Red Hot Chili Peppers: le 10 migliori b-sides [ASCOLTA]

Red
I Red Hot Chili Peppers nel video di "Californication". Credits: Red Hot Chili Peppers / YouTube
Condividi l'articolo

Dieci capolavori che non potete trovare negli album dei RHCP, ma assolutamente validi.

La produzione dei Red Hot Chili Peppers, in trentacinque anni di carriera, è stata sconfinata. L’eccezionale forza creativa dei componenti del gruppo, specie nella formazione classica Kiedis/Flea/Frusciante/Smith, ha prodotto letteralmente decine (forse centinaia) di canzoni, moltissime delle quali però non sono finite negli album che tutti conoscono.

Come risultato sopravvivono ancora oggi moltissime perle dei RHCP che molti non conoscono o non hanno mai ascoltato, per il semplice fatto di essere state pubblicate come lati b di singoli, contenuti extra per edizioni remaster di album o in greatest hits. Abbiamo selezionato per voi le dieci migliori, e se siete fan del gruppo, certamente apprezzerete.

10. Fortune Faded (2003)

Forse una delle tracce più note dei Red Hot Chili Peppers tra quelle non inserite in un album ufficiale. Fortune Faded venne pubblicata come singolo nel 2003 per promuovere il secondo Greatest Hits della band, uscito appunto quell’anno. Si tratta di un alternative rock nel quale a fare da padrone è un riff elettrico di John Frusciante, con un refrain più pop/rock accompagnato da chitarra acustica e armonie vocali. Perfetto stile del periodo By the Way.

Red Hot Chili Peppers – Fortune Faded, 2003

9. Sikamikanico (1991)

Traccia pubblicata come b-side della notissima Under the Bridge, che prende la forma di un veloce alternative rock particolarmente esuberante, che sembra reiterare alcune delle forme musicali dei Red Hot Chili Peppers fine anni ’80, con un approccio risolutamente aggressivo.

Red Hot Chili Peppers – Sikamikanico, 1991

8. I’ll Be Your Domino (2006)

Un funk divertente e ritmato, basato su una linea semplice di slap di basso e con un Frusciante semplicemente incontenibile alla chitarra. Pezzo che avrebbe tranquillamente potuto essere inserito in Stadium Arcadium, e rappresentativo di quell’epoca, creativamente legato appunto allo stile dell’ultimo Frusciante nel gruppo.

LEGGI ANCHE:  Red Hot Chili Peppers: 10 canzoni straordinarie che non ricordate [VIDEO]
Red Hot Chili Peppers – I’ll Be Your Domino, 2006

7. Salute to Kareem (1989)

Strumentale funk speditissimo, forse uno dei pezzi più tecnici mai registrati dal gruppo, con una performance perfetta in particolare da parte di Flea al basso e di Chad Smith alla batteria. Canzone da far ascoltare a tutti quelli che sostengono che i RHCP non sono dei buoni musicisti.

Red Hot Chili Peppers – Salute to Kareem, 1989

6. Love Rollercoaster (1996)

Cover degli Ohio Players, gruppo funk di metà anni ’70, registrata per la colonna sonora del film Beavis and Butt-Head Do America del 1996. Si tratta di uno degli arrangiamenti più particolari nella carriera dei RHCP: mentre Kiedis accompagna il pezzo parlando (commentando) e rappando in un microfono con effetto attutito, la canzone viene arricchita da abbellimenti con il kazoo (sì, esatto) che vogliono replicare le originali sezioni di fiati. Si aggiungano cori femminili per arricchire lo stile del pezzo e una divagazione chitarristica di Dave Navarro che, per un bridge, sembra trasformarsi rumoristicamente in Lee Ranaldo dei Sonic Youth. Un pezzo assolutamente da riscoprire.

Red Hot Chili Peppers – Love Rollercoaster (1996)

5. Save the Population (2003)

Altro inedito inserito nel Greatest Hits del 2003, assieme a Fortune Faded, ma molto meno noto rispetto a quest’ultima. Si tratta di un pezzo particolarmente emotivo e intenso, dal sapore folk rock e toni quasi apocalittici. Un’altra canzone che avrebbe trovato posto bene in By the Way, ma che in qualche modo anticipa anche varie sonorità ispirate di Stadium Arcadium.

Red Hot Chili Peppers – Save the Population (2003)

4. Show Me Your Soul (1990)

Uno scanzonato soul/funk della prima era Frusciante, inserito inizialmente nella colonna sonora di Pretty Woman. Si tratta, come molte canzone dei RHCP dell’epoca, di un inno sessuale, e vede come ospite Billy Preston, il tastierista che collaborò con i Beatles alle registrazioni di Let It Be nel 1969. In seguito, il pezzo venne pubblicato nella prima raccolta della band, What Hits!?, del 1992.

LEGGI ANCHE:  Josh Klinghoffer: il nuovo singolo, Nowhere I Am, è con Flea e Jack Irons [ASCOLTA]
Red Hot Chili Peppers – Show Me Your Soul, 1990

3. Fat Dance (1999)

Un funk molto serrato, out-take di Californication, che incede su di un ritmo sostenuto e su toni tesi. Un pezzo tutto ritmico, che lascia poco spazio per improvvisazioni ed assolo (anche se uno, di chitarra alla rovescia, ce n’è). Il protagonista del pezzo è Kiedis, con un rapping dal flow perfetto che sostiene e regge tutto il percorso musicale.

Red Hot Chili Peppers – Fat Dance, 1999

2. Eskimo (2002)

Altro grande escluso dell’era By the Way, un pezzo molto ambizioso con un intro di clavicembalo, poi ripreso da Frusciante alla chitarra, refrain noise rock e chiusura affidata al Flea trombettista. Una delle migliori dimostrazioni, fuori dagli album, dell’eclettismo della band.

Red Hot Chili Peppers – Eskimo, 2002

1. Soul to Squeeze (1991)

Molti di voi probabilmente avevano già indovinato cosa ci sarebbe stato in prima posizione. Soul to Squeeze, esclusa da Blood, Sugar, Sex, Magik, è probabilmente una delle canzoni più ingiustamente lasciate fuori da un album non solo nella carriera dei RHCP, ma di tutta la storia del rock. Un funk pulito, che sfiora il soul, un basso melodico, un cantato melanconico e introspettivo.

Tutti elementi che portano questa canzone a raggiungere tranquillamente il livello poetico di una Under the Bridge, o di una Scar Tissue. Per fortuna, si può ascoltare sul Greatest Hits del 2003, e ovviamente anche qui.

Red Hot Chili Peppers – Soul to Squeeze, 1991

Potrebbe interessarti anche:

Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, La Scimmia sente, la Scimmia fa.