Achille Lauro: “Mi piacerebbe essere il direttore artistico di Sanremo”

Achille Lauro, parlando con l'HuffPost, ha espresso il suo desiderio di essere, in futuro, il direttore artistico del Festival di Sanremo

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Credits: YouTube/Achille Lauro - Bam Bam Twist (feat. Gow Tribe) - Official Video/ Achille Lauro
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Achille Lauro ha rilasciato un’intervista all‘HuffPost dove ha parlato dei suoi progetti e di come, in futuro, sarebbe onorato di essere il direttore artistico di Sanremo.

 Ogni anno a Sanremo ho cambiato veste, partendo da outsider e facendo poi il performer a 360° – spiega Lauro. Al Festival 2021 Amadeus e Fiorello, che hanno creduto tanto in me e che ringrazierò per sempre, hanno cambiato le regole e sono stati visionari considerando tutte le loro scelte artistiche oltre a me. Se mi proponessero di diventare il direttore artistico di Sanremo sarebbe stupendo, ma non mi metto sullo stesso livello di Amadeus e Fiorello.

Non potrei reggere quello che hanno fatto quest’anno considerando le difficoltà dovute alla pandemia. Mi piacerebbe molto occuparmi della parte musicale e dello spettacolo del Festival perché alla fine il mio lavoro è proprio questo.

Andando avanti con l’intervista, il cantante romano ha anche parlato di un tema sul quale molti esponenti dello star system italiano stanno dando le proprie opinioni, il DDL Zan.

Ma cosa posso dire io rispetto a questa situazione? Mi sono esposto con quello che faccio. Sono stato ospite al Lover Film Festival con Vladimir Luxuria e ho fatto la mia prima esposizione: ho messo in scena una gabbia con due ragazze che incarnavano l’amore. Cosa posso aggiungere io? Posso dire che siamo nel 2021 e mi sembra assurdo continuare a vedere aggressioni con un movente di questa entità. Come c’è una legge che tutela la discriminazione etnica, ci dev’essere anche la legge contro l’omotransfobia. Questa è la base!

Infine Achille Lauro ha anche parlato delle dure parole che Renato Zero, qualche tempo fa, ha avuto nei suoi confronti (qui i dettagli).

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Io e Renato Zero siamo diversi. Forse lui ha sbagliato nel definirmi, semplicemente perché non mi conosce o perché ha ascoltato solo i miei singoli di punta, quando ha detto che dietro le mie canzoni non c’è un messaggio, che io sono più un costume e che non racconto la periferia. Io sono stato l’emblema della periferia, mi sono fatto portavoce in piazza di una generazione. Oggi cerco di fare ciò privatamente anche sul sociale. Capisco che Renato Zero sia vittima di una non conoscenza completa del mio percorso. Con Zero siamo d’accordo sicuramente su una cosa: lui è lui e io sono Achille Lauro.

Cosa ne pensate?