Fabrizio De André – Bocca di Rosa: significato del testo

Sanremo; Il pescatore; Fabrizio De André
Credits: Fabrizio De André / YouTube
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Una delle più belle canzoni di De André: ma chi è davvero Bocca di Rosa?

Tra tutte le canzoni del canzioniere di Fabrizio De André, Bocca di Rosa è certamente una delle più conosciute e cantate. Complici il ritmo semplice e cantilenante, la semplice melodia ripetuta senza sosta e la storia, nella più fiera tradizione folk cantautoriale, che si dipana su di essa.

Opinione diffusa è che la canzone parli di una prostituta, così come anche Via del Campo, della quale è b-side quando esce come singolo, nel 1967. In realtà, per quanto oggi il titolo della canzone si utilizzi come eufemismo di una tale figura, il testo sembra suggerire diversamente, come vedremo.

La chiamavano Bocca di Rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano Bocca di Rosa
Metteva l’amore sopra a ogni cosa

Appena scesa alla stazione
Del paesino di 
Sant’Ilario
Tutti s’accorsero con uno sguardo
Che non si trattava d’un missionario

Bocca di Rosa, nome “d’arte” d’una donna ignota ma chiaramente seducente, giunge nel fittizio paesino di Sant’Ilario. Secondo De André la storia è reale ed ha riguardato lui in persona a Genova, nel 1962, dove la sua Bocca di Rosa è scesa alla stazione di Nervi.

C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di Rosa né l’uno, né l’altro
Lei lo faceva per passione

Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concubito
Ha il cuore libero oppure ha moglie

Da questi versi appare chiaro che Bocca di Rosa non esercita propriamente il mestiere di prostituta, né sceglie il sesso come sfogo per il proprio malessere esistenziale. Piuttosto, sembra appassionata dell’atto carnale vero e proprio, scevro di ogni significato che non sia insito nel piacere stesso.

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E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di Rosa si tirò addosso
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso

Ma le comari d’un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva

Una figura dirompente in un paesino sonnolento, con rapporti che possiamo immaginare stantii e consunti. Come la Daisy Miller di Henry James, la nuova ragazza sembra portare con sé il colore in un ambiente in bianco e nero.

La sua avvenenza cattura ovviamente subito i maschi del paese, mariti annoiati da matrimoni spentisi anni addietro, frustrati dal lavoro e dalla noia e bisognosi di trasgressione. Ci viene fatto intendere che la ragazza non lo fa con malizia: le è naturale attirare gli uomini a sé.

Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel Tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non può più dare cattivo esempio

Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto

Le mogli, tradite di nascosto ma ben consapevoli di tutto, in un paesino nel quale le voci girano e tutto si sa, non sanno come reagire. Si convertono in malelingue e gettano sulla nuova venuta ogni tipo di imprecazione, ma ovviamente non basta a sedare i risvegliati appetiti dei loro uomini.

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Ad intervenire nel modo “giusto” è una figura estranea a codeste meccaniche, e perciò più lucida nel giudicare e in grado di guardare il problema da una prospettiva diversa. Un’anziana zitella, probabilmente invidiosa ma allo stesso indifferente perché non direttamente coinvolta, suggerisce il ricorso alla giustizia.


E rivolgendosi alle cornute
Le apostrofò con parole argute
“Il furto d’amore sarà punito” – disse –
“Dall’Ordine Costituito”

E quelle andarono dal commissario
E dissero senza parafrasare:
“Quella schifosa ha già troppi clienti
Più di un consorzio alimentare”

Prosegue a pagina 2!