C’era una volta a Hollywood: un urlo da Oscar, la vera storia di Susan Atkins

In "C'era una volta a Hollywood" Mikey Madison ci ha regalato un urlo da Oscar, ma chi era veramente Susan Atkins (Sadie)?

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C’era una volta a Hollywood racconta la storia vera più oscura di Hollywood: gli omicidi della Manson Family.

Tuttavia Tarantino decide di “raccontarla” mettendo al centro due personaggi di fantasia, Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e Cliff Booth (Brad Pitt), le cui storie si incrociano con quelle di persone molto reali… Tra queste ci sono le famigerate “Manson Girls“, rappresentate alla perfezione nel nono film di Tarantino: C’era una volta a Hollywood. Una di quelle che, alla fine del film, rimane più impressa è sicuramente Sadie, Susan Atkins, con il suo urlo da Oscar.

Susan Denise Atkins era conosciuta come Sadie Mae Glutz o Sexy Sadie: sì, proprio come la canzone dei Beatles, Manson aveva un’ossessione per la band. Nell’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, Sadie è impersonata dall’attrice di The Better Things: Mikey Madison. La Madison rappresentava la controparte perfetta di Sadie sulla scena, con i suoi occhi scuri e i lunghi capelli castani ma soprattutto con il suo stupefacente talento. La scena dell’urlo, da Oscar, è sicuramente uno dei momenti più brillanti del film.

Ma chi era veramente la Sadie di C’era una volta a Hollywood?

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Susan Atkins era un ex membro della “Famiglia” di Charles Manson, e non un membro qualsiasi… Sadie è colei che ha ucciso (insieme a Tex Watson) l’attrice Sharon Tate mentre questa era incinta di otto mesi. Portata davanti al Grand Jury di Los Angeles, Susan Atkins ha giurato di aver accoltellato a morte la Tate e di aver agito sotto la direzione di Charlie. Infatti, per Sadie non esistevano limiti che non avrebbe superato per Manson: «il solo uomo completo che abbia mai incontrato». È per lui e per la sua profezia Helter Skelter che, prima di lasciare Cielo Drive, scrisse sulla porta di casa Polanski, col sangue della Tate, «PIG».

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La devozione di Sadie per Charles Manson (per lei Gesù Cristo)

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Per Sadie, come per gli altri del resto, Manson era una sorta di Gesù Cristo e Satana messi insieme, da venerare e a cui obbedire. L’aveva incontrato quando aveva 32 anni, mentre lui era in visita nella Comune dove Susan viveva. Rimasta ipnotizzata da Manson, decise di seguirlo per entrare a far parte della “Famiglia”, con il nome assegnatole da Manson: Sadie Mae Glutz. Così si trasferì nella nuova Comune, dove si passava il tempo a drogarsi e ad ascoltare Manson profetizzare Helter Skelter, un periodo in un futuro prossimo quando sarebbe scoppiata una guerra razziale tra neri e bianchi. La “Famiglia” sarebbe stata proprio l’élite bianca eletta per guidare la società dopo la tragica fine della loro razza.

La guerra razziale non sembrava però tanto vicina, così Manson decise di iniziare con gli omicidi, per “aiutare i neri”.

Nel luglio 1969 Charles Manson, Susan Atkins, Mary Brunner e Robert Beausoleil andarono a casa dell’insegnante di musica e amico Gary Hinman. Come spiegato nel libro Helter Skelter, volevano indietro i soldi che Gary doveva alla “Famiglia”. Quando Hinman rifiutò, Manson tagliò l’orecchio all’uomo con una spada e lasciò la casa. Gli altri rimasero e fu Beausoleil ad accoltellarlo a morte, ma fu la Atkins a lasciare il segno del primo omicidio della “Famiglia”: Sadie scrisse «Political Piggy» sul muro della casa, con il sangue di Hinman.

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La scritta (grammaticalmente errata) lasciata sul frigo di Leno LaBianca.

Poco dopo, quando ormai Sharon Tate e i suoi amici erano stati uccisi, si compieva il terzo omicidio. Mentre Hollywood apprendeva la scioccante notizia della morte dell’attrice, alcuni membri della “Famiglia” tra i quali Manson, facevano irruzione nella casa di Leno e Rosemary LaBianca. Sadie non andò per recarsi invece a casa dell’attore Saladin Nader (tentativo che, fortunatamente, fallì). Nel frattempo gli altri massacravano con una forchettone i due coniugi. I corpi furono ritrovati con la scritta «Deaths to Pigs» e, di nuovo, «Healter Skelter».

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Da sinistra a destra: Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten il giorno del processo.

Nell’ottobre 1969, il Barker Ranch nella Death Valley fu perquisito e i membri della “Famiglia” arrestati. La Atkins fu processata con Manson, Krenwinkel e Van Houten per i massacri Tate-LaBianca. Le ragazze si scolpirono una X sulla fronte e si rasarono la testa per dimostrare la loro solidarietà a Charlie, di fronte a un’aula di tribunale sconvolta. Nel marzo 1971, il gruppo fu condannato a morte per omicidio. In seguito lo Stato convertì la pena di morte in una condanna all’ergastolo. La Atkins fu inviata al California Institute for Women dove, morì nel 2009 a causa di un cancro al cervello.

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