Kendrick Lamar – Recensione Black Panther The Album

Condividi l'articolo

Arriva un momento, nella vita di un artista, nel quale egli si trova di fronte ad un bivio: può cominciare a vivere di rendita o ricordare costantemente alle persone il motivo per il quale può permettersi la prima opzione.

Kendrick Lamar ha scelto la seconda via.

Trovare ancora, in un artista del suo calibro, tale voglia di continuare a mettersi in gioco dopo una carriera in cui si è tolto tutte le soddisfazioni possibili e dopo aver raggiunto lo status di leggenda della black music, sembra strano; diventa comprensibile quando ci si ferma a ragionare sulla genialità di questo giovanotto e soprattutto quando si va a scoprire la sua data di nascita: 17 giugno 1987. In bilico fra i trenta e i trentuno anni.

Il gigante di Compton in trentuno anni e cinque album è diventato il prototipo di rapper moderno, nonchè il miglior MC al mondo per quanto riguarda l’intricato mondo del rap/neo soul/free jazz. Perchè? Perchè è stato Lamar stesso a gettare in un calderone conscious rap, jazz, soul, Apartheid, orgoglio afroamericano, a mescolare e a vendere questo beverone no-to-racism al mondo intero. Ebbene, l’intruglio di Lamar, ragazzino con un paio di decenni di troppo, vende più della Coca-Cola. Che ci provino pure, a farlo smettere.

kendrick lamar 1

A chi, dunque affidare la produzione della colonna sonora di Black Panther (di cui trovate la nostra recensione qui), un film Marvel in cui il protagonista nonchè eroe è un principe africano? Kendrick ci si è gettato a capofitto e il disco, Black Panther The Album Music From And Inspired By, è uscito il 9 febbraio 2018.

LEGGI ANCHE:  I Sigur Rós e l'importanza dei testi

E il buon Lamar non ha voluto fare tutto da solo: la fenomenale SZA, quel fuori di testa di The Weeknd e svariati altri impallinati tra i quali Travis Scott (qui la recensione del suo ultimo disco), Vince Staples, Anderson.Paak, ScHoolboy Q e addirittura i BadBadNotGood(se non li conoscete, questo è un assaggio di ciò che combina il trio).

Sarebbe stato facile realizzare un album del genere. Ma Kendrick non vuole assolutamente fare roba facile.

Parlare di orgoglio nero con la musica senza essere banali non è mai facile: è fin troppo semplice scadere nel clichè dell’album tribale, con percussioni martellanti e cori baritonali, copertine esotiche, featuring improbabili con star della morna.

Ma a Kendrick dell’Africa non frega nulla: quello che gli sta a cuore sono i suoi abitanti. La forza della musica di Kendrick Lamar risiede nel fatto che non ha confini, non è legata al suo quartiere, alla sua Compton, alla sua America; l’autoreferenzialità dei pezzi di Lamar non è autocelebrazione, ma pura attestazione di credibilità; il suo colore della pelle non è un alibi per rimanere indietro, ma un ottimo motivo per andare avanti. Per essere un eroe.

Nessun limite neanche per quest’album (non che i precedenti album ne abbiano avuti, di limiti; impossibile non ricordare il delirio di To Pimp A Butterfly!): chi l’ha detto che l’epopea di un principe dell’Africa nera non può essere sputata sopra un beat o armonizzata su un tappeto di sintetizzatori, passando per la trap-non-così-trap di 2 Chainz o per l’old school-non-così-old school dei SOB x RBE? Un salto nel futuro vero e proprio(non ci credete? Provate a trovare una traccia uguale a Paramedic!), tra bassi che ti scaraventano in un abisso e voci che si librano leggere sopra le teste dei niggaz che hanno partorito questa bomba.

LEGGI ANCHE:  Black Panther: inizio riprese e aggiunte al cast

“Weird is the new rap”, si potrebbe dire; se qualcosa è strano, stai sicuro che Kendrick Lamar l’ha infilato nel suo disco. Quest’album non è solo una colonna sonora: è anche “insipred by”; Lamar e soci attingono dalle vicende dell’agile eroe Marvel per creare quattordici tracce che hanno un loro perchè anche decontestualizzate.

E soprattutto, cosa più importante: è un disco bellissimo, aggressivo, che sa accarezzare e ruggire. Perchè il primo vero Black Panther è proprio Kendrick Lamar. E finchè continuerà a ruggire, nessuno potrà rovesciarlo dal trono che lui stesso si è costruito, prima di sedervi sopra.

black panther    Genere: Rap                                          Anno di pubblicazione: 2018