M. Night Shyamalan, 5 film per conoscerlo [LISTA]

In occasione dell'uscita del suo nuovo film, abbiamo deciso di ripercorrere la carriera di M. Night Shyamalan

M. Night Shyamalan
Credits: YouTube/ M. Night Shyamalan Talks 'Old' and His Love of Scaring Audiences - Variety
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Nelle sale è appena arrivato Bussano alla Porta, nuovo film diretto da M. Night Shyamalan. Il regista indiano naturalizzato statunitense è ormai al suo quindicesimo film in 30 anni di attività. Ci è sembrato dunque giusto ripercorrere la sua carriera per consigliarvi 5 film da vedere per conoscere meglio uno dei cineasti più rivoluzionari degli ultimi anni. Vi ricordiamo che questa non è una classifica, ma solamente una serie di consigli che vi diamo. Detto questo, iniziamo.

Il sesto senso, 1999

Il sesto senso

Se si pensa a M. Night Shyamalan, la prima cosa alla quale la mente vola immediatamente è “il plot twist finale”. Nessuno come il regista di origine indiane è riuscito a creare così tanto hype attorno ad un momento, ad una rivelazione finale che riesca a cambiare il senso di quanto visto nelle due ore precedenti. E, se vogliamo trovare il principe indiscusso di questa categoria, film che ha reso celeberrimo il cineasta al mondo, non si può che parla de Il Sesto Senso.

Il film con protagonista uno strepitoso Bruce Willis e un inquietante Haley Joel Osment racconta di un bambino in grado di vedere le persone morte e di uno psicologo che tenta di aiutarlo. Ma, attenzione, quello stesso dottore che per tutto il film crediamo essere un semplice supporto alla mente del giovane Cole in realtà si scopre essere anche lui morto anni prima e dunque riesce a parlare col piccolo grazie alle capacità, tacciate come problemi psichici che avrebbe dovuto aiutare a risolvere. Una trovata geniale che ha reso Shyamalan il regista dei finali a sorpresa e dei colpi di scena mozzafiato.

Col passare degli anni ha ovviamente utilizzato moltissime altre tecniche narrative ma quella che ha generato qui in Il Sesto Senso è divenuto il suo assoluto marchio di fabbrica, rendendolo un’autentica icona del cinema.

Trilogia Eastrail 177, 2000-2016-2019

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Se è vero che siamo abituati oramai a vedere arrivare in sala decine di film di supereroi l’anno, fino a qualche tempo fa non era pratica così comune. Ancor di più se si parla di personaggi non appartenenti a Universi fumettistici consolidati magari diretti da autori rinomati. Ecco tutto quello che abbiamo detto è perfettamente riconducibile alla cosiddetta Trilogia Eastrail 177, ovvero sia Unbreakable, Split e Glass. In questi tre film M. Night Shyamalan ci mette di fronte alla sua personalissima idea di supereroe e lo fa seguendo lo stile che ha sempre contraddistinto la sua carriera.

Nel primo film assistiamo infatti al più classico dei plot twist finali che trasforma improvvisamente un personaggio fino a quel momento positivo nel villain della storia. Nel secondo si crea una commistione tra una vicenda verosimile, come quella di un uomo affetto da personalità multiple tendente alal violenza, con elementi supereroistici che prendono alla sprovvista gli spettatori che, in moltissimi casi, neanche sanno di star vedendo il sequel di un film uscito 18 anni prima. In Glass infine il cineasta indiano mescola tutti gli elementi precedentemente visti per creare un autentico film di supereroi che così tanto il pubblico del 2019 ama.

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Non sono sicuramente film perfetti e spesso, specie il terzo, tendono a perdere il confronto con cinecomics più ricchi e rinomati. Tuttavia anche in queste opere Shyamalan mette sul piatto la sua esperienza, la sua passione e la sua spasmodica voglia di sorprendere perennemente il pubblico creando una trilogia dalla grande profondità, dalle molteplici chiavi di lettura e con una storia davvero avvincente. Il tutto mescolato ad un ritmo che difficilmente si ritrova nel cinema spesso posato e compassato del cineasta. Immancabile.

Signs, 2002

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Nell’arco della sua carriera M. Night Shyamalan è sempre stato affascinato da alieni, creature misteriore, e destini incerti. Il film nel quale tuttavia questa sua passione per l’ignoto e il misterioso ha trovato più forza è sicuramente Signs. Storia di un’invasione aliena fatta in una piccola cittadina della Pennsylvania che ha reso celeberrimo il mito dei cerchi nel grano, quella di questo film nasconde dietro di sè un ragionamento intimista, fatto sulla natura umana e sulla sopportazione del dolore.

Signs è una perfetta commistione tra quello che il pubblico pensava di vedere fin dall’inizio e quello che il regista ha in serbo per lui. Se infatti gli alieni sono effettivamente presenti e pericolosi, cosa che tutti entrando in sala sapevano, d’altra parte il cineasta ha anche realizzato un raffinato ragionamento su fede, dogmi, credenze e destino.

Nel corso degli anni spesso si sono lette critiche circa la debolezza degli alieni all’acqua e la loro decisione di invadere un pianeta fatto per la gran parte di questo elemento. Tuttavia Shyamalan gioca proprio su questo concetto per dare la sua personale versione del concetto di fato, di ineluttabilità e di forza del destino. Un film che nel corso degli anni è entrato di diritto nella cultura pop e che ad oggi rimane uno di quelli che maggiormente riescono a danzare sul labile confine oltrepassato il quale sarebbe finito male che senza mai sorpassarlo, regalando un’opera immancabile.

Lady in the Water, 2006

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Sebbene questo Lady in The Water presenti diversi problemi e non dovrebbe, qualitativamente, essere qui, risulta fondamentale per capire a pieno la carriera di M. Night Shyamalan. Il regista indiano mette in scena infatti una sorta di fantasy fiabesco ispirato ad una favola da lui stesso ideata. Si tratta di un lavoro di puro amore, cosa evidentente dal fatto che il cineasta ha voluto essere uno dei protagonisti, cosa che non gli capita troppo spesso. La storia è dolce, delicata, porta lo spettatore mano nella mano fino alla sua conclusione. Proprio come se Shyamalan ci stesse leggendo una sorta della favola della buonanotte.

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Anche qui il regista inserisce colpi di scena finali e mostra tutto il suo amore per l’ultraterreno. Tuttavia lo fa in un modo così tenero da essere un unicum nella sua carriera. Lady in The Water mostra tutto il lato tenere presente in M. Night Shyamalan, strumento fondamentale negli spettatori per capire alcune scelte narrative e di regia che il regista avrebbe fatto negli anni successivi.

Sebbene infatti l’horror sia sempre stato il suo genere preferito, in quasi tutte le sue opere le storie vengono raccontate con un retrogusto di dolcezza, specie nel modo in cui vengono trattati i bambini o come viene affrontato il dramma della scomparsa, nodo focale di questo Lady in The Water. Avremmo potuto scegliere sicuramente altre opere come ad esempio l’affascinante The Village, tuttavia abbiamo voluto parlarvi di uno dei film più bistrattati di Shyamalan ma che è tuttavia fondamentale per capire la sua filosofia registica.

The Visit, 2015

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A cura di Emanuele Marcucci

Film datato 2015, The Visit è l’ennesima intuizione di Jason Blum, fondatore della casa di produzione Blumhouse e vero Re Mida del cinema horror.

Dopo i flop de L’Ultimo dominatore dell’aria e After Earth, M. Night Shyamalan, stroncato da pubblico e critica, si ritrova in quello che è forse il momento più delicato della sua carriera. A toglierlo dall’empasse è proprio Blum, che gli affida un progetto low budget.

Costato solo 5 milioni di dollari, The Visit sancisce il grade ritorno del regista indiano, che, alla sua prima esperienza col mockumentary, gira un horror tesissimo ed efficace.

Il film parla di due ragazzini che si recano per la prima volta in visita dai nonni mai visti prima a causa dei rapporti estremamente tesi fra loro e la madre. The Visit alterna sapientemente registri diversi, mischiando l’irriverenza dei bambini protagonisti all’orrore e alla suspense di un intreccio estremamente intrigante.

Grazie a questa piccola ma ispirata produzione, il regista incontra nuovamente i favori della critica e registra un incasso di quasi 100 milioni di dollari, rimettendo così in carreggiata una carriera che sembrava ormai destinata a naufragare. È proprio in seguito a questo successo che Jason Blum si convince a investire anche su Split e Glass, consentendo a Shyamalan di chiudere la storia iniziata anni prima con Unbreakable – Il predestinato.

The Visit è un film da vedere per assistere alla rinascita di un autore talentuosissimo che ha evidentemente ancora molto da regalare al cinema contemporaneo.

Che ne pensate? Qual è il vostro film preferito di M. Night Shyamalan?

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