Daft Punk: Thomas Bangalter rivela la ragione dello scioglimento

Daft Punk
I Daft Punk in Electroma, 2006
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Thomas Bangalter spiega finalmente perché, dopo quasi trent’anni, i Daft Punk si sono sciolti. E sì, c’entrano le I.A.

Ce lo siamo domandato tutti: perché i Daft Punk si sono sciolti? Dopo quasi dieci anni di semi-inattività, senza nuovi album dopo la pubblicazione del blockbuster nostalgico Random Access Memories, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter hanno deciso di separarsi.

Oggi è proprio quest’ultimo, in procinto di pubblicare un nuovo lavoro da solista, a svelarci che cos’è successo davvero e quale ragione ha portato i due alla separazione, perlomeno artistica: “Quello dei Daft Punk era un progetto che faceva sbiadire la linea tra realtà e finzione con questi personaggi robot. Era molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la linea della narrativa di ciò che accadeva”.

“Amo la tecnologia come strumento ma in qualche modo sono terrificato dalla natura della relazione tra le macchine e noi. Ora che la storia è finita, sembrava interessante rivelare parte del processo creativo che è molto relativo agli umani [human-based] e non algoritmico in alcun modo”.

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“La mia preoccupazione sull’avvento dell’intelligenza artificiale va oltre il suo utilizzo nella creazione di musica. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di profondamente commovente che una macchina non può sentire, ma un umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non da quella della tecnologia”.

“Per quanto ami questi personaggi, l’ultima cosa che voglio essere nel mondo in cui viviamo, nel 2023, è un robot“. Un tipo di riflessione che, seppur giunta mesi fa, arriva per tempo con le preoccupazioni che circondano Chat GPT e la crescente influenza delle I.A. nei processi creativi e non solo.

Fonte: NME

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