Alan Moore, una storia amara: la figlia rivela perché non scrive più fumetti

Si torna a parlare di Alan Moore, papà di Watchmen e altri capolavori come V per Vendetta e From Hell. Ecco la sua amara storia che lo ha portato ad allontanarsi dal mondo del fumetto

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Alan Moore foto: Gaius Cornelius
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Si torna a parlare di Alan Moore, papà di Watchmen e altri capolavori come V per Vendetta

Questa volta a far parlare di Alan Moore non è lo stesso autore ma la figlia Leah.

Il sito americano “Bleeding Cool” ha raccolto i pensieri di Leah, che come il padre scrive fumetti, e li ha messi insieme pubblicandoli in un articolo, di cui vi riportiamo i punti salienti.

Recentemente Alan Moore ha detto che sarebbe tornato a votare e ha invitato tutti a farlo. Questo secondo la figlia è passato inosservato, perché la gente ha dato più importanza al fatto che l’autore di Watchmen non legge i fumetti di oggi o non veda cinecomic. E questo le è dispiaciuto parecchio.

Poi presenta il padre come un uomo che ha amato tantissimo i fumetti, tant’è che ha lasciato il suo primo lavoro da operaio per gettarsi nella follia (per quei tempi lo era) di scrivere fumetti abbandonando un lavoro sicuro. La figlia dice che ha ancora a casa la collezione dei fumetti Marvel del padre e che questi sono quasi sbrindellati per quante volte suo padre li ha letti. Inoltre, dice che Alan Moore era sempre pronto a comprare fumetti usati in ogni dove. Jack Kirby e Steve Ditko erano i suoi idoli.

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Negli anni ’80 ha portato per primo il concetto di ecologia e la politica nei fumetti. Ha scritto 1963 come lettera d’amore al mondo dei supereroi.

Il vecchio pazzo

Leah ricorda che il padre ha sempre odiato i despoti corrotti, quelli che governavano e che nelle opere a fumetti ci vedevano solo un modo di fare business. In più, dice che il padre di lamentava di vivere in un ambiente in cui tutti cercavano di rubare idee e di spodestare altri, come successe a Jack Kirby. Alan Moore invece ha sempre adempiuto ai suoi obblighi verso i suoi colleghi. A rafforzare questo stato delle cose ci sono le parole del grande autore, che  ha dichiarato di aver chiuso i rapporti con il collega di una vita David Gibbons: “È stato per via del mercato che un po’ di tempo fa ho avuto la mia ultima conversazione con Dave Gibbons – preciso che con ultima intendo dire finale, benché sia piuttosto recente, il che è una vergogna. Non sento di avere alcun amico nell’industria del fumetto, certamente nessuno che mi piacerebbe inseguire”.

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Ritornando a Leah Moore, la figlia d’arte conclude dicendo che suo padre non odia i supereroi come molti hanno scritto. Non gli va giù che lo abbiano liquidato come un “vecchio pazzo” e poi pone una domanda: vi immaginate se Alan Morre avesse continuato a lavorare in questi ultimi decenni continuando a fare le sue storie? Cosa potremmo avere tra le mani?

Qui sotto Leah con il padre:

 

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