Wuxia è un termine che dice poco o nulla alla maggior parte delle persone. Eppure è uno dei generi letterari più antichi del mondo, nato in Cina con molta probabilità tra il 400 e il 200 a.C., forse addirittura a partire dal 700 a.C. Il termine wuxia compare però per la prima volta soltanto all’inizio del XX secolo ed è composto dalla parola wu (marziale, militare o armato) e xia (eroe, onorevole o cavalleresco). È quanto di più simile possa esserci al cappa e spada occidentale, anche se le differenze sono notevoli. Gli eroi, ad esempio, sono spesso di umili origini e sono uomini liberi, non comandati da un potente signore, che si attengono ad un codice etico paragonabile a quello giapponese del Bushido e che spesso riportano l’equilibrio, vendicando i torti e punendo coloro che si macchiano di crimini contro i deboli. Anche l’estetica, fortemente influenzata dalla cultura cinese, è differente.
Nel combattimento, fulcro del genere, spesso le coreografie sono esagerate, volutamente impossibili sfidando le leggi della gravità, per ricercare quella poesia del movimento armonico e del combattimento tipico di quel cinema d’azione.
Lo scopo di questo articolo non è tanto quello di analizzare i film, ma quello di farvi entrare in un mondo a molti sconosciuto o appena sentito, ma che merita, a nostro parere, di far parte del bagaglio culturale del cinefilo di oggi.