Dopo anni di grandiosi successi, i prodotti cinetelevisivi MCU hanno perso mordente tra il pubblico e lo scarso successo di Ant-Man and The Wasp: Quantumania ne è solo un esempio. Questo ennesimo flop può significare la fine dell'MCU?
Anche i fan più appassionati non potranno negare il fatto che negli ultimi anni tutto il progetto MCU ha subito un brusco calo di qualità e, a livello generale, quasi la totalità dei prodotti cinetelevisivi che sono state pubblicati hanno ricevuto più critiche che elogi.
Anche Quantumania, l’ultima fatica targata MCU, film che dando inizio alla nuova fase si preannunciava come determinante se non rivoluzionario, si può tranquillamente definire un flop. E questo non solo per il giudizio di critica e pubblico, che è fortemente negativo, ma anche a livello di numeri concreti.
Quantumaniasta infatti incassando più di quanto è stato speso per la sua produzione ma molto meno di quanto i vertici dell’MCU potessero sperare e sicuramente molto meno rispetto a prodotti MCU già di cinque anni fa o più risalenti. Questa caduta sembra non avere neanche un momento di stop e questo dato comincia a preoccupare i fan e non solo.
Se andiamo infatti a dare uno sguardo oggettivo a quanto prodotto dall’MCU nell’ultimo periodo, quindi non solo Quantumania ma tutti i film e le serie degli ultimi cinque o sei anni, sono davvero pochi i titoli che si salvano e anch’essi, come per esempio uno Spiderman: No way home, si salvano per fan service o espedienti simili ma sono già pieni di difetti.
Sono davvero molti i problemi che stanno affliggendo le produzioni MCU degli anni e oggi cercheremo di capire se questo ennesimo flop di Quantumania possa essere considerato un vero e proprio passo verso la fine di un’era che ha avuto i suoi momenti di gloria ma che sembra aver perso la bussola.
Non ci sono più i Tony Stark di una volta
Uno dei primi problemi che senza dubbio ha causato un abbassamento nell’indice di gradimento del pubblico nei confronti dei prodotti MCU è la mancanza, negli ultimi film, di supereroi realmente in grado di emozionare, intrattenere ed appassionare, com’è stato con eroi del calibro di Captain America e Iron Man.
Ovviamente, questa non è di per sé una colpa attribuibile all’MCU che, al contrario, è stata coraggiosa nell’optare per la fine di questi amati personaggi e ha dato loro una fine più che dignitosa che infatti è stata fortemente apprezzata dal pubblico. Il problema sta però nelle nuove leve che sono state scelte, e qui la responsabilità non può che essere dell’MCU.
I nuovi eroi protagonisti non hanno il carisma e la personalità giusta per rimpiazzare in maniera funzionale quelli che hanno reso grande l’MCU. In Quantumania notiamo benissimo come Scott sia un personaggio molto simpatico e interessante, ma ci appare sempre come una sorta di comprimario.
E anche se andiamo a pescare tra i personaggi più “storici” dell’MCU ma che ancora sono centrali, la situazione si fa ancora più complicata. Thor e Hulk, infatti, sono stati cambiati moltissimo nella loro caratterizzazione e se per Hulk il tutto ha un senso e può anche essere accettato, per Thor no, e infatti il pubblico non lo apprezza più come prima.
Le serie MCU sono tremendamente dispersive
Quando sono state annunciate per la prima volta leserie MCU e quando contestualmente è stato detto che queste sarebbero divenute fondamentali anche per la comprensione dei successivi film, pubblico e critica erano contenti dell’idea da un lato, perché intrigante per i più appassionati, ma anche spaventati, dall’altro lato, per un motivo per preciso.
Rendere un film comprensibile esclusivamente dopo la visione di una più serie tv avrebbe potuto rendere troppo pesante ed impegnativa la visione dei prodotti MCU ad uno spettatore medio, che magari non ha il tempo o la voglia di guardarsi 10 o 20 puntate di una serie ma vorrebbe comunque godersi il film sul suo eroe preferito.
Purtroppo, ma era prevedibile, questo timore si è trasformato in realtà. Pensiamo a Doctor Strange in The Multiverse of Madness, uno dei migliori film film della nuova era MCU. Il film era legato in maniera indissolubile alla serie WandaVision e questo ha penalizzato il film perché molti spettatori, per scelta o per inconsapevolezza, non avevano visto la serie.
Lo stesso ragionamento si può fare con Quantumania. Nel nuovo film MCU ci è stato presentato Kang, quello che sarà il nuovo vero antagonista degli Avengers. L’hype per questo personaggio era minimo, se non tra i più esperti, perché senza la precedente visione della serie Loki, praticamente non era mai stato nominato ed era impossibile conoscerlo.
Anche le scene post credit di Quantumania, pur avendo molti difetti, sono state apprezzate dal pubblico ma sarebbero potute essere epiche se lo spettatore ci fosse arrivato con il giusto mood e la giusta consapevolezza. Ma, ovviamente, non si può imporre allo spettatore di vedere una serie per ottenere questa consapevolezza.
Questo discorso è relativo solo al senso di dispersione dato dall’enorme quantità di serie che sono state pubblicate sono negli ultimi due anni. Se parliamo della qualità delle stesse, allora la situazione per l’MCU si fa ancora più grave. Salvo rarissimi casi, le serie MCU non funzionano, causa sceneggiature troppo annacquate per raggiungere il minutaggio di 8/10 puntate.
L’occasione sprecata dei Marvel Studios Special Presentation
Pochissimo tempo fa, l’MCU aveva pensato ad un’idea che in certo senso avrebbe potuto contribuire ad un ritorno su una strada più apprezzabile e percorribile ovvero quella dei Marvel Studios Special Presentation. Stiamo parlando di prodotti singoli della durata compresa tra i 40 e 60/70 minuti, generalmente dedicati ad un singolo personaggio.
Se infatti il problema principale dei film MCU è quello di non avere più personaggi tanto carismatici da reggere un intero lungometraggio su di esso, e quello delle serie MCU è il non avere abbastanza materiale valido da coprire almeno 8 episodi, questa sorta di mediometraggio poteva essere una gran soluzione.
Con i Marvel Studios Special Presentation è infatti possibile trattare vari personaggi, anche secondari e anche per capire in anticipo l’eventuale gradimento del pubblico, e farlo in maniera interessante senza allungare il brodo con scene comiche che non fanno ridere o con espedienti di trama assurdi.
Per essere del tutto precisi, l’MCU non ha abbandonato quest’idea e molto probabilmente qualche special verrà pubblicato prossimamente, ma è chiaro che non ne abbia colto a pieno la potenzialità.
James Gunn in DC è il risultato di una gestione confusionaria
Forse a livello di pubblico non sono stati tra i più apprezzati ma a livello di qualità nella scrittura, nella regia e nell’interpretazione, i due film sui Guardiani della Galassia sono stati tra i migliori negli ultimi anni dell’MCU. Questo è merito, in larga parte, di un professionista assoluto come James Gunn, che ha saputo mettere la sua firma indelebile.
Come sappiamo, adesso è Gunn è passato alla DC e ha preso direttamente in mano la guida artistica di quest’ultima insieme a Peter Safran. Un professionista come Gunn, com’è ovvio a tutti, è sempre una risorsa utile ed importante e l’averlo perso con così tanta facilità non può che essere un rammarico per l’MCU.
Il regista ha già annunciato i primi 10 titoli del suo DCEU, lasciando presagire l’avvento di una nuova era in casa Warner, costruita su una narrazione coerente che, con la qualità di James Gunn al comando, potrebbe definitivamente contrastare e superare l’egemonia supereroistica Marvel.
Siamo sicuri che con lui, la DC non potrà che risalire. Senza dubbio, i vertici MCU devono pensare ad un modo per ritrovare la giusta strada prima che sia troppo tardi. Deve forse limitare la quantità in favore della qualità e concentrarsi maggiormente sullo scrivere delle trame che possano sia appassionare lo spettatore che valorizzare i nuovi eroi protagonisti.