I Dossier della Scimmia: David Gilmour

David Gilmour
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Voce blues, chitarra rock, anima soul: David Gilmour

David Gilmour è stato, e per certi versi è ancora, il chitarrista dei Pink Floyd. L’associazione è quasi immediata. Mister Gilmour, classe 1946, si unisce alla band in un momento delicato della loro storia. Nel 1968 la salute mentale del leader e fondatore del gruppo, Syd Barrett, è in netto declino.

Gli altri componenti, Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason, vedono in pericolo il futuro della band. A Gilmour viene chiesto di entrare nella band, inizialmente come secondo chitarrista. Il suo ruolo all’inizio non è chiaro, ma ben presto risulta lampante che egli dovrà essere un rimpiazzo per Barrett, che infatti poco dopo verrà cacciato di sana pianta, dati i suoi atteggiamenti sempre più erratici.

David Gilmour completa il sound dei Pink Floyd, e tutti sono d’accordo nel constatare come la sua presenza sia stata uno dei fattori fondamentali per il successo della band. Le macchinazioni prog degli altri componenti si incontrano alla perfezione con lo stile chitarristico di David, più legato al blues rock e all’hard rock. La sua voce, graffiante, emotiva, incisiva, è quello che ci vuole per le canzoni del complesso. Per certi versi, David Gilmour costituisce il cuore pulsante del sound dei Pink Floyd.

Uno stile sonoro inconfondibile

La sua chitarra, filtrata attraverso effetti di eco e improntata ad una certa attitudine ambient (si pensi a Shine On You Crazy Diamond), ha finito col simboleggiare tutta una concezione dello strumento legata agli anni ’70 e al rock classico. I suoi assolo sono diventati leggendari: da Time a Mother, da Dogs a Comfortably Numb, passando dalla semplicità di Wish You Were Here all’epicità di High Hopes. La risonanza delle note da lui eseguite ha ispirato generazioni di chitarristi.

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C’è da dire che Gilmour è sempre stato più uno strumentista che un compositore. Nella storia del Pink Floyd, come tutti sanno, attorno al 1973 è la sua controparte, il bassista Roger Waters, ad assumersi il carico di comporre e strutturare i complessi concept che negli anni successivi decideranno la storia e il successo del gruppo. Con gli anni la posizione di Waters si farà sempre più stringente, fino a che, ai tempi di The Wall (1979), Gilmour e compagni non saranno ridotti a meri esecutori delle sue musiche. Negli anni ’80 infatti poi Waters lascerà il gruppo, convinto di non aver bisogno degli altri tre per la realizzazione dei suoi progetti.

Erede di una delle più grandi band del pianeta

Da quel momento le redini del gruppo saranno prese in mano proprio da Gilmour. Sotto la sua guida i Pink Floyd pubblicheranno altri tre album: A Monentary Lapse of Reason (1987), The Division Bell (1994) e The Endless River (2014). Seppur non all’altezza dei loro classici, questi tre album riescono nell’impresa di perpetuare e conservare quel sound accattivante caratteristico della band. Cosa che invece il solo Waters, nonostante l’impegno e l’ambizione dei suoi progetti, non riesce a fare.

Durante la sua lunga carriera, David Gilmour ha pubblicato quattro album da solista: David Gilmour (1978), About Face (1984), On an Island (2006), e Rattle That Lock (2015). Album validi, interessanti per i conoscitori del chitarrista, ma scarsamente all’altezza del suo lavoro con i Pink Floyd. Eccoci tornati a quanto dicevamo in apertura: David Gilmour sarà sempre ricordato come il chitarrista della storica rock band, più che per ogni altra cosa fatta nella sua vita.

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Tanto amato quanto criticato

Oggi la sua figura è guardata anche negativamente, da una parte da chitarristi che gli rimproverano una tecnica “scarsa” e un eccessivo ricorso agli effetti sonori, e dall’altra viceversa da critici che lo accusano di essere simbolo di una musica eccessivamente cerebrale e poco “autentica”. Quest’ultima scuola di pensiero, naturalmente, è quella che già a fine anni ’70 si oppose ai Pink Floyd e alla loro attitudine nel fare musica, per lasciare spazio alla semplicità e all’immediatezza del punk rock.

Quali che siano le vostre opinioni su di lui, non potrete negare il ruolo fondamentale avuto da David Gilmour nella storia della musica rock e nella crescita di una band come i Pink Floyd. Diciamolo: è impossibile pensare a canzoni come Another Brick in the Wall, Pt. 2, Echoes o Learning to Fly, private del suo stile e della sua presenza artistica. David Gilmour, lo si voglia o no, è stato il simbolo di un’era, di un genere musicale, e anche di uno strumento musicale. Ed è certo che, se non ci fosse stato lui, il rock non sarebbe oggi quello che è.

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