Civil War, l’idea del regista non era esaltare la violenza

Il regista di Civil War, Alex Garland, ha voluto spiegare i motivi per cui il suo film non può essere paragonato a tanti altri film che parlano di guerra.

Civil War, il regista sull'idea di guerra del film
Credits: Youtube/Alex Garland on Civil War, his take on War/Anti-War films, the importance of journalism & more
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Il regista Alex Garland rivela i motivi per cui il suo Civil War sia diverso da molti altri film di guerra

Civil War, il nuovo film diretto da Alex Garland con Kirsten Dunst e Jesse Plemons, arriverà a breve nelle sale e si prefigge di essere uno dei titoli più attesi di quest’annata cinematografica. Il film narra in chiave distopica dello scoppio di una guerra civile americana, con protagonisti un gruppo di giornalisti militari che hanno il compito di documentare gli orrori e le brutalità del conflitto, ma soprattutto raggiungere Washington D.C prima che le fazioni ribelli arrivino alla Casa Bianca. Civil War racconta quindi di un conflitto armato ma, come rivelato dallo stesso regista, l’idea di rappresentare la guerra nel film è di tutt’altro tipo rispetto agli stilemi tipici del genere:

“Beh, voglio dire, è stato il prodotto di un folto gruppo di persone che ci hanno pensato molto, ne hanno discusso e non volevano nemmeno realizzare accidentalmente un film a favore della guerra. Gli spunti, gli spunti visivi, gli spunti d’azione. C’è anche il suono, il rumore degli spari, qualunque esso sia. Non provengono tanto dalla grammatica cinematografica quanto da filmati di cronaca, documentari”. Una rappresentazione della guerra che vuole ricalcare il più possibile la realtà dei conflitti armati e allontanarsi da una messa in scena che esalti eccessivamente la violenza, come succede spesso nei classici war movies.

Civil War
Una scena tratta dal film “Civil War”

Alex Garland ha poi aggiunto come anche l’esperienza vissuta, di alcuni registi e di veterani di guerra che hanno collaborato alla realizzazione di Civil War, sia stato determinante nella corretta raffigurazione di un conflitto : “Ma penso che anche questa sia abbastanza importante, l’esperienza vissuta. Quindi l’esperienza di alcuni registi, che hanno poi portato nel film in varie forme, ma una delle più ovvie era che alcune delle persone che hanno realizzato il film erano veterani, quindi avevano combattuto , e cercavamo collettivamente di evitare certi modi di sensazionalizzare la violenza e di presentarla più vicina alla verità”.

Il regista ha infatti lavorato a Civil War con l’ex Navy SEAL Raymond Dose che ha aiutato la troupe nelle scene di combattimento: per rendere gli scontri nel film più reali possibili, lo stesso Dose è stato istruito nell’imparare le azioni tipiche del “gioco del calcio”. Oltre a Dose sono stati coinvolti nel progetto anche altri veterani di guerra che hanno contribuito a rendere le dinamiche di lotta armata autentiche, e ciò ha permesso allo stesso regista di non cadere nella trappola di romanticizzare la guerra come succede spesso in altri film simili.

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Così lo stesso Garland si è espresso sulla tecnica atipica del gioco del calcio in Civil War: “La cosa del gioco del calcio è qualcosa che faccio comunque. Gli storyboard sono fantastici; funzionano molto bene per certi tipi di film. In qualcosa del genere, e in generale quando faccio azione, quello che voglio che gli attori, la troupe e tutti noi comprendiamo è il flusso del movimento. In realtà, le giocate di calcio lo spiegano più chiaramente degli storyboard. Guardi una vista dall’alto verso il basso e puoi vedere una freccia in questi piccoli cerchi, che sono le persone che si muovono qui e intorno. È un sospendere la cosa in modo chiaro nella mente di tutti”.

Fonte: Screenrant

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