George Harrison: le 10 canzoni più belle da lui scritte per i Beatles [ASCOLTA]

Harrison
George Harrison nel video di "Something"
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George Harrison, il Beatle dimenticato.

Forse non tutti sanno che George Harrison, chitarra solista dei Beatles, era un autore coi fiocchi. Beninteso, lo è diventato dopo anni di crescita artistica, pure all’ombra di due giganti come Lennon/McCartney. Negli anni il suo songwriting è migliorato visibilmente, e quando il quartetto era ormai alla fine si può dire che le sue canzoni superavano quasi, come livello, quelle dei due colleghi. Ecco le migliori dieci canzoni scritte da George Harrison per i Beatles.

10. Only a Northern Song

Scritta inizialmente per l’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), questa canzone venne poi scartata e inserita nella colonna sonora del film d’animazione Yellow Submarine (1968).

Il pezzo venne composto da Harrison per esprimere la propria insoddisfazione in quanto autore “minore” del gruppo (Northern Song era la società che gestiva i diritti delle canzoni del quartetto). Only a Northern Song presenta varie sperimentazioni di studio, com’era pratica già molto diffusa all’epoca, con diverse sovraincisioni e manipolazioni.

9. Taxman

Nel 1966 i Beatles scoprirono che gran parte dei loro guadagni se ne andavano in tasse, problema questo che avrebbe tormentato molti altri musicisti inglesi.

Harrison scrisse questo pezzo di “protesta” (prendiamo con le pinze), in cui denunciava ironicamente il cinismo e la venalità delle istituzioni monetarie. Ciò che più è rimasto, comunque, è l’atmosfera hard rock del pezzo, per niente banale all’epoca.

8. Piggies

Piggies è una delle quattro canzoni scritte da George Harrison che si trovano nel famoso White Album (1968). È un pezzo di genere baroque pop, con uso estensivo di clavicembalo e orchestrazioni.

La canzone è un chiaro riferimento a La fattoria degli animali di George Orwell, e rappresenta un altro attacco di Harrison contro i mali della società. Peccato che la canzone sia stata poi presa fin troppo alla lettera da Charles Manson, come vi abbiamo già raccontato.

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7. I Me Mine

Chiaro riferimento a uno dei grandi problemi dell’occidente (l’ego), I Me Mine mostra il lato più incattivito di Harrison. Anche perché è indirizzata direttamente ai due colleghi Lennon e McCartney. La canzone infatti fu l’ultima registrata ufficialmente dai Beatles (1969), già in mezzo a litigi e beghe legali. Fatto significativo, in effetti.

Il pezzo sfrutta passaggi da un tempo di 6/8, ad un tempo di valzer in 3/4, con una melodia barocca. E poi, nel refrain, un veloce giro di blues distorto.

6. Blue Jay Way

Blue Jay Way venne scritta da Harrison dopo un viaggio in California, in piena estate dell’amore. Harrison di aspettava di incontrare gente felice e colorata, gli hippie di cui si parlava tanto. Incontrò invece solo ragazzini strafatti e capricciosi, cosa che ispirò i cupi toni di insoddisfazione del pezzo.

Blue Jay Way è tecnicamente una canzone di genere rock psichedelico, nebbiosa e ipnotica. È basata su diverse melodie suonate con un organo Hammond, basate tutte su un unico accordo di Do, motivo ispirato alla musica indiana e che ricorre spesso nel canone Harrisoniano.

5. The Inner Light

Questa canzone è poco nota, poiché pubblicata come lato b del singolo Lady Madonna (1968). La canzone trasporta subito in India. Abbiamo diversi strumenti indiani come sarod, shehnai, bansuri e pakhawaja (sì, sembrano inventati ma esistono davvero).

George Harrison era molto affascinato dalle religioni orientali, e qui infatti abbiamo la trascrizione di un poema taoista. La canzone venne pure registrata interamente a Bombay, dal solo Harrison con l’aiuto di alcuni sessionmen indiani.

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4. While My Guitar Gently Weeps

Questo pezzo è un lento e malinconico blues, celebre per l’atmosfera intensa e lamentosa. La canzone venne inserita nel White Album, e dimostra la sicurezza e l’efficacia del songwriting di Harrison in pieno sviluppo, così come la sua padronanza su ogni aspetto creativo della canzone. Vi abbiamo raccontato qui di un ospite speciale che suonò la chitarra solista nella canzone: Eric Clapton.

3. Here Comes the Sun

Al di là del messaggio positivo e ottimista, questa canzone si fa notare per la struttura complessa (la variazione alterna tra 11/8, 4/4 e 7/8) e l’utilizzo di un sintetizzatore Moog, strumento molto popolare all’epoca.

Vista la complessità e la radice folk/psichedelica, si potrebbe forse dire (andandoci coi piedi di piombo) che questo pezzo di George Harrison si pose alla base di quello che sarebbe diventato poi il rock progressivo.

2. Something

Spesso considerata una delle migliori canzoni d’amore mai scritte, Something è un delicato pezzo soft rock con chitarra wah-wah e atmosfera post-psichedelica. Fu l’unica canzone di George Harrison a venire pubblicata come lato a di un singolo dei Beatles (1969), e spicca, assieme ad Here Comes the Sun, come la migliore canzone dell’album Abbey Road.

1. Within You, Without You

Mantra Harrisoniano per eccellenza, Within You, Without You è la canzone più “indiana”, tra quelle registrate da Harrison, con un uso estensivo del sitar. Una perfetta poesia spirituale, che indaga le controversie e le ipocrisie dell’essere umano, e lo fa in un’atmosfera che è psichedelica per eccellenza. È infatti da canzoni come questa che deriva il cliché sitar/hippie. Cionondimeno, rimane la canzone più completa e più ambiziosa che George Harrison abbia mai scritto.

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