Pong: Il primo grande Plagio della storia dei videogiochi [VIDEO]

Pong, universalmente riconosciuto come il primo gioco della storia, nacque da un plagio che diede vita ai cossiddetti troll dei brevetti

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Pong, sviluppato dalla Atari nel 1972, è uno de primi videogiochi mai creati. Grazie a lui si ebbe la spinta che portò poi alla repentina crescita del mercato videoludico che oggi conosciamo bene. Tuttavia la verità è che il successo planetario avuto da Pong arrivò a seguito del primo enorme caso di plagio della storia videoludica.

Nel 1962 infatti l’ingegnere Ralph Baer ebbe un’autentica illuminazion fuori dal terminal degli autobus della Port Authority a Manhattan. L’uomo abbozzò infatti un piano per un meccanismo per giocare ai videogiochi su un normale televisore di casa. Il suo datore di lavoro, una società di appaltatori militari chiamata Sanders Associates, si incuriosì e decise di finanziare il progetto. Nel marzo 1971 depositò il brevetto per il primo videogioco della storia.

In seguito Sanders Associates decise di concedere in licenza l’invenzione di Baer all’azienda Magnavox che nell’estate del 1972, aveva presentato l’Odyssey, la prima console per videogiochi domestica di sempre. Uno dei giochi integrati era Table Tennis che aveva lo stesso identico funzionamento e grafica del Pong che oggi conosciamo.

Il fondatore di Atari, Nolan Bushnell, vide l’Odyssey in una vetrina di prodotti Magnavox nel 1972 e decide di realizzare un prodotto superiore. Arruolò il programmatore Allan Alcorn, che non era a conoscenza del lavoro di Baer e, portato a credere che il progetto fosse una commissione della General Electric, creò Pong .

Nell’aprile 1974, Magnavox intentò una causa per violazione di brevetto contro Atari e diverse altre società che commercializzavano le proprie varianti Pong. Presumibilmente, gli avvocati di Atari spiegarono alla società che avrebbe potuto battere Magnavox al processo. Tuttavia il costo del contenzioso in quel caso avrebbe superato le finanze di Atari. La società dunque stanziò 1,5 milioni di dollari e prese in licenza la tecnologia da Magnavox per continuare a commercializzare Pong e altri videogiochi che seguirono.

Nel frattempo, le vendite del Magnavox Odyssey aumentarono a dismisura a causa del successo di Pong. Ma nonostante il fatto che il gioco di Atari potesse essere visto come una pubblicità per la console che per un concorrente, Magnavox fece comunque causa. L’azienda guadagnò da quel momento in poi milioni e milioni provenienti dalla presentazione di azioni legali contro dozzine di altre società di videogiochi per presunte violazioni del brevetto di Baer rispetto alle vendite dell’Odyssey, che Magnavox ha interrotto nel 1975, avendo venduto 350.000 unità in tutto il mondo. Alla fine dei conti, Magnavox ottenne oltre 100 milioni di dollari dalle sole cause.

Le cause legali di Magnavox si sono concluse negli anni ’90. Tuttaiva a quel punto una nuova fase di reclami per violazione di brevetto aveva invaso l’industria dei videogiochi. I produttori di videogiochi infatti, avrebbero dovuto fare i conti con i rischi di azioni legali intentate da entità non praticanti o cosiddetti “troll di brevetti”. Si tratta di sviluppatori che preferiscono intentare causa per presunte violazioni di brevetti invece di sfruttare i loro stessi brevetti.

Un vero cancro della società videoludica che prese piede a causa da un plagio storico.