Spotify: quanto vengono pagati gli artisti per la musica in streaming?

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Ormai tutti usano Spotify e per un cantante o un gruppo è impossibile diventare famosi senza presenziare sulla piattaforma. Ma quanto si guadagna esattamente con la musica in streaming?

Spotify è ormai la piattaforma più usata per l’ascolto di musica. Anche se ce ne sono altre e le vendite di vinili, cd-rom e persino musicassette proseguono, rimane il fatto che un artista o una band che desiderino raggiungere il successo (o mantenerlo) debbano per forza passare per Spotify.

Ma questa piattaforma quanto consente loro di guadagnare, esattamente, rispetto alle vendite su supporti fisici e al di là di concerti o altre sponsorship? La risposta potrebbe sembrare semplice, ma non lo è. Cominciamo col riportare quel che ci dice Ditto Music, nostra fonte, la quale ci indica che in media un artista viene pagato dai 0.003 ai 0.005 dollari per ogni ascolto in streaming.

Questo significa, tanto per rendere l’idea, che se la mia canzone verrà ascoltata in streaming per mille volte io guadagnerò qualcosa come 4 dollari e mezzo, mentre se viene ascoltata un milione di volte il mio guadagno sarà di circa 4300 dollari. Questo tenendo presente che, di base, i guadagni vengono spartiti in 70% per l’artista e 30% per la piattaforma.

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Ma non è finita qui, anzi le cose si complicano se si considerano altri fattori. Uno: quali sono gli accordi con la casa discografica? Infatti i numeri possono cambiare a seconda dei patti tra la piattaforma e l’etichetta e in base a quale sarà la commissione di quest’ultima sul totale. Una major, per esempio, potrebbe garantire più ascolti con più promozione ma chiedere anche una fetta più ampia dei guadagni.

Due: la provenienza degli ascolti. La regione geografica influisce sull’entità del guadagno; per esempio, se un ascolto negli Stati Uniti rende 0.0039 dollari, uno in Portogallo rende solo 0.0018 dollari (il corrispondente in euro, sarebbe a dire). La stima qui sopra viene effettuata sulla base degli ascolti ipotetici effettuati negli Stati Uniti, ma a seconda del paese il risultato cambierà.

Tre: l’ascolto è free o premium? A seconda del piano di abbonamento i guadagni incrementano anche perché chiaramente gli abbonati portano più soldi. E, di conseguenza, quanti più utenti abbonati ascoltano la mia musica, tanto maggiori saranno le royalties che Spotify mi potrà offrire e più guadagnerò.

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Per queste ragioni, possiamo ben capire come oggi per un artista sia fondamentale attirare la maggior fetta di pubblico possibile sulla piattaforma, promuovendo via social e ad ogni pié sospinto la propria musica online. Perché i guadagni in streaming sono considerevolmente minori, come del resto è noto, rispetto a quelli derivanti dalle vendite di un cd o di un vinile.

Infatti poniamo, utilizzando il metodo di stima di cui sopra, che in un disco con dodici tracce ciascuna di queste tracce venga ascoltata (ottimisticamente) mille volte: guadagnerò circa cinquanta dollari. La stessa cifra potrebbe essere guadagnata vendendo tre sole copie fisiche in cd, o due in vinile, dello stesso disco.

Ne consegue che il meccanismo privilegia essenzialmente gli artisti famosissimi e i grandi fenomeni mondiali, che su Spotify possono contare letteralmente su miliardi di ascolti in streaming e quindi su cifre altissime derivanti dalle royalties. Per gli altri, paradossalmente, sembra quasi più conveniente il vecchio metodo dell’autopromozione con i cd autoprodotti in garage!

Fonte: Ditto Music

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