In arrivo Jurassic World 4: ne avevamo davvero bisogno?

Al cinema tra qualche mese arriverà il quarto capitolo di Jurassic World. Ma veramente se ne sentiva la necessità?

Jurassic World - Il Dominio
Condividi l'articolo

A cura di Andrea Angelozzi

La Universal, tramite i suoi canali social, ha annunciato l’uscita del nuovo film di Jurassic World per il 2 Luglio del 2025, nonostante al momento ci siano solo rumors su chi sarà il regista (candidato prescelto sembra essere David Leitch, Deadpool 2) e sul cast che farà parte del film, dove non dovremmo vedere Chris Pratt e Bryce Dallas Howard. Quasi confermata la presenza di Steven Spielberg come produttore esecutivo, e quella del ritorno dello sceneggiatore dei primi due capitoli della saga di Jurassic Park: David Koepp.

Un papabile tentativo di un ritorno al passato, sicuramente più iconico e roseo, resosi necessario per ricucire lo strappo con i fan della saga originale, già compromesso con l’uscita nel 2001 di Jurassic Park III, che poco aveva dell’atmosfera dei suoi predecessori. Il franchise di Jurassic World ha fruttato alla Universal guadagni al botteghino da circa un miliardo a pellicola, affermandosi tra i film con i più alti guadagni della storia del cinema. Cosa risaputa è che i dinosauri al cinema sono sempre stati, e lo saranno, sinonimo di successo di pubblico e accoglienza, in quanto il loro bacino di utenza copre tutte le età, soprattutto tra i più piccoli. Proprio Jurassic Park, in particolare per i millennials, rappresenta l’emblema della loro infanzia e adolescenza.

Quello che emerge maggiormente è, forse, la curiosità di vedere se si porranno dei rimedi a degli evidenti “errori” commessi in passato nella gestione di questa saga, oppure se dagli “sbagli” non si è imparato niente. Staremo a vedere.

LEGGI ANCHE:  Box Office Italia, 9 luglio: buon debutto per La Prima Notte del Giudizio

Eppure Spielberg & co. hanno sempre cercato di mantenere degli standard elevati, proprio per non andare incontro a scivoloni, a partire dalla scelta di rivolgersi ai migliori esperti in materia, ultimo il professore dell’università di Edimburgo Steve Brusatte (autore di uno dei più dettagliati testi di paleontologia della storia recente:  The Rise and Fall of the Dinosaurs: A New History of a Lost World, 2018), consulente di Jurassic World: Dominion, subentrato ad un mostro sacro come Jack Horner (consulente di Jurassic Park). Non sono mancati i dinosauri. Quello che è mancato è l’empatia con il pubblico, stabilita nel 1993.

Un modus operandi che stona vistosamente con le emozioni suscitate in Jurassic Park, dove su circa 120 minuti di pellicola i dinosauri compaiono “solo” per un totale di 18 minuti, nel meraviglioso mix di CGI e animatronic ideato nel 1993 dallo staff di cui faceva parte il genio di Stan Winston.

Un geniale stratagemma di risparmio e capacità di far credere allo spettatore che, vedendo delle foglie muoversi, si convince che dietro di esse ci sia un animale vivo (trucco utilizzato già da Spielberg in Jaws). Chi ha visto Jurassic Park, entrava in quell’angolo remoto della nostra immaginazione dove, in un’isola sperduta al largo del Costa Rica, i dinosauri erano un sogno diventato realtà. In Jurassic World – Dominion vediamo dinosauri dall’inizio del film fino alla fine, ma non ci resta nulla. Una scelta dettata da un pubblico sempre più desideroso di vedere sfamato lo sguardo a discapito di trame, sottotrame e dialoghi. Per ritrovare quella magia, la Universal ha tentato di dissotterrare vecchie glorie del passato come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, rivelatosi un goffo tentativo di congiungere passato a presente.

LEGGI ANCHE:  Jurassic World, Fallen Kingdom: in attesa del trailer, ecco il nuovo teaser

L’impressione è che l’eredità di John Hammond di ridare al mondo i dinosauri, come un moderno Prometeo che dona il fuoco agli uomini, debba tramutarsi nell’illusione di rivivere le emozioni del film tratto dal romanzo di Michael Crichton, consci del fatto che ciò non avverrà mai. Come se non bastasse, ci hanno anche fatto saltare in aria Isla Nublar.

Non si vogliono mettere in dubbio gli incassi; l’accuratezza scientifica di come, ormai, i dinosauri vengano rappresentati sullo schermo. La domanda che ci si può porre è: possono dei film, prevedibili e con trame palesemente deboli, andare ad inficiare l’immagine di quello che è, per molti, non solo un franchise, ma un simbolo della cultura pop? La risposta non la troverete qui, lasceremo decidere a voi.

Che ne pensate?

Seguiteci su LaScimmiaPensa