Il Collezionista di Carte: Recensione del film di Paul Schrader

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (#Venezia78) Il collezionista di carte di Paul Schrader, con uno straordinario Oscar Isaac, arriva al cinema questo 3 Settembre. La nostra recensione.

Il collezionista di carte
Condividi l'articolo

Paul Schrader torna in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con The card counter, Il collezionista di carte. Quattro anni dopo First Reformed Schrader torna così a conquistare Venezia 78. E dopo l’eccellente accoglienza riservata all’anteprima mondiale, il film vi aspetta già al cinema da questo 3 Settembre.

Negli anni ’70 l’incontro con Paul Schrader cambia per sempre il cinema di Martin Scorsese. Lo sceneggiatore firmerà gli script di Taxi driver (1976), Toro scatenato (1980), L’ultima tentazione di Cristo (1987) e Aldilà della vita (1999). E oggi, a distanza di esattamente 45 anni da Taxi driver, Scorsese diventa produttore de Il collezionista di carte.

Molti critici sembrano per altro rintracciare un legame profondo tra le figure di Travis Bickle e William Tell, una sorta di filo rosso che attraversa in realtà l’intera filmografia di Paul Schrader, popolata di outcast, anime dannate e solitarie, apparentemente destinate a consumare la propria esistenza ai margini della società.

Dove c’era Robert De Niro oggi troviamo Oscar Isaac, protagonista assoluto di questa nuova tragedia americana, ma anche grandissimo protagonista dell’edizione numero 78 della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha incantato pubblico e critica, grazie a The card counter ma anche Scene da un matrimonio, serie remake del classico di Ingmar Bergman.

Ma se il gioco è il Cinema, il vero giocatore ineffabile, il fuoriclasse in grado di dominare la partita, come conoscesse ogni mossa, ogni regola e più recondito segreto del mezzo, in fondo non è che Paul Schrader.

Uno sceneggiatore e un regista in grado di condurci al cuore di un raggelante dramma umano, che pure rifiuta ogni classico meccanismo dell’immedesimazione, ogni trucco e ogni inganno, puntando piuttosto alla forza cruda della verità, per un nuovo impietoso ritratto dell’America oggi.

Il collezionista di carte: Trama

Dopo 8 anni di carcere William Tillich (Oscar Isaac) cerca di rifarsi una vita con il nome di William Tell. Durante la detenzione ha messo a punto incredibili abilità come giocatore, in particolare per quanto riguarda Blackjack e Poker Texas Hold’em.

Mentre gioca le sue partite ad Atlantic City, viene notato da La Linda (Tiffany Haddish), intenzionata a procurargli uno sponsor e iscriverlo ai campionati nazionali di Poker. Se fino a quel momento William si è mosso sottotraccia, accontentandosi di piccole vincite, questo potrebbe rivelarsi l’inizio di una nuova vita. Forse, perfino di una relazione affettiva.

LEGGI ANCHE:  Metal Gear Solid, Oscar Isaac sarà Snake nel film della Sony

Ma il passato e una colpa impossibile da espiare tornano a bussare alla sua porta. William, infatti, non è stato condannato per un reato comune, una rapina o qualche truffa finanziaria. L’uomo è stato piuttosto un soldato scelto, specializzato nelle più insostenibili tecniche di tortura, d’istanza nelle famigerate carceri di Abu Grahib.

Durante un convegno ritrova il suo vecchio sergente istruttore, il Maggiore John Gordo (Willem Defoe). Non ha mai pagato per i suoi crimini e conduce tranquillamente una nuova vita sotto falso nome. William viene allora avvicinato da Cirk (Ty Scheridan), figlio di un suo commilitone morto suicida.

Il ragazzo tenterà di coinvolgerlo nei suoi piani di vendetta. William Tell crederà di poter scegliere il futuro, perfino aiutare quel giovane perduto. Ma il passato finirà comunque per presentare il conto, con quegli orrori impossibili da dimenticare.

Il collezionista di carte: Recensione

Il collezionista di carte
Paul Schrader e i protagonisti di The Card Counter, Il collezionista di carte, presentano il film alla Mostra del Cinema di Venezia 2021 Ph: @Biennale Cinema di Venezia

È probabile che durante la pandemia, il lockdown e questo lunghissimo interludio lontano dalle sale cinematografiche, ci siamo abituati a consumare una grandissima quantità di audiovisivi prodotti in serie, in grado di garantirci una certa dose d’intrattenimento e forse perfino qualche forte emozione.

Oggi, di fronte a un film come Il collezionista di carte di Paul Schrader, avremo piuttosto la sensazione di ritrovarci al cospetto del Cinema puro, per un film che probabilmente ha semplicemente la statura, il peso di un capolavoro.

Schrader sembra possedere ogni segreto del linguaggio cinematografico, e così il nostro giocatore ineffabile rimescola continuamente le carte, cambia direzione e registro, avviluppando lo spettatore come in uno stato d’ipnosi.

Quando crediamo di avere davanti ai nostri occhi un film minimale, fondato sulla scrittura e l’interpretazione più che l’immagine, il regista vira improvvisamente verso l’incubo, dove le carceri di Abu Grahib vengono rappresentate attraverso ottiche e prospettive distorte.

Quando crediamo di assistere ad un film fatto soprattutto di parole e silenzi, mentre la musica sembra latitare, la colonna sonora torna a esplodere. E se crediamo di aggirarci per gli squallidi Casinò di provincia, quelli di Atlantic e Capitol City, lontani dalle sfavillanti luci di Las Vegas, Schrader ci riporta invece nella bellezza di una magnifica installazione luminosa.

LEGGI ANCHE:  Oscar Isaac: i suoi 5 migliori film, da Agorà a Il Risveglio della Forza

La struttura del film è certo quella della tragedia classica, la tragedia ellenica, mentre l’anti-eroe protagonista, un grandissimo Oscar Isaac, prosegue con incedere fatale verso una fine ineluttabile. Ma nelle dinamiche della più antica delle strutture drammaturgiche, Schrader si muove invece nella direzione della sorpresa, dell’invenzione continua.

Il collezionista di carte. La tragedia inquieta dell’America degli ultimi.

Il collezionista di carte non è un film costruito sul climax, il plot-twist, la scena madre né il colpo di scena. L’inquietudine del protagonista diventa quella della narrazione e dell’immagine, che non cercano emozioni epidermiche né l’immedesimazione dello spettatore, che si troverà piuttosto a vivere il più autentico “sogno in stato di veglia”.

Il sostrato de Il collezionista di carte resta tremendamente reale. Lo squallore dei Casinò di provincia, popolati di compulsive gamblers e stranissimi avventori, che consumano le proprie giornate tra tavoli verdi e distese di slot machine, come probabilmente avevamo visto solo in Sidney, il primo film di Paul Thomas Anderson.

Così Paul Schrader ci ricorda una delle ferite aperte dell’America contemporanea. Quelle fotografie che hanno davvero fatto il giro del mondo, i presunti terroristi torturati, umiliati, sbeffeggiati nelle carceri segrete da soldati americani entusiasti, divertiti come i protagonisti del più macabro e letale dei giochi.

A vent’anni esatti dall’11 Settembre, Paul Schrader ci riporta a quelle immagini apparentemente dimenticate, per le quali hanno pagato solo “i pesci piccoli”, in una guerra che sembra non trovare fine. E se la grande Storia può essere raccontata solo attraverso la tragedia del singolo, il regista la racconta attraverso gli occhi grandi e lo sguardo scuro di Oscar Isaac.

Il risultato è un film dolorosamente, intensamente diverso da tutto quanto abbiamo visto quest’anno. E chissà che in questa straordinaria edizione della Mostra del Cinema di Venezia, tra tante opere dalla bellezza sorprendente, la giuria non scelga di riservare un premio proprio a Paul Scharder, Oscar Isaac e The card counter.

Il collezionista di carte: Il cast

  • Oscar Isaac: William “Tell” Tillich
  • Tiffany Haddish: La Linda
  • Tye Sheridan: Cirk Beauford
  • Willem Dafoe: Maggiore John Gordo

Il collezionista di carte: Trailer ufficiale