Assassin’s Creed: Tutta la Storia di Ezio Auditore da Firenze

Abbiamo deciso di raccontarvi tutta la storia di Ezio Auditore da Firenze, il protagonista più amato della storia di Assassin's Creed

assassin's creed, ezio auditore
Condividi l'articolo

Assassin’s Creed è uno dei franchise videoludici più amati al mondo. Uscito sul mercato per la prima volta nel 2007, il gioiellino di casa Ubisoft ha portato le sue avventure in tantissimi momenti della storia differenti, portando sugli scaffali di tutto il mondo ben 20 giochi, tra serie canoniche e spin off.

Tuttavia se c’è un personaggio che è rimasto nel cuore di tutti, più di ogni altro, quello è sicuramente Ezio Auditore da Firenze, protagonista della seconda reincarnazione degli antenati di Desmond Miles.

Vuoi per l’ambientazione italica, vuoi perché fu il primo vero gioco a sfruttare le potenzialità che il suo antenato Altair aveva mostrato, Ezio è senza dubbio l’eroe più amato della storia del franchise Ubisoft.

Abbiamo deciso dunque di raccontarvi tutte le vicende storiche e i personaggi realmente esistiti con i quali il leader degli assassini fiorentini avrà a che fare (qui i dettagli sulla nuova serie Netflix di Assassin’s Creed).

Chi è Ezio Auditore?

Ezio Auditore nacque il 24 giugno 1459 da Maria Mozzi e Giovanni Auditore da Firenze. Fu il secondo di tre maschi della famiglia in quanto prima di lui vi era Federico e poi il piccolo Petruccio.

Vista la famiglia benestante, fino ai 17 anni di età, Ezio condusse una vita agiata durante le quali non disdegnava frequenti risse con Vieri de’ Pazzi, discendente della famiglia acerrima rivale degli Auditore. In giovane età prese lezioni in ambito economico da Giovanni Tornabuoni, probabilmente per prendere il controllo, un domani, delle proprietà di famiglia.

Lo sterminio degli Auditore

Il 28 dicembre del 1476, Ezio insieme a suo fratello Federico si trovò in una delle tante risse contro Vieri e i suoi ragazzi. Tuttavia, quella che sembrava una giornata come un altra, cambiò per sempre la sua vita.

Poco dopo lo scontro infatti, sia suo padre che i suoi fratelli scomparvero, mentre sua madre e sua sorella Claudia si nascosero. Il nostro protagonista venne a conoscenza dalla governante Annetta del fatto che i suoi famigliari erano stati portati via dalle guardie e rinchiusi a Palazzo della Signoria.

Giunto sul posto, riuscì a parlare con suo padre che gli chiese di trovare un baule nascosto in casa, nel quale era nascosta una lettera che, consegnata a Uberto Alberti il Gonfaloniere, colui il quale presiedeva il processo, gli avrebbe salvato la vita.

Ezio trovò il baule dove trovò la veste e le armi da Assassino, ordine del quale Giovanni faceva parte in segreto, e consegnò la lettera al Gonfaloniere.

Tuttavia Uberto, in combutta coi Templari, acerrimi nemici degli Assassini, finse di non aver mai ricevuto alcuna prova e condannò a morte i parenti di Ezio che non poté far altro che assistere all’impiccagione.

Desideroso di vendetta, si affidò alla sorella di Annetta, Paola, anche lei Assassina. La donna insegnò ad Ezio ad utilizzare le armi del padre e sfruttare le tecniche tipiche del suo culto.

Infine lo mise in contatto con Leonardo Da Vinci, un mastro artigiano che riparò la lama celata di Ezio, trovata nel baule nascosto del padre insieme ad una pagina del codice degli Assassini.

Le prime missioni

La prima missione da Assassino di Ezio fu, ovviamente, uccidere Uberto Alberti il Gonfaloniere. La missione venne compiuta alla mostra del Verrocchio, nel chiostro di Santa Croce. Dal corpo di Uberto, Ezio prelevò i documenti che avrebbero salvato la vita ai suoi familiari oltre che a quelli che mostravano la malafede del Gonfaloniere.

Dopo questo gesto, Ezio divenne l’uomo più ricercato di Firenze e decise quindi di condurre sua madre al sicuro in Spagna, dopo essersi fermato però a Monteriggioni, piccolo borgo toscano dove è situata la maestosa tenuta della famiglia Auditore. Nel tragitto, i due subirono un’imboscata organizzata dai Pazzi, salvo venire salvati dallo Zio di Ezio, Mario.

Quest’ultimo informò Ezio dell’esistenza degli Assassini, tentando di coinvolgere anche il nipote nell’Ordine. Dopo il rifiuto del ragazzo, Mario lasciò furioso Monteriggioni dirigendosi a San Gimignano, città nella quale risiedeva Vieri de’ Pazzi, nella speranza di diminuire i continui attacchi a Monteriggioni.

Preso dai sensi di colpa Ezio tornò sulla sua decisione unendosi quindi a Mario e ai suoi mercenari nell’assalto, aspettando la notte per attaccare.

Ezio, insediatosi in città, osservò un incontro tra Rodrigo Borgia, Jacopo de’ Pazzi, Francesco de’ Pazzi e Vieri. Quando Mario attaccò, Ezio ne approfittò per scontrarsi direttamente con Vieri sulle mura della città, riuscendo, finalmente ad ucciderlo dopo un lungo duello.

La Volpe e Lorenzo Il Magnifico

Il 25 aprile del 1478, Ezio tornò a Firenze per raccogliere informazioni da La Volpe. Si tratta di un assassino misterioso, leader della Gilda dei Ladri fiorentina, il cui vero nome era Gilberto e del quale si sa davvero pochissimo. Si tratta di uno dei pochi personaggi di questo capitolo di Assassin’s Creed che sembra non essere mai esistito.

LEGGI ANCHE:  Assassin's Creed Codename Red: il protagonista potrebbe essere un samurai nero

Attraverso le informazioni ricevute da questo misterioso individuo, Ezio tentò di sventare la presa di potere dei Pazzi, la cui congiura prevedeva la morte di Lorenzo e di suo fratello Giuliano de’ Medici.

Ezio riuscì ad impedire l’uccisione di Lorenzo, ma non di Giuliano, salvandolo da Francesco de’ Pazzi e dai soldati Templari.

Dopo aver scortato Lorenzo al sicuro, Ezio apprese da Poliziano che Francesco de’ Pazzi aveva attaccato Palazzo della Signoria. Mentre le truppe dei Pazzi e quelle dei Medici combattevano per le strade, Ezio inseguì e uccise Francesco, mentre gli altri cospiratori fuggirono.

Ezio riuscì, con l’aiuto dei mercenari dello zio, a trovare nelle campagne toscane, e ad uccidere, Antonio Maffei da VolterraStefano da BagnoneBernardo Baroncelli e Francesco Salviati, che gli rivelarono il nascondiglio di Jacopo de’ Pazzi.

Una volta scovato l’avversario in un antico teatro, Ezio spiò il suo incontro con Rodrigo Borgia e un mercante veneziano, Emilio Barbarigo. Dopo aver pugnalato Jacopo per il suo fallimento della congiura ai danni dei Medici, il Borgia fece catturare Ezio, la cui presenza era nota al nobile spagnolo. Tuttavia il fiorentino riuscì a liberarsi e a dare il colpo di grazia a Jacopo.

Venezia

Ezio tornò dunque dal Magnifico nel 1480, annunciandogli il suo successo e mostrandogli le prove dell’innocenza della sua famiglia. Prima di partire per andare Venezia, dove si era recato anche Leonardo, Lorenzo gli diede in regalo la Cappa medicea, oggetto che gli garantiva l’indulgenza delle guardie fiorentine.

Ezio si incontrò col Da Vinci in un porto in Romagna, a Forlì, dal quale stavano partendo per Venezia, ma Ezio si trovò sprovvisto di lasciapassare. Il fiorentino riuscì comunque a partire grazie all’intervento di Caterina Sforza, salvata dall’Assassino mentre si trovava intrappolata su uno scoglio e con la quale intraprese anche una relazione amorosa.

Una volta arrivati a Venezia, Ezio e Leonardo vennero accolti dal facchino Alvise da Vilandino, che li accompagnò a fare un giro in città. Arrivati alla nuova bottega di Leonardo, Ezio si recò a Palazzo della Seta, tentando di escogitare un piano per uccidere Emilio Barbarigo.

Lì una ragazza di nome Rosa venne colpita da un arciere, salvata però da Ezio che, insieme al ladro Ugo, la condusse in salvo alla Gilda dei Ladri di Venezia. Qui il rampollo di casa Auditore conobbe il capo Antonio che lo aiutò a pianificare l’uccisione del Barbarigo, assassinato ben 4 anni dopo a Palazzo della Seta.

Durante l’atto, Ezio origliò un discorso tra Emilio e un funzionario del governo, Carlo Grimaldi, membro del Consiglio dei X. Pedinando quest’ultimo fino all’incontro dei Templari del giorno dopo, Ezio scoprì qui che era loro intenzione di avvelenare  il doge Giovanni Mocenigo con della cantarella, una variante dell’arsenico.

Il fiorentino riuscì a entrare quindi a Palazzo Ducale utilizzando la macchina volante ideata da Leonardo e sfruttando dei falò accesi dai ladri di Antonio in tutta Venezia. Ezio arrivò però troppo tardi in quanto il doge era già stato avvelenato.

Riuscì comunque a raggiungere Carlo, che stava urlando a tutti che il suo avversario aveva ucciso il Doge, e ad eliminarlo. Questo però non impedì al fiorentino di divenire l’uomo più ricercato di Venezia.

La pistola celata

Nel febbraio del 1486, Ezio tornò da Leonardo per chiedergli una maschera carnevalesca tipica veneziana e chiedendogli di creare la pistola celata, nascosta nella pagina del Codice di Carlo.

Nel frattempo a Venezia si era insediato un Doge templare, Marco Barbarigo. Ezio dunque incontrò Antonio al bordello di Sorella Teodora, La Rosa della Virtù, per capire come uccidere il nuovo sovrano della Serenissima.

I due, insieme a Leonardo, capirono che l’unico modo possibile era quello di vincere una maschera d’oro nei giochi di Carnevale per entrare al ballo privato del doge.

Nonostante la vittoria di Ezio, i giudici corrotti assegnarono il premio a Dante Moro, guardia del corpo di Marco e di Silvio Barbarigo che però venne derubato della maschera dal fiorentino che una volta entrato al ballo, uccise Marco con la nuova arma. 

In seguito rintracciò Silvio Barbarigo e Dante Moro, che avevano occupato l’Arsenale, un antico complesso di cantieri navali e officine, con un esercito di mercenari.

Ezio cercò l’aiuto dunque del generale Bartolomeo d’Alviano, che nel frattempo era stato catturato da Silvio, per mettere insieme un gruppo di soldati che lo aiutassero.

Dopo aver localizzato e liberato Bartolomeo e i suoi soldati, tutti insieme lavorarono all’uccisione di Silvio e Dante.

I Frutti dell’Eden di Assassin’s Creed

Queste morti convinsero Borgia ad uscire allo scoperto. Ezio scoprì che il Gran Maestro cercava due Frutti dell’Eden, la Mela e il Bastone. Questi sarebbero serviti per aprire una cripta nascosta in Italia che solo il Profeta, un prescelto annunciato dalle antiche scritture, avrebbe potuto aprire.

LEGGI ANCHE:  Assassin's Creed aiuterà a ricostruire Notre Dame?

Ezio recuperò la Mela dalle mani de Templari, che l’avevano trasportata da Cipro. Qui venne raggiunto da tutti i suoi alleati, che misero in fuga Rodrigo Borgia e svelarono la verità all’erede degli Auditore.

Mario, Volpe, Paola, Antonio, Teodora e Bartolomeo erano infatti Assassini che avevano addestrato Ezio per prepararlo a divenire il Profeta e guidarli alla cripta dei Precursori.

Negli anni successivi Ezio liberò Firenze dalla tirannia di Savonarola che uccise anche Cristina, primo e immortale amore del protagonista. Inoltre si impegnò a rafforzare la sua alleanza con Caterina Sforza, aiutandola a riconquistare Forlì dall’assedio dei fratelli Orsini.

Roma

Siamo finalmente giunti ad uno dei punti che hanno reso immortale questi capitoli di Assassin’s Creed: Roma.

Ezio giunse alla città Eterna nel 1499 quando, dopo aver decifrato tutte le pagine del Codice, scoprì che la Cripta si trovava nei sotterranei del Vaticano. Nel frattempo Rodrigo Borgia, appropriatosi del Bastone dell’Eden, era divenuto Papa col nome di Alessandro VI ed ingaggiò una furiosa battaglia col nostro protagonista nella Cappella Sistina.

Dopo aver sconfitto lo Spagnolo, che fuggì, Ezio utilizzò i due manufatti per aprire la Cripta e parlare con la proiezione di un essere chiamato Minerva. Ella riuscì a far arrivare a Desmond Miles una parte di un messaggio che avrebbe dovuto salvare l’Umanità dal cataclisma che sterminò i Precursori.

Dopo questa fatica Ezio tornò a Monteriggioni per godersi il meritato riposo a Villa Auditore. Le truppe dei Borgia però lo trovarono e presero d’assedio il borgo nel 1500. Il figlio di Rodrigo, il generale Cesare Borgia, uccise Mario Auditore e rubò la Mela dell’Eden.

Ezio fu tratto in salvo per miracolo dall’Assassino Niccolò Machiavelli. Il nostro protagonista, dopo aver perso Villa Auditore, si stabilì a Roma, dove lavorò duramente per recuperare la Mela dalle mani di Borgia.

Ezio capì che aveva bisogno di alleati. Per questo reclutò i cittadini più deboli e oppressi dai Templari, accogliendoli nella nuova Confraternita di cui divenne il Mentore.

Grazie alla sua guida, la Confraternita di Roma crebbe e si allargò a macchia d’olio, fornendo la forza necessaria ad Ezio per eliminare tutti gli alleati di Cesare Borgia, arrestare lo spagnolo e recuperare la Mela.

Borgia poco tempo dopo evase e si rifugiò a Navarro, in Spagna dove Ezio lo seguì guidando i suoi uomini e uccidendolo una volta per tutte.

Nel 1507, infine, il fiorentino seppellì la Mela in una cripta situata nei sotterranei del Colosseo.

Costantinopoli

Siamo oramai quasi alla fine di questo capitolo di Assassin’s Creed. Siamo nel 1514, Ezio è oramai un uomo maturo e col volto segnato da anni e anni di battaglie.

Ritiratosi dalle missioni, il fiorentino giunse a Masyaf, città nella quale era situata la roccaforte del primo, leggendario protagonista della saga di Assassin’s Creed, Altair.

La città era oramai divenuta un covo dominato dai templari che volevano trovare la cripta nella quale il primo Assassino aveva nascosto le sue conoscenze.

Ezio scoprì che per accedere a quel luogo mistico, aveva bisogno di recuperare 5 chiavi. Questo lo condusse a Costantinopoli, sede di una delle più grandi Confraternite al mondo.

Guidato dal Maestro Yusuf, il fiorentino incontrò prima il principe Solimano e poi Sofia Sartor, una donna della quale Ezio si infatuò immediatamente.

Grazie a loro, Ezio sventò i tradimenti di Ahmet, lo zio di Solimano che mirava ad appropriarsi del trono, e conobbe la vera storia di Altair grazie alle memorie impresse nelle Chiavi di Masyaf che nel frattempo aveva raccolto.

Quando vide la salma dell’antico Assassino siriano nella Cripta, Ezio entrò in contatto con Giove, e comprese il suo ruolo nella storia: proprio come Altair, doveva trasmettere il messaggio dei Precursori a Desmond Miles, il vero profeta che avrebbe salvato l’umanità.

La morte di Ezio Auditore

La fine di questo intramontabile capitolo di Assassin’s Creed arrivò nel 1524 quando Ezio morì seduto nel mercato della sua Firenze a causa di un attacco di cuore. Prima di abbandonare questo mondo, lasciò  il comando della Confraternita a Ludovico Ariosto ed ebbe da Sofia due figli: Flavia e Marcello.

Qualche anno prima decise di addestrare una giovane Assassina cinese, Shao Jun, fuggita dalla sua terra dopo il colpo di stato attuato delle Otto Tigri, i templari orientali. La giovane viaggiò in cerca del leggendario assassino per essere addestrata e potersi vendicare.

Quando fu pronta, eliminò alcuni sicari che erano sulle sue tracce e tornò a casa.

Che ne pensate? Qual è il vostro capitolo preferito di Assassin’s Creed? Fatecelo sapere nei commenti.

Leggi anche:

Continua a seguirci su La Scimmia Gioca, La Scimmia Fa!