10 artisti alla scoperta dell’Hip Hop Sperimentale del nuovo millennio

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Originariamente, i clipping. erano un duo noise composto dai producer William Hutson e Jonathan Snipes.

In seguito all’incontro tra Hutson e l’aspirante rapper Daveed Diggs, sorse un’ideale domanda: cosa potrebbe succedere mischiando i remix noise con il genio lirico e creativo di Diggs?

La risposta è nel loro album di debutto midcity: 48 minuti di liriche hip hop incazzate e riflessive su basi harsh noise, senza se e senza ma.

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Il secondo LP, CLPPNG, è semplicemente un colpo di genio. Produzione stavolta con un taglio più minimal ed essenziale, basata su sample come i rintocchi dell’orologio in Work Work o l’allarme di una sveglia in Get Up.

Inoltre, così come nel titolo dell’album è omessa la lettera I, nei testi è totalmente omessa la prima persona (è l’inglese per io). In un album hip hop non è cosa da poco.

Il terzo lavoro Splendor & Misery, invece, è la rappresentazione uditiva di un vero e proprio racconto di fantascienza, in un tripudio di sperimentazioni hip hop, tra suoni industrial cori gospel.

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Partiti con l’harsh noise, passati attraverso industrial e gospel, bisogna solo attendere la prossima destinazione. Siamo sicuri che i clipping. non ci deluderanno.

 

Dälek

Dalek

Tra i gruppi che possono vantare una maggiore esperienza nel panorama dell’hip hop sperimentale, essendo attivi dal 1998, i Dälek sono sempre stati difficilmente classificabili, in termini di genere musicale.

Per quanto riguarda il parere del rapper MC dälek (che potrebbe sembrare un nome non originalissimo), questi ha sempre definito il proprio stile ed i propri testi come puramente hip hop.

La produzione, però non rispecchia quella delle usuali basi hip hop di fine anni 90/inizio anni 2000.

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La vena industrial è quella che più caratterizza il suono di quasi tutti i lavori della band. Non è, però, l’unica influenza musicale presente.

Inevitabilmente, un hip hop di questo tipo, influenzato dall’industrial e dall’electronica, non può non ricordare le sonorità del trip hop.

A tratti, poi, è possibile imbattersi nel wall of sound tipico del noise e dello shoegaze, soprattutto durante l’ascolto degli album post-reunion dell’ultimo decennio.

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