Hollywood: le storie vere e i personaggi reali della serie Netflix

Hollywood è tra le serie Netflix più viste di Maggio 2020. La storyline nasce dal sapiente mix di fiction e realtà. Ecco chi erano i personaggi realmente esistiti: dalla sfortunata stella di Via col vento, Vivienne Leigh, alla controversa figura del manager Henry Wilson.

Hollywood
Jim Parsons è Henry Wilson
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Tra le novità di Maggio 2020, la prima mini serie firmata da Ryan Murphy per Netflix sta registrando un significativo successo internazionale. Il suo titolo è semplicemente Hollywood (qui la nostra recensione) e rappresenta la Mecca dell’industria cinematografica americana attraverso un suadente mix di fiction e ricostruzione storica. Ma chi erano davvero i personaggi rappresentati dalla serie?

La serie Hollywood è ambientata nella seconda metà degli anni ’40, subito dopo la Seconda guerra Mondiale, e i suoi protagonisti sono personaggi immaginari, pronti a sfidare l’omofobia e il razzismo che regolavano gli Studios. Ma il contesto in cui si muovono l’aspirante attore Jack Castello (David Corenswet), lo sceneggiatore Archie Coleman (Jeremy Pope) e il regista Raymond Ainsley (Darren Criss) è popolato di figure assolutamente reali.

Ryan Murphy, già artefice del successo di American Horror Story e American Crime Story, ha dichiarato apertamente le sue fonti d’ispirazione. Se gli Ace Studios sono concretamente il mash-up della Metro-Goldwyn-Meyers e degli Universal Studios nel pieno della loro golden age, la volitiva Avis Amber, interpretata da Patty LuPone, è ispirata a Sherry Lansing e Irene Selznick, moglie del leggendario produttore David O. Selznick.

Al centro della serie Hollywood c’è una stazione di servizio decisamente sui generis. Gli inservienti, infatti, non sono esattamente benzinai, ma affascinanti gigolò, pronti ad offrire i propri servigi a uomini e donne in cerca d’amore. Anche in questo caso, gli sceneggiatori hanno preso ispirazione da fatti reali. Il personaggio di Ernie West, interpretato da Dylan McDermott, è ispirato a una figura leggendaria della Hollywood degli anni ’40: Scotty Bowers, ex marine e gigolò, che avrebbe poi svelato vizi e identità dei suoi clienti più celebri in un controverso memoir.

Qui finisce l’immaginazione e inizia storia reale. E in qualche caso, la realtà supera la più sfrenata immaginazione.

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Hollywood: tra finzione e realtà

Il sogno infranto di Peg Entwistle

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l’attrice suicida Peg Entwistle

La serie Hollywood immagina che un regista di origini filippine e uno sceneggiatore omosessuale e afro-americano riescano a varcare le porte degli Studios e realizzare il loro primo film. Non contenti, proveranno perfino a imporre alla produzione una protagonista nera: Camille Washington (Laura Harrier). Nella realtà, serviranno ancora molti anni perché questo succeda. Ma la storia che ha ispirato questo film immaginario, dal titolo Peg, appartiene davvero agli annali di Hollywood.

Peg Entwistle era un’attrice teatrale di origine britannica. Dopo una piccola parte in Thirtheen Women, prodotto da David O. Selznick, tentò inutilmente d’imporsi come attrice. Il 16 Settembre del 1932, a soli 24 anni, si gettò dalla prima lettera della gigante scritta “Hollywood” che ancora oggi domina le colline di Los Angeles. Sarà purtroppo il primo di una lunga serie di suicidi: molte altre aspiranti stelle del cinema sceglieranno la stessa location per porre fine alla propria esistenza.

Eleanor Roosvelt: la first-lady progressista

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Eleanor Roosvelt e Frank Sinatra nel 1947

Hollywood celebra anche la figura di Eleanor Roosvelt, moglie di Franklin Delano Roosvelt e First Lady degli Stati Uniti dal 1933 al 1945. La serie ipotizza che l’ex First Lady svolgo un ruolo determinante nella produzione del film Peg. Ma anche nella realtà, Eleanor Roosvelt fu tra le prime figure politiche a dichiararsi apertamente femminista, battendosi tutta la vita per i diritti civili, con un’attenzione particolare alle sofferenze della comunità afro-americana.

Hattie McDaniel: la rivincita di Mami

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il premio Oscar Hattie McDaniel

Altro personaggio reale della serie Hollywood è Hattie McDaniel, interpretata da una magnifica Queen Latifah: figlia di schiavi, è stata la prima donna afro-americana a lavorare come speaker radiofonica, ma soprattutto la prima a vincere il premio Oscar come Miglior Attrice non protagonista per Via col vento.

Tra i momenti più intensi e significativi della serie Hollywood c’è proprio un aneddoto reale, tanto assurdo quanto vergognoso, probabilmente sconosciuto ai più. Nella notte degli Oscar 1939, infatti, Hattie McDaniel non ha potuto sedere accanto agli altri interpreti del film. In base al regolamento dell’Hotel, ha dovuto aspettare in disparte, e accedere alla sala soltanto per ritirare il premio. Il personaggio immaginario di Camille Washington proverà a cambiare la Storia, sfidare le regole non scritte della segregazione razziale.

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Anna May Wong: la diva mancata

La serie Hollywood ci ricorda come non solo gli afro-americani, ma anche tutti gli attori e gli artisti di origini asiatiche fossero oggetto di pesantissime discriminazioni. La storia di Anna May Wong, infatti, è una storia vera, per quanto alcuni aneddoti sembrino davvero incredibili.

Nata da genitori cinesi nel famigerato ghetto di Chinatown, Anna May Wong era considerata una delle più grandi interpreti della sua era, eppure fu sempre relegata a ruoli minori, che rappresentavano in genero lo stereotipo della sexy geisha senza scrupoli.

Il caso più eclatante di discriminazione razziale è rappresentato da un film del 1937: La buona terra. Tratto dal romanzo omonimo di Pearl Buck, un bestseller dell’epoca, il film è ambientato in Cina, ma come protagonista la MGM scelse di scartare Anna May Wong, preferendole l’attrice tedesca Luise Rainer, pesantemente truccata perché sembrasse asiatica. Con lo sguardo di oggi, quella maschera di trucco risulta caricaturale, otre che offensiva. Eppure, per quel ruolo la Rainer ottenne il suo secondo premio Oscar.