La tragica morte di River Phoenix: un talento consumato troppo in fretta

Il 31 Ottobre 1993 moriva per overdose River Phoenix, fratello maggiore di Joaquin. Cosa successe in quella tragica notte di Halloween?

River Phoenix, Stand By Me
River Phoenix in Stand By Me
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A Hollywood, la vigilia di Halloween del 1993 resta impossibile da dimenticare. Il 31 Ottobre, alle ore 1:51 River Phoenix muore per overdose sul marciapiede del Sunset Boulevard, di fronte all’ingresso del Viper Room, il locale dell’amico Johnny Depp.

Scompare così la più brillante giovane Star del cinema americano. Un ragazzo di soli 23 anni, che aveva già bruciato le tappe di una carriera folgorante. Ancora oggi, insieme al suicidio di Kurt Cobain, datato 5 Aprile 1994, la morte di River Phoenix resta il simbolo, la ferita aperta della Generazione X.

Se parliamo poi di suo fratello minore, Joaquin Phoenix, la ferita non è certo metaforica. Quello che oggi è uno degli attori più amati al mondo, quella notte era solo un ragazzino. Ma sarà proprio lui a chiamare il 911, forse troppo tardi, portando per sempre il peso di un dolore indicibile.

Nel Febbraio 2019, quando Joaquin Phoenix riceve l’Oscar per Joker, leggerà proprio dei versi scritti da suo fratello. E quando a Settembre nasce il primo figlio di Joaquin e Rooney Mara, non potrà che chiamarsi River Phoenix.

River Phoenix: i 15 film di un talento leggendario

River Phoenix era nato il 23 Agosto 1970 a Madras, in Oregon. I genitori erano Hippie irriducibili. Per questo cresceranno i piccoli River, Rain, Joaquin, Liberty e Summer tra gli Stati Uniti e l’America Latina, imponendo ai figli scelte di vita decisamente controverse.

Quando inizia la sua carriera di attore, River Phoenix non ha mai ricevuto un’istruzione scolastica. Eppure è un talento naturale, affamato di vita e cultura. La sua grande passione è la musica, ma a soli 12 anni si impone come protagonista del primo cult movie, conquistando subito la fama internazionale.

Parliamo ovviamente di Stand by me – Ricordo di un’estate di Rob Reiner. Il film che per Stephen King resta il miglior adattamento mai realizzato dai suoi romanzi. Nel 1988, a 19 anni, River riceve la prima nomination all’Oscar per Vivere in fuga di Sidney Lumet.

Nel 1991, viene premiato dalla Mostra del Cinema di Venezia con la Coppa Volpi per Belli e dannati di Gus Van Sant. Il co-protagonista del film è anche nella realtà uno dei suoi migliori amici, Keanu Reeves. Una delle molte persone che, ancora oggi, non perde occasione per ricordare River.

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In pochi anni l’attore aveva interpretato 15 film straordinari. Era anche impegnato come attivista della PETA, associazione per i diritti degli animali, oltre ad essere una tra le prime star di Hollywood a dichiararsi Vegan.

Al momento della morte, stava girando Dark Blood di George Sluizer. La produzione denuncerà la madre di River Phoenix, chiedendo un risarcimento da 6 milioni di dollari. Dal loro punto di vista, aveva deliberatamente mentito riguardo i suoi problemi di droga.

Se pure quei problemi esistevano, River era già stato scritturato per una lunga serie di altri film. Subito dopo Dark Blood, nel 1994 avrebbe dovuto interpretare Intervista col vampiro di Neil Jordan. Il suo ruolo sarà assegnato a Christian Slater.

Leonardo Di Caprio era un altro grande amico di River. Nel 1995 lo sostituirà nei film Poeti all’inferno e Ritorno dal nulla. Anche James Cameron, quando ha iniziato la sceneggiatura di Titanic, avrebbe voluto River Phoenix come protagonista.

Nel 1997 Gus Van Sant racconterà la storia del suo giovane, talentoso e tormentato amico in un romanzo: Pink. Secondo il regista, avrebbe avuto un serio problema di dipendenza dall’alcool, mentre avrebbe fatto uso di eroina solo occasionalmente.

River Phoenix: cosa accadde davvero il 31 Ottobre 1993?

Il referto dell’autopsia di River Phoenix resta un reperto agghiacciante. Nel corpo dell’attore erano presenti una tale quantità di droghe diverse che era impossibile determinare quale avesse effettivamente causato il decesso per overdose.

Le dinamiche di quella notte si dividono fra verità, illazioni e confessioni private, mai confermate ufficialmente. La chiamata al 911 di Joaquin Phoenix, divulgata dai media, riporta la voce di un ragazzo disperato. Chiede aiuto perché suo fratello forse ha preso troppo Valium, ha le convulsioni e sta morendo.

I soccorsi arriveranno troppo tardi. Si parla subito di Speedball, un cocktail micidiale di eroina e cocaina. Forse, gli amici che si trovavano con lui quella notte, in particolare John Frusciante e Flea dei Red Hot Chili Peppers, avrebbero provato a rianimarlo.

Secondo alcuni, River era entrato nel bagno del Viper Room con Frusciante e Flea. Qui avrebbero assunto della Persian Brown: micidiale variante di eroina tagliata con crystal meth. Sul suo corpo non verranno comunque rinvenuti segni di aghi.

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In base a questa versione, gli amici avrebbero poi provato a contrastare i primi, evidenti segni di overdose con Valium e cocaina, finendo solo per peggiorare una situazione già disperata. C’è perfino chi sostiene che la droga sia stata somministrata a sua insaputa.

L’autopsia riporterà comunque la presenza di valium, efedrina, anti-influenzali, cannabis, metanfetamine, eroina e cocaina. Per molti anni Johnny Depp, proprietario del Viper Room, verrà tormentato dai Media come il vero responsabile della tragedia.

L’unica certezza è che, quella notte, River Phoenix avrebbe dovuto esibirsi con la sua band sul palcoscenico del Viper Room. Ma già all’arrivo nel night club di West Hollywood, l’attore si mostrava totalmente stravolto.

Con lui c’erano Joaquin, la sorella Rain e la fidanzata Samantha Mathis. Nel gruppo di amici c’erano poi il bassista e il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, Christina Applegate e Leo DiCaprio, il cantante dei Butthole Surfers e quello degli Stone Sour.

Nel pomeriggio del 31 Ottobre 1993, River avrebbe dovuto incontrare uno dei suoi resti preferiti: Terry Gilliam. Il cineasta racconterà di averlo aspettato per ore, prima che qualcuno lo informasse della sua morte. Non sapremo mai che grande film avrebbero girato insieme.

In Memoriam: gli omaggi a River Phoenix nella cultura di massa

  • L’album Monster degli R.E.M.
  • Il film Cowgirl – Il nuovo sesso di Gus Van Sant
  • Il brano Trascendent dei Red Hot Chili Peppers, contenuto in One Hot Minute
  • L’ultima esecuzione live di Jesus don’t want me for a sunbeam, suonata da Kurt Cobain
  • Il brano Halloween dei Grant Lee Buffalo
  • La Ballad of Easy Rider di Tom Petty and The Heartbreakers
  • Il documentario My Own Private River di James Franco
  • Il protagonista del videogioco Final Fantasy VIII
  • Un passo del romanzo Glamorama di Brett Easton Ellis
  • L’organizzazione Non-profit River Phoenix Center for Peacebuilding

Il trailer originale di Belli e Dannati (Gus Van Sant, 1991)

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