Piccole Donne, la Recensione del film di Greta Gerwig

Le sorelle March tornano al cinema per la settima volta. Vediamo come sono le Piccole Donne di Greta Gerwig.

Piccole Donne
Emma Watson, Saoirse Ronan, Florence Pugh ed Eliza Scanlen nei panni delle protagoniste di Piccole Donne (Meg, Jo, Amy, Beth).
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Avevamo davvero bisogno dell’ennesimo adattamento cinematografico di Piccole Donne?

Se il film in questione è firmato da Greta Gerwig, sì! L’ultima opera della giovane regista, fidanzata e musa del celebre regista Noah Baumbach, è il settimo adattamento di Piccole Donne, classico della letteratura ottocentesca, della scrittrice Louisa May Alcott. Proprio mentre il compagno Baumbach viene sommerso dagli elogi per il suo Marriage Story, la regista ci dà la sua versione di una storia senza tempo, che non ha mai smesso di parlare al nostro presente e, grazie all’audace scrittura e regia della Gerwig, rivive nei colori vivaci, nei magici paesaggi e nei romantici costumi del film.

Una storia universale per un film estremamente personale

Piccole Donne
La regista Greta Gerwig con la sua protagonista Jo, interpretata da Saoirse Ronan.

Dietro a un simile successo (il film è stato nominato persino a miglior film) c’è uno speciale attaccamento della regista alla storia delle quattro sorelle March: «È il film della mia vita, quello più autobiografico. Come il libro è stato quello della mia vita: non so neppure quante volte l’ho letto e riletto». In particolare, come è accaduto ai milioni di lettori che hanno amato il libro, Greta si rivede nel personaggio di Jo, eroina moderna in una società patriarcale e chiusa. Jo è una donna libera che non è disposta a rinunciare alla sua libertà per un «qualsiasi uomo mortale» e così, mentre le sorelle si adoperano a cercare marito, lei lotta per farsi strada nel mondo maschilista dell’editoria e vedere pubblicato il suo libro.

Nella versione originale della Alcott, Jo era il doppio dell’autrice, dando alla storia anche una trama metanarrativa oltre che autobiografica. Tutte le difficoltà legate alla scrittura di un’opera personale e alla consegna di questa al mondo, rivivono infatti nella storia di Jo. È per questo che, quasi due secoli più tardi, la storia non perde la sua forza. «Ho pensato: “È una storia perfetta per essere raccontata oggi”. Gli argomenti che ci ho ritrovato dentro sono gli stessi al centro delle mie conversazioni: l’ambizione, l’autorealizzazione.» ha detto la Gerwig, la quale si sente vicina soprattutto a Jo. «Entrambe volevamo scrivere, tutte e due abbiamo un carattere difficile. Lei ama profondamente la sua famiglia, e anch’io sono molto protettiva nei confronti delle persone che amo. Jo mi ha dato il permesso di essere ambiziosa».

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Un remake dal sapore autoriale.

In un momento storico critico per il cinema, in cui Hollywood viene attaccata da più fronti per la scarsità di idee nuove e l’altissimo numero di remake prodotti, il film di Greta Gerwig, si eleva dall’etichetta di remake, diventando un’opera autoriale, intima e personale. La potenza della storia infatti, le ha permesso di lasciarsi andare a una regia coraggiosa e matura, ma anche di prendersi qualche libertà in fase di scrittura della sceneggiatura. Non tutti hanno apprezzato i cambiamenti operati sul soggetto ma, al di là delle differenze di trama, la linea narrativa adottata dalla Gerwig, funziona benissimo. Alla linearità del libro della Alcott, Greta contrappone un ordine temporale spezzato.

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Tre delle sorelle March in una scena di Piccole Donne.

In apertura non troviamo il celebre incipit del libro («”Natale non è Natale senza regali”, si lamentò Jo, sdraiata sulla coperta.»). Il film inizia invece, con una Jo adulta, che fa la scrittrice e l’insegnante a New York. A questo filone narrativo si alterna quello dei ricordi di Jo, quando scriveva per le sue sorelle scenette teatrali, si prendeva curava della piccola Beth e aspettava con ansia il ritorno del padre dal fronte. Fin da subito appare evidente la centralità del personaggio di Jo, ancora più enfatizzata in questa versione dell’opera. L’alternanza tra presente/passato di Jo è esaltata da un montaggio armonico e stilisticamente ineccepibile.

Un’estetica sublime per delle Piccole donne “stellari”.

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«Non c’è nulla di piccolo o dimesso nel nuovo, ricco, caloroso e vivacemente popolato tributo di Greta Gerwig al classico romanzo scritto da Louisa May Alcott». Dalla fotografia ai costumi, dalla scenografia al cast, tutto contribuisce a rendere questo film un successo. La fotografia è curata nei minimi dettagli ed esalta la ricchezza dei costumi, sempre impeccabili e adatti ai personaggi, e la bellezza delle ambientazioni, anche queste scelte e disposte con una cura maniacale. A dare volto a queste “Piccole donne moderne”, ci sono alcune attrici di successo, accompagnate da un cast di attori non protagonisti, stellare.

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Saoirse Ronan, qui nei panni di Jo, aveva già lavorato con la regista in Lady Bird, ottenendo apprezzamenti e premi da più parti. La sorella maggiore, Meg March, è Emma Watson che, con la sua celebrità, ha contribuito a dare una certa risonanza al film. Tuttavia, la sua performance è deludente e un po’ spenta rispetto a quella delle altre. Le sorelle minori sono interpretate invece da Florence Pugh (Amy) candidata agli Oscar come Miglior Attrice non protagonista, e Eliza Scanlen (Beth), con un ruolo minore ma molto commovente.

A tenere insieme la famiglia è la dolcissima Marmee March, madre affettuosa e forte, interpretata da Laura Dern; l’attrice già sotto i riflettori per la vittoria del Golden Globe come Miglior attrice non protagonista, proprio grazie al film del compagno della Gerwig, Marriage Story. Un po’ fiacca invece la performance della pluripremiata Meryl Streep, forse anche a causa del ruolo assegnatole (Zia March). Infine, in questo film quasi tutto al femminile, troviamo anche dei personaggi maschili, secondari ma ugualmente riusciti. In primis l’attore del momento, Thimotheé Chalamet, che conferma la sua bravura in un ruolo simile a quello già interpretato per Allen.

In attesa di scoprire come verrà valutato Piccole Donne dall’Academy, continuate a seguirci su Lascimmiapensa.com per restare sempre aggiornati!