10 artisti alla scoperta dell’Hip Hop Sperimentale del nuovo millennio

Condividi l'articolo

Death Grips

Death Grips

Stilare una lista di hip hop sperimentale del nuovo millennio e non menzionare i Death Grips sarebbe un po’ come stilare una lista dei maggiori eventi dell’anno 1789 senza citare la rivoluzione francese.

Prolifico trio californiano formato dal producer Andy Morin (a.k.a. Flatlander), dal batterista Zach Hill e dal rapper Stefan Burnett (in arte MC Ride), i Death Grips consistono non solo in una band hip hop, ma in un futuristico e contorto progetto artistico.

Dopo aver guadagnato popolarità nel 2011 con il mixtape Exmilitary, ottenuto il sostegno discografico per la pubblicazione del primo album The Money Store nel 2012,i Death Grips decidono di farsi scaricare dalla casa di produzione con un grande dito medio ai loro doveri contrattuali, rilasciando gratuitamente su internet No Love Deep Web (con la sua inconfondibile copertina, di cui vi avevamo parlato qui) prima della data prevista, a pochi mesi di distanza dal loro album d’esordio.

LEGGI ANCHE:  Thom Yorke racconta il suo nuovo album

Death grips 2

È l’inizio di un percorso che li vede produrre e sperimentare nuova musica anno dopo anno, a partire dall’industrial, alle influenze minimal trap, al punk ed al noise, con picchi di sperimentazione hip hop ancora inesplorati, come Government Plates.

In tutti i lavori, le produzioni talvolta non convenzionali ma accattivanti di Morin ed i beat sperimentali di Hill si fondono al rap, ed alle urla, viscerali ed alienanti di MC Ride.

Death Grips potrebbero darvi un’intensa sensazione di orticaria, la pace dei sensi, una scarica di adrenalina, o semplicemente fastidioProvare per credere.

https://open.spotify.com/artist/5RADpgYLOuS2ZxDq7ggYYH

 

Shabazz Palaces

Shabazz Palaces

Hip hop sperimentale per meditazione ed elevazione spirituale mediante loop di 808s.

Così si potrebbe riassumere la musica degli Shabazz Palaces, attivi dal 2009, inizialmente circondati dall’anonimato, che accompagnava la pubblicazione dei loro primi lavori, fino al successo ed alla pubblicazione del loro debutto discografico Black Up.

Lo stile di questo duo di Seattle è in parte influenzato dai trascorsi musicali del rapper  Ishmael Butler (in arte Palaceer Lazaro) e dalla formazione africana del polistrumentista Tenedai Maraire (in arte Baba).

LEGGI ANCHE:  Kendrick Lamar e il golpe del jazz: recensione To Pimp A Butterfly

Shabazz Palaces 3

In Black Up, su tutti, si palesa l’influenza jazz rap che ha segnato il passato musicale di Butler. Si tratta essenzialmente di trip hip hop (no, non trip hop, proprio trip hip hop), proiettati in un tunnel di liriche che non si lasciano cogliere al primo ascolto, spesso astratte e trascendentali.

L’atmosfera in ogni pezzo del loro secondo album Lese Majesty, invece, appare quasi sacrale, la produzione è frammentata, spesso le liriche rimbombano, con effetti eco che gli fanno assumere le sembianze di veri e propri mantra hip hop.

https://open.spotify.com/artist/6C403AR4y6PjN0xNNGh42m