10 canzoni rock enormemente deprimenti

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Dieci piccoli incubi musicali per ingrigire la tua giornata.

Per deprimersi, con la musica, non serve andare troppo in là. Tutti abbiamo quella spinta autodistruttiva che, quando siamo depressi, ci conduce ad ascoltare musica triste per deprimerci ancora di più. Di solito va molto bene il post-punk classico (Joy Division nome obbligatorio), il goth rock (i primi Cure), e certi generi di heavy metal, meglio se poco aggressivo e molto lugubre; leggi: Black Sabbath.

Si potrebbe cercare anche dalle parti del grunge, genere noto per le tematiche poco allegre spesso affrontate; oppure in territorio rock elettronico, dove la fredda indifferenza dei suoni industrial bene accompagna la sofferenza della nostra anima. Insomma, non serve pescare gruppi poco noti come i Sisters of Mercy per gettarsi musicalmente nella depressione più nera. Se proprio siete decisi a farvi del male, ecco dieci pezzi di band famose che vi aiuteranno a rovinarvi la giornata.

10. Tears for Fears – Mad World

La versione originale di questa celebre canzone, del duo britannico Tears for Fears, trasuda incertezza e auto-commiserazione. Basti il celebre verso “The dreams in which I’m dying are the best I’ve ever had” (I sogni in cui sto morendo sono i migliori che ho mai fatto). Anche le vocalità velatamente lamentose di Curt Smith, accompagnate ai potenti synth new wave che sembrano voler atterrire l’ascoltatore dall’alto, sono tutti elementi che ben contribuiscono all’infelice atmosfera della canzone.

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https://open.spotify.com/track/0Qv7xi6uPSqH2k82tOkGSt
Tears for Fears – Mad World, 1983

9. Soundgarden – 4th of July

Questo pezzo è uno dei meno noti contenuti nell’album capolavoro dei Soundgarden, il celebre Superunknown (1994). La canzone è tutta imperniata su sonorità grunge che prendono da una parte dall’heavy metal più distorto e dall’altra dallo stile stoner. Il risultato è una canzone disperatamente escatologica, che rappresenta la fine dell’esistenza con metafore colorite, e arricchite dal doppio canto di Chris Cornell, il quale si distende su due ottave. Disperazione pura.

https://open.spotify.com/track/51tNVUhljP9aejBj3vIfjH
Soundgarden – 4th of July, 1994

8. Nine Inch Nails – Mr. Self-Destruct

Già di per suo, l’album The Downward Spiral (1994) dei Nine Inch Nails di Trent Reznor rappresenta un concept tutto incentrato sull’idea di una discesa verso l’autodistruzione, la rovina completa di sé, l’annientamento nichilistico dell’ego. Mr. Self-Destruct, il pezzo di apertura, non può che introdurre degnamente questo concept con sonorità estremamente aggressive derivate dall’industrial metal, che fin da subito non lasciano un attimo di respiro né un barlume di speranza.

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https://open.spotify.com/track/0fbbSNH28FSbAkMUQ632i0
Nine Inch Nails – Mr. Self Destruct, 1994

7. Nirvana – Negative Creep

I Nirvana sono spesso, e non a torto, associati particolarmente alla depressione e alla trattazione di temi poco allegri. Per questa ragione, quasi tutte le canzoni nella discografia del gruppo di Kurt Cobain sarebbero state adatte a questa classifica. Abbiamo deciso di ripescare un pezzo forse poco noto al grande pubblico: Negative Creep, dal primo album, Bleach (1989). Temi: impossibilità, incapacità, alienazione.

https://open.spotify.com/track/4zIsMAQASzCg6XK7WExT54
Nirvana – Negative Creep, 1989

6. Black Sabbath – Black Sabbath

Scelta che forse a qualcuno potrà apparire scontata, ad altri fuori tema, trattando questa canzone fondamentalmente di Satana. Tuttavia, l’atmosfera funerea del pezzo, le urla sguaiate di Ozzy Osbourne, la particolare progressione armonica e il testo stesso lo rendono un esempio perfetto di canzone deprimente. Ascoltatela e cercate di restare allegri fino alla fine.

https://open.spotify.com/track/1udmPvJoBnqitbeYKKc9mc
Black Sabbath – Black Sabbath, 1970