimenticandovi che è un serial killer.

The Patient gode inoltre di una sceneggiatura convincente. Tutte le varie “sessioni” di terapia tra i due sono credibili e perfettamente scritte. Questo perchè gli autori non hanno voluto crare personaggi che sfocassero nel supereroistico ma hanno lavorato sul crudo realismo. Da una parte Strauss, sebbene sia uno psicologo esperto e rinomato commette moltissimi errori, com’è giusto che sia. Primariamente perchè la psicoterapia ha bisogno di tempo e pazienza che Sam non vuole avere sperando di guarire subito. E secondariamente perchè il dottore non cerca solo di guarire il suo paziente, ma anche di salvarsi la vita. E questo lo porta a fornire consigli e indicazioni che portino Sam ad agire in questo senso. Dunque una terapia già di per sè difficile non potrà essere efficace se di mezzo c’è l’incolumità del terapista (cosa esplicitamente detta dallo stesso Strauss).

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D’altro canto anche Sam è un uomo tormenatato, con enormi problemi di socialità e di relazione col prossimo. E dunque quasi in ogni scena lo vediamo cambiare, contraddirsi, sbagliare e fare errori, sia come killer che come essere umano in generale. Tutto quello che vediamo in The Patient è incredibilmente vero, concetto elevato alla massima potenza nello splendido finale.

Davvero interessante inoltre l’ecamotage usato per inserire altri personaggi e un racconto del passato di Strauss. Nelle sue ore di prigionia il dottore infatti medita e immagina di parlare col suo vecchio terapista ormai morto o ripensa a vecchi momenti della sua complicata vita personale. Questi hanno forse troppo peso nella narrazione e troppi minuti vengono dedicati a raccontarci di cose che ai fini della vicenda non sono così importanti. Questo elemento, unito ad una regia davvero scolastica che non ha mai davvero un guizzo anche in scene al di fuor della stanza che avrebbero potuto elevare il livello del serie, sono forse gli unici difetti che sentiamo di trovare in questo The Patient.

In conclusione The Patient è una serie ben scritta, interpretata in modo magistrale e che vi terrà attaccati allo schermo in ogni scena provando ansia e pena non solo per il prigioiero ma anche per il suo carceriere. Provare per credere.

L’avete già vista? Che ne pensate? Ditecelo nei commenti.

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