Un dettaglio tutt'altro che scontato ha portato molti fan di Hercules a guardare con occhi nuovi una scena del film Disney
Una particolare scena di Hercules, il lungometraggio animato Disney del 1997, è stata al centro di una lunga polemica in rete, che ha spinto alcuni spettatori a rivalutare la propria percezione della sequenza in particolare.
Nello specifico si tratta della scena in cui Megara, l’interesse sentimentale di Hercules, comincia a prendere atto del fatto di essere innamorata del semidio e del fatto di essere spaventata dai suoi stessi sentimenti.
La protagonista canta insieme alle Muse il brano I Won’t Say (I’m in Love), brano che in italiano è stato eseguito da Paola e Chiara con il titolo Ti piaccia o no.
Durante la scena, Megara canta i suoi sentimenti e si muove lungo una topografia piena di fontane, costruzioni antiche e statue greche. Ad un primo sguardo proprio queste statue sembrano il perfetto ornamento per una scena dedicata interamente all’amore.
Ma ad un secondo sguardo più attento le cose appaiono diametralmente opposte. Un utente di TikTok ha infatti commentato la scena scrivendo:
Dunque non lo avevo mai notato prima, ma in Hercules, nella parte dove lei canta I won’t say (I’m in Love) c’è questa parte dove lei dice: “Pensavo che il mio cuore avesse imparato la sua lezione” e le statue che supera… be’, non sono scene d’amore. Sono scene di aggressione: non sorprende allora che lei vogia andarci piano.
In effetti, la scena si concentra su scene della mitologia greca incentrate su divinità (e non solo) che cercano di rapire delle donne non consenzienti: un topos della mitologia greca, che tuttavia nessuno aveva mai notato nella scena di Hercules.
In altre parole, mentre si interroga sui suoi sentimenti, Megara non fa altro che superare le prove della violenza maschile ai danni delle donne. Una scoperta che ha portato tantissimi utenti a mostrare la propria incredulità davanti questo dettaglio di casa Disney. Di seguito vi lasciamo una foto dove si possono vedere meglio le statue incriminate:
