“L’ora più buia”, la recensione del nuovo film di Jow Wright con un sontuoso Gary Oldman

Joe Wright ci porta nella vita di Wintson Churchill focalizzando l'attenzione sull'uomo ancor prima che sullo statista. Un film intenso con un Gary Oldman sontuoso ed in odore di Oscar.

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Gary Oldman ne L'ora più buia
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L’ORA PIù BUIA: RECENSIONE – “Lacrime, sudore e sangue“. Queste sono le tre parole che spiccano nel discorso che Winston Churchill tenne nella camera dei Lord subito dopo essere insignito come Primo Ministro inglese nel momento peggiore della storia del Regno Unito. Joe Wright ci racconta quegli attimi critici, durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui gli inglesi erano il prossimo bersaglio delle truppe naziste. Un momento chiave per le sorti della seconda grande guerra. E lo fa con il suo solito stile sofisticato e virtuoso, mai banale neanche quando si tratta di un film biografico con un finale dalle forti tinte patriottiche.

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L’ORA PIù BUIA: RECENSIONE – Attraverso un lunghissimo prologo, Joe Wright ci racconta i frenetici momenti che videro le dimissioni di Chamberlain in favore di Winston Churchill, ben accetto dall’opposizione ma scelto con riluttanza dal suo partito e da Re Giorgio V. La disfatta di Gallipoli pesava moltissimo su Churchill ma l’Inghilterra aveva bisogno di una certa coesione. Coesione che solo Churchill poteva dare. Serviva una mossa per fermare le truppe tedesche che poco a poco avanzavano pericolosamente, accerchiando le truppe inglesi sulla spiaggia di Dunkerque. Già, proprio quella della ritirata strategica raccontata da Nolan. In questo senso, “L’Ora più Buia” potrebbe quasi essere una sorta di prequel di “Dunkirk“. Infatti, il racconto mostra la diatriba intestina che vedeva il ministro Halifax voler scendere a patti con Hitler e la tenace opposizione di Churchill.

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L’ORA PIù BUIA: RECENSIONE – Il film non è solo lotta politica. Wright si focalizza sul Churchill uomo ancor prima che politico. Il Churchill statista ma anche quello delle battute pregne di birtish humor. Non indaga la sua vita, come farebbe un normale film biografico. Il regista ci mostra il carisma del politico ma anche l’insicurezza dell’uomo, soprattutto grazie alle (poche) inquadrature statiche che sottolineano lo stato d’animo di Churchill. Memorabile quella in cui si trova nel suo bagno privato a chiedere aiuto a Roosvelt, mostrandoci il primo ministro inglese schiacciato da una morsa idealizzata. Chi conosce Wright già è consapevole del suo stile registico ricercato che non lascia nulla al caso, tantomeno l’ottima colonna sonora di Dario Marianelli. Una regia dunque che conferma la bravura del regista inglese autore di ottimi film come gli adattamenti Espiazione ed Anna Karenina.

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L’ORA PIù BUIA: RECENSIONE -Ciò che balza all’occhio più di gni altra cosa è l’interpretazione di Gary Oldman, in odore di premio Oscar. Ed anche a ragione. Davvero sontuoso in questo film, interpretando un ruolo certamente non facile e dalle mille sfaccettature, proprio come era Churchill. E per amplificare il carattere dell’ex primo ministro, Wright tesse una fitta tela di rapporti istituzionali e non che fa emergere la personalità ed il carisma di questo leader politico, capace di dare unità ad un popolo impaurito. Tenace ma anche capace di tornare sui suoi passi e soprattutto di ascoltare, come nella sequenza della metro londinese in cui si confronta faccia a faccia con cittadini comuni. Una scena davvero emozionate che fa toccare l’apice al personaggio ed unisce la figura del politico a quella dell’uomo.

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