Credits: Eddie Vedder / YouTube; Bruce Springsteen / YouTube
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Eddie Vedder chiese consiglio al Boss su come affrontare il pubblico esibendosi da solo. Ecco che cosa gli venne risposto
Siamo nel 2007. Sembrano passati parecchi anni, ma tutti ci ricordiamo il più che memorabile esordio da solista di Eddie Vedder dei Pearl Jam. Into the Wild è sia il primo disco ufficile dell’artista di Seattle, che la colonna sonora dello stupendo omonimo film diretto da Sean Penn, uscito sempre in quel periodo. Le canzoni, quasi tutte dei classici nella carriera dell’artista, seguono uno stile intimo, acustico e irripetibile.
Proprio queste sono le canzoni che Eddie deve in quel tempo suonare, da solo, con una chitarra acustica, davanti ad un pubblico di fronte al quale si è sempre trovato come frontman di una band. Un’esperienza nuova quindi, per cui l’artista, che nel 2007 pure già ha sulle spalle più di quindici anni di carriera, teme di non essere pronto. E a chi si rivolge, se non ad una istituzione del cantautorato americano?
Interviene Bruce Springsteen, il quale tra l’atro a sua volta ha pubblicato un album quasi intermaente acustico: Nebraska, del 1982. Quindi qualcuno che ha ben presente il problema, oltre al fatto che conta ben più anni di carriera. Il Boss dà quindi subito a Vedder il consiglio giusto, fornendogli una prospettiva tutta nuova sul problema. “C’è un vero potere quando c’è una sola persona là sopra [sul palco]”.
“È terrificante, anche per l’auditorio” spiega Springsteen a Vedder “È un atto a filo stretto. C’è qualcosa, una sorta di intimità dentro, e un certo potere”. Il cantante dei Pearl Jam fa subito tesoro del consiglio, e oggi ricorda di quel momento: “È stata una delle migliori cose da sentire in quel momento. All’improvviso, non mi sono sentito più così vulnerabile“. Chissà che il Boss non abbia dei buoni consigli anche per noi!
