I 16 migliori film di Arti Marziali, le opere imprescindibili [LISTA]

16 film fondamentali per capire appieno la fortuna delle arti marziali al cinema

Film arti marziali, migliori film arti marziali
Una classifica per chi ama i film sulle arti marziali!
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Se l’action è stato l’ultimo dei macro-generi a venire sdoganato, il cinema di arti marziali continuerà ancora a lungo a mettere a disagio il grosso della critica. E’ questione di collocamento, c’è poco da fare: non si sa mai veramente cosa farci con questi film. Dove comincia il Cinema e finisce il circo? Quanto c’è di regia e quanto di performativo? Parlare di atletismo equivale a parlare di recitazione? Quesiti che per qualche motivo emergono solamente di fronte a questo tipo di film. Ma la meccanica del Cinema non perde di valore se rivestita di segni differenti; la cinepresa fissa di Bergman sul volto di Von Sidow o quella di Lo Wei su un calcio di Bruce Lee non può essere messa in discussione, così come la recitazione del corpo di Gordon Liu non è inferiore a quella tutta smorfie e vocine del premio Oscar americano di turno.

Accettare la purezza artistica del cinema di arti marziali è essenziale per potersi lanciare a mente sgombra tra gli incalcolabili capolavori che la corrente ha da offrire. Quella che segue non è una compilation di best moments (che non avrebbe valore su un piano critico), né un’arbitraria selezione di “capolavori” decretati in base a non si sa quale criterio universalista. I 16 titoli qui presentati sono piuttosto punti cardinali nell’ipotetica mappatura di un sottogenere apparentemente impenetrabile, hic sunt leones per molti cinefili da decenni appannaggio di un culto carbonaro di fedelissimi. sedici sentieri, da cui avviare a piacere la propria esplorazione.

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I Migliori film di Arti Marziali

Mantieni l’Odio per la tua Vendetta – Chang Cheh (1967)

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film arti marziali: Mantieni l’Odio per la tua Vendetta

Dici arti marziali, dici Hong Kong – dici cinema di Hong Kong, dici Studio Shaw aka Shaw Brothers, ovvero il più importante marchio nella storia del genere. Con radici affondanti negli anni 30, è la leggendaria factory cinese ad arrivare forse per prima all’incrocio decisivo tra spettacolo cinematografico e discipline atletiche. Il titolo spesso citato come punto si svolta è il wuxia Le implacabili lame di rondine d’oro; ma è con il successivo Mantieni l’Odio per la tua Vendetta di Cheng Cheh che coreografie e acrobazie sposano finalmente il gesto atletico e lo scontro fisico, imponendo i primi archetipi del genere con il mitologico antieroe di Jimmy Wang.

Dalla Cina con Furore – Lo Wei (1972)

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Dalla Cina con Furore

Con Bruce Lee ogni discorso esula dal Cinema e abbraccia direttamente la cultura popolare moderna; la sua figura trascende, sta tra i vari Marilyn, JFK, Elvis, Che Guevara – pure e semplici icone. L’opera è spesso data per scontata, ma vista anche la ristrettezza del catalogo da protagonista è essenziale un recupero integrale. Dalla Cina con Furore è il terremoto che porta a galla il fenomeno pop del jeet kune do e del suo maestro: carismatico, implacabile, un autentico leader culturale. Star come lui l’action non ne aveva mai avute, e forse mai più ne avrà.

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Cinque Dita di Violenza – Jeong Chang-hwa (1972)

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film arti marziali: Cinque Dita di Violenza

Per decenni, il titolo-sinonimo dell’intero filone Kung Fu, aiutato da un aura cult particolarmente presente su territorio italiano. Proprio qui il film godette di un successo fuori dal comune, tra riedizioni, rimontaggi, redistribuzioni, tutta la trafila in grado di cementare l’aura di mito attorno ad un titolo già di per sé indimenticabile. Più rozzo, brutale e fieramente exploitation degli eleganti e maestosi capolavori del contemporaneo Lee, del quale l’indonesiano Lo Lieh fu presentato come prima “risposta”. Tra i tanti, il film preferito di Massimo Zanardi (si, proprio lui).

I Tre dell’Operazione Drago – Robert Clouse (1973)

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I Tre dell’Operazione Drago

Quanto sarebbe passato prima che l’America riscoprisse le arti marziali come materiale per blockbuster ad alto budget? Brevi episodi a parte, quello tra le due cinematografie è forse un connubio rimasto senza seguito. Nemmeno la fugace stagione di Van Damme può paragonarsi a questo clamoroso expoloit di Bruce Lee in terra anglosassone; al suo ultimo film, l’attore è già una leggenda, capace di divorarsi un rip-off bondiano ondivago (Hollywood non sapeva gestire narrativamente il corpo a corpo allora e non sa farlo adesso) ma anche per questo così cult. L’epocale primo incontro tra due mondi.