Cosa ci ha insegnato Robin Williams

Robin Williams è stato uno degli attori più amati della sua generazione, e non solo. In occasione dell'anniversario della sua scomparsa, lo ricordiamo così

Robin Williams
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L’11 Agosto 2014 il mondo venne sconvolto dalla notizia che Robin Williams, che aveva insegnato a ridere a più di una generazione ed era diventato la maschera di un certo tipo di cinema, si era tolto la vita.

Proprio per questo suo bagaglio di gioia e allegria che aveva messo nei suoi film, la notizia di una morte per suicidio aveva colto tutti impreparati.

Il corpo senza vita di Robin Williams venne ritrovato nella sua casa di Tiburton, in California: l’attore si era tolto la vita impiccandosi con una cintura a soli 63 anni.

In un primo momento molti dissero che la causa del suicidio fu una depressione con la quale l’attore combatteva da sempre.

Successivamente venne a galla che l’attore soffriva di Demenza Da Corpi di Levy, una malattia associabile al morbo di Alzheimer, che avrebbe minato sempre di più la sua memoria e che già lo aveva portato a sfidare stati di paranoia.

Ma il pubblico non ha mai ricordato il suicida, l’uomo che si era arreso ad una malattia degenerativa che lo avrebbe distrutto: a sopravvivere è sempre stato l’artista.

Il debutto di Robin Williams, l’uomo che ci ha insegnato a ridere

Quando lasciamo vagare la mente alla ricerca di un ritratto verosimile di Robin Williams, quello che ci viene in mente è soprattutto il riverbero di una risata che esplode all’interno di una sala.

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Robin Williams si è presentato all’occhio della macchina da presa e di coloro che vi erano nascosti dietro con l’energia di un uomo che non riusciva a stare fermo, né a mettere un freno alla sua verve istrionica.

Ed è proprio davanti la macchina da presa che inizia l’avventura di Robin Williams, in un pomeriggio torrido dell’estate del 1977 alla Great American Music Hall di San Francisco.

La sala è piena di persone che fumano e che si distraggono, che riempiono l’aria di un chiacchiericcio scontento a cui fa da eco quel caldo che si appiccica addosso e rende tutto ancora più insopportabile.

La Music Hall di San Francisco è una sala antica ed elegante e gli ospiti sono tutti tirati a tiro per partecipare a questo spettacolo gratuito realizzato per passare sul piccolo schermo delle TV americane.

Ed ecco che, di punto in bianco, sul palco appare un uomo di ventisei anni con una giacca marrone, una maglia bianca sgualcita e un cappello russo. Il pubblico è scocciato e solo pochi si concedono la noia di un applauso distratto.

Grazie per gli applausi, dice questo giovane comico, sfoggiando un accento russo, Grazie davvero di cuore. Gli echi delle risate si disperdono nella sala: Robin Williams ha appena conquistato tutti.

Ha già insegnato a ridere ad un pubblico che non si aspettava altro che noia e bassa qualità. In una manciata di secondi, Williams ha fatto sfoggio di quella sua magia fatta di arguzia, talento e una sorta di fiducia che instillava a chi lo guardava.

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Quello che questo spettacolo aveva messo in mostra era la capacità dell’attore di trasformarsi, di essere un illusionista che nascondeva la sua vera identità dietro l’armatura di battute che sfoggiava per il suo pubblico.

Perché era questo il più grande segreto di Robin Williams: cercare costantemente l’amore e assicurarsi che tutti si divertissero. Proprio come ha scritto il suo biografo David Itzkoff:

In una stanza piena di sconosciuti si sentiva in dovere di fare in modo che si divertissero tutti, ma in compagnia delle persone che più lo amavano si sentiva completamente abbandonato.

Nel corso di un’intervista fu lo stesso Robin Williams a spiegare come la risata fosse un’arma per creare un legame tra le persone.

Disse: Lo stimolo che ti porta a esibirti è il bisogno di quella connessione primordiale. Mia madre mi faceva ridere, così iniziai a far ridere lei per conquistarla e imparai che divertire gli altri ti aiuta a stabilire una connessione tra loro.

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Un uomo timido con la passione dell’intrattenimento

Sarebbe estremamente facile parlare di Robin Williams attraverso i molti film che sono diventati iconici. Parlare dell’importanza che dava alla famiglia citando Hook – Capitan Uncino o Mrs. Doubtfire.

Si potrebbe parlare dell’importanza che dava all’arte citando L’attimo fuggente, di cui sposava l’idea del carpe diem. E sarebbe ancora più semplice associarlo ad uno dei suoi personaggi più famosi, il genio di Aladdin, poi ripreso da Will Smith.

Ma la grandezza di Robin Williams, il motivo per cui gli spettatori sentono ancora la sua mancanza, è da ricercare all’interno di una personalità fatta di sprazzi di sole ma anche di tanti frammenti di oscurità.

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