La ragazza di neve: spiegazione del finale serie Netflix

Ecco la spiegazione approfondita del controverso finale di La ragazza di neve, thriller spagnolo al primo posto delle classifiche Netiflix.

la ragazza di neve
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Tratta dal romanzo di Javier Castillo, il 27 gennaio è arrivata su Netflix la serie spagnola La ragazza di neve (titolo originale La chica de nieve) e si è subito piazzata al primo posto delle serie TV più viste in Italia sulla piattaforma californiana.

La ragazza di neve, la trama.


Malaga. Amaya Martin, una bambina di cinque anni, viene rapita durante la consueta sfilata dei Re Magi. La piazza centrale è gremita e al papà di Amaya basta distrarsi pochi secondi per perdere sua figlia nella folla. Non la rivedrà mai più.
Il caso si impone all’attenzione dei media e diventa di interesse nazionale.

Miren Rojo (Milena Smit) è una giovane stagista del Sur, il principale quotidiano di Malaga. Ha subito una violenza sessuale da poco ed è ancora fortemente traumatizzata. Così, quando si ritrova per le mani il caso di Amaya, empatizza fortemente facendosi coinvolgere più del dovuto.
Le indagini vanno avanti spedite ma della bambina e del suo rapitore nessuna traccia. La polizia sonda diverse piste: tutte promettenti, ma tutte alla fine inconcludenti.
Nonostante l’incredibile dispiegamento di forze in campo, dopo un po’ le indagini si arenano. La polizia è a un punto morto e la stampa smette di parlarne. Smettono tutti tranne Miren, che continua ostinatamente a scrivere del caso nella ferma convinzione che prima o poi qualcosa salterà fuori.
E infatti sei anni dopo, alla scrivania di Miren, che adesso non è più una giornalista investigativa alle prime armi ma un’affermata reporter del Sur, arriva una busta gialla con dentro una VHS. All’interno c’è un video di Amaya dodicenne che gioca felice nella sua cameretta con la casa delle bambole.

La ragazza di neve, serie tv thriller su Netflix - LetteraturaHorror.it

La storia viaggia su due linee temporali: quella del 2010, l’anno del rapimento di Amaya; e quella del 2016, in cui si muovono i personaggi alla luce dei nuovi sviluppi.
A questa linea temporale se ne aggiungerà una terza, quella del 2019, che scopriremo essere del tempo presente. La storia andrà avanti e indietro su queste tre linee in modo da centellinare sapientemente le tessere del mosaico da dare in pasto allo spettatore.

La ragazza di neve, il finale.


La ragazza di neve è un thriller che vive di continui rilanci e cliffhanger. Sei puntate super adrenaliniche in cui tutto ruota intorno al mistero del rapitore di Amaya che gli sceneggiatori, coraggiosamente, scelgono di svelare alla fine della quarta puntata e non nel finale di stagione come manuale vorrebbe.
A rapire la piccola è stata una giovane coppia: Iris e Santiago che, non potendo avere figli, si era rivolta alla clinica della dottoressa Ana (Loreto Mauleòn). I tentativi di inseminazione erano stati molteplici e infruttuosi, dando fondo ai loro risparmi e alle loro speranze. Così, quando la sera della parata dei Re Magi si sono trovati la bimba davanti, l’occasione ha fatto Iris rapitrice di bambini. Una decisione non premeditata quindi, ma dettata dal senso di frustrazione e disperazione che attanagliava la donna per via della sua sterilità.

Da qui una serie di forzature che finiranno inevitabilmente per sporcare una serie che in fin dei conti era riuscita a mantenere un livello alto per gran parte della sua narrazione.

Iris e Santiago scelgono di perseverare nella loro follia. La sera stessa dell’accaduto la giovane coppia discute sul da farsi. Lui prova a persuadere lei, le dice che sono ancora in tempo per tornare sui loro passi, che in fondo è passato poco tempo, ma lei è irremovibile: Amaya resta, sarà la figlia che la vita non ha voluto darle. Amaya da quel giorno in poi diventa una reclusa, le cambiano nome (Julia) e le fanno il lavaggio del cervello convincendola del fatto che loro sono i suoi veri genitori e, soprattutto, che il mondo è pieno di gente cattiva, ragion per cui lei non deve mai allontanarsi da casa se non per uscire in cortile a giocare col cane: se sente una macchina arrivare, deve schizzare subito dentro come fosse Usain Bolt.
Per quanto Iris possa essere una donna completamente fuori di senno perché distrutta dall’incapacità di procreare, e per quanto Santi possa essere un marito amorevole che cerca di accontentare e aiutare sua moglie a uscire dal periodo nero che sta attraversando, è molto poco credibile che per assecondarla avalli un rapimento di persona. Un matto sì, due no, non ci crediamo.

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La povera bimba cresce quindi senza amici, senza scuola (è la stessa Iris a farle da insegnante a casa) e senza tecnologia: non c’è la tv né internet perché Amaya potrebbe incappare in un TG o in un articolo in rete che racconta la sua storia. Iris e Santiago si sono ricavati una stanza apposita per il computer per rimanere collegati col mondo.

La storia scorre bene, cullandosi nel caldo abbraccio delle regole di genere. Poi un’altra forzatura: a Iris, donna capace di rapire una bambina a sangue freddo, strappandola per sempre ai propri genitori e privandola della sua infanzia perché costretta a vivere come una reclusa, dopo sei anni (che a momenti Amaya va al college!) viene in mente che forse quello che hanno fatto non è proprio una bella cosa. Vedendo un video dei Martin decide che sarebbe il caso di far sapere loro che alla fine la ragazzina sta bene. Certo, se la sono presa loro per sempre e non gliela daranno mai più indietro, però sta bene. È contenta, signora?
Anche stavolta il marito avalla, o meglio: è riluttante, ma siccome in casa il suo parere conta poco, si fa come dice Iris. Il mezzo con il quale decidono di “rasserenare” i Martin è una VHS. Il video arriva a Miren Rojo e da lì alla polizia. Iris è contenta: pensa di aver fatto una buona azione e invece ha fatto una cavolata.

Da lì in poi l’indagine vive una seconda vita e la polizia si fa sotto a Iris e Santi. Intanto la ragazzina cresce e diventa sempre più difficile tenerla nascosta. Iris uccide uno della banca che era venuto a casa per un sollecito di pagamento, e allora Santi decide che si è superato il limite: vuole confessare. Dopo 9 anni si è varcata la linea di confine, prima no, prima erano la famiglia del Mulino Bianco.
Ebbene non ci crederete, ma proprio mentre sta attraversando la strada che lo porta al commissariato per cantare, Santi viene investito da una macchina e muore. Che coincidenza!

La morte di Santi getta Iris nella più profonda disperazione. Non sa gestire la cosa, commette una serie di passi falsi, incluso l’invio di un secondo video grazie al quale Miren Rojo risale a lei. Scoperta, Iris decide di uccidersi insieme a sua figlia buttandosi col furgone da un dirupo. A morire però è solo lei, per Amaya solo qualche graffio (ma tu guarda): adesso è libera di tornare dai suoi veri genitori. Happy Ending.

La ragazza di neve, epilogo e cliffhanger finale.


La storia si chiude con Miren che, dopo due anni, su questa storia c’ha scritto un libro e lo ha intitolato La ragazza di neve. È in una libreria con il suo mentore, sembra aver chiuso il suo fatal flaw e tutto sembra tornato alla normalità quando riceve una busta gialla con su scritto: TI VA DI GIOCARE? Dentro la busta il cliffhanger finale che apre clamorosamente a una seconda stagione.

Che ne pensate di questa serie? Vi è piaciuta?

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