8) Codice Genesi – Albert Hughes, Allen Hughes (2010)
La guerra nucleare ha devastato l’America, Eli (Denzel Washington) è un guerriero che si dirige verso la Costa Occidentale per trovare pace e acqua.
In questo mondo devastato, l’unica certezza viene riposta nei libri: uno in particolare sarà custodito gelosamente dal protagonista e sarà oggetto di desiderio del boss Carnegie (Gary Oldman).
Infiammata la guerra tra i due, Eli troverà conforto e aiuto nella giovane figlia del Boss, Solara (Mila Kunis): i due, insieme, cercheranno di difendere il prezioso tesoro. Il film è l’esito di un miscuglio assai vario di generi: la prima parte della pellicola sembra voler essere finalizzata solo ad intrattenere lo spettatore.
Solo nella seconda parte, troveranno espressione l’azione, i combattimenti, la carneficina al punto tale da far sembrare la storia una pura metafora evangelica. In sostanza, quello che fa il regista è richiamare l’attenzione di ogni tipo di spettatore, non solo quello appassionato del genere.
9) World War Z – Marc Forster (2013)
Tratto dal bestseller di Max Brooks World War Z: An Oral History of the Zombie War (2006). Gerry Lane (Brad Pitt) e la sua famiglia sono bloccati in auto a Philadelphia: scoppia il caos.
La gente è infetta da un male sconosciuto, che contagia in poco tempo. Lane, ex impiegato delle Nazioni Unite decide di tornare a servire l’ONU per mettere in salvo su una loro nave la sua famiglia.
L’uomo partirà alla ricerca del luogo dell’origine del contagio per cercare di porre fine alla sua propagazione e trovare una cura.
Le tante e diverse inquadrature mostrano allo spettatore il delirio degli infetti e la diffusione del virus, dove tutto sembra ridotto al limite. Le scene di massa si alternano a quelle che ritraggono Gerry solitario. Tutto nel film richiama ad una sensazione di affanno al confine del tollerabile.
10) Snowpiercer – Bong Joon-Ho (2014)
Nel futuro, il pianeta Terra è ricoperto solo da ghiaccio; i sopravvissuti si rifugiano all’interno di un treno capace di romperlo e quindi di percorrere tutto il territorio. L’ideatore di questa macchina, Wilford (Ed Harris), ha inventato anche un sistema sociale da mantenere a bordo: in coda gli oppressi che hanno come leader Curtis (Chris Evans) e verso la testa i privilegiati.
Curtis attende solo il momento giusto per fare una rivoluzione. Minsu (Song Kang-ho), uno dei sopravvissuti, è contrario alla rivolta, convinto che oltre il treno ci sia vita, ma nessuno gli darà retta e una catena di vicende si susseguiranno tra di loro.
È davvero tutto perduto? Bong Joon-Ho, oltre a creare un film accattivante e suggestivo, sia dal punto di vista narrativo che da quello meramente visivo, si cimenta in una riflessione sull’umanità e sulle sue sorti future, orride ma allo stesso tempo velatamente ironiche.
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