Mindhunter, Britton e disagi dell’interpretare Kemper

Parlando con Vulture nel 2018, Cameron Britton ha parlato dei disagi che gli ha portato interpretare Ed Kemper in Mindhunter

mindhunter, ed kemper
Condividi l'articolo

Mindhunter è una delle serie migliori mai prodotte da Netflix. Nell’arco delle due stagioni arrivate sulla piattaforma, lo show ci porta dentro la psiche di alcuni dei più efferati assassini della storia. Tra questi c’è anche Ed Kemper che uccise otto persone, inclusa sua madre, tra il 1972 e il 1973. Molti dei suoi omicidi includevano necrofilia, decapitazione e smembramento, e in seguito fu condannato a otto ergastoli simultanei. In Mindhunter è stato interpretato in modo eccelso da Cameron Britton che, tuttavia, ha subito serie conseguenze da questo lavoro:

Sono stato nella testa di quel tizio per nove mesi – ha detto a Vulture nel 2018. Onestamente, mi piace così tanto recitare che quando mi esibisco vengono rilasciate endorfine. Eppure utilizzo molti pensieri oscuri per arrivare dove devo andare, quindi i pensieri oscuri diventano sinonimo di endorfine. Così il mio corpo, proprio in stile pavloviano, inizia a fare pensieri più oscuri anche quando non sto recitando.

Britton ha continuato ricordando un incontro con sua madre che lo ha lasciato “in lacrime” dopo aver scoperto che stava pensando di ucciderla.

LEGGI ANCHE:  Mindhunter, ecco quando vedremo la seconda stagione su Netflix

Quando se n’è andata ero in lacrime, lei se n’è andata e le ho detto: “ciao mamma, che bello vederti”. La porta si è chiusa e ho pensato… non ero io a voler ferire mia madre, ma il personaggio che semplicemente non sopporta sua madre.

Mindhunter è stato un successo tra gli spettatori di Netflix, ma non è mai stato rinnovato per una terza stagione. Lo scorso febbraio infatti David Fincher, la mente dietro alla serie, parlando col giornale francese Le Journal Du Dimanche, ha spento le speranze dei fan dicendo:

Sono molto orgoglioso delle prime due stagioni – aveva detto. Ma è uno show molto costoso e, agli occhi di Netflix, non abbiamo attirato un pubblico sufficiente per giustificare l’investimento. Non li biasimo, hanno corso dei rischi per portare avanti la serie, mi hanno dato i mezzi per realizzare ‘Mank’ come volevo e mi hanno permesso di avventurarmi su nuove strade con ‘The Killer’. È un’opportunità per lavorare con persone capaci di osare. Il giorno in cui i nostri desideri non saranno più gli stessi, dovremo essere onesti e separare le nostre strade.

Che ne pensate?

LEGGI ANCHE:  Mindhunter: David Fincher svela come dovrebbe finire la serie

Seguiteci su LaScimmiaPensa