Pierfrancesco Favino parla della sua esperienza omosessuale

Parlando con Il Corriere in occasione dell'arrivo al cinema di Comandante, Pierfrancesco Favino ha parlato della sua esperienza omosessuale

pierfrancesco favino, padrenostro
Pierfrancesco Favino è Alfonso Noce in un frame di Padrenostro
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Il 31 ottobre arriverà al cinema Comandante, nuovo film di Edoardo De Angelis con protagonista Pierfrancesco Favino che interpreta Salvatore Todaro, un comandante di un sommergibile che, durante la Seconda Guerra Mondiale, decide di salvare una ventina di naufraghi di un piroscafo belga affondato dalla sua stessa imbarcaziobe. Per l’occasione il grande attore si è seduto a parlare con Il Corriere della Sera dove ha raccontato il lavoor fatto per trasformarsi in Todaro.

Per Craxi mi sono fatto crescere le unghie, per pensare di avere mani più grandi. Portavo pantaloni leggeri e larghi, per dare l’idea di avere gambe più grosse, meno tornite. E poi sono ingrassato tra i 7 e gli 11 chili. A fisarmonica: per le scene di Craxi giovane dovevo essere più magro che per quelle di Craxi in Tunisia. Non è solo questione di aspetto, ma di respiro, di movimenti, di battito cardiaco. Devi calarti nei panni di un altro, gli americani dicono nelle scarpe: una scarpa che non è la tua, ma lo diventa a forza di consumarla, logorarla, sformarla. Ho preso 11 chili anche per diventare Buscetta. Il record però è di 22, per recitare la parte di Mimmo, il malavitoso dal cuore buono di Senza nessuna pietà

Andando avanti, Pierfrancesco Favino ha parlato anche i una sua passata esperienza omosessuale.

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Non fu nulla di carnale. Un uomo più grande di me mi corteggiava, e io ho voluto togliermi un dubbio sulla mia sessualità, per non portarmelo dentro tutta la vita. L’ho sciolto, ho capito che omosessuale non lo ero. Era un tempo in cui se sentivi un’emozione per un uomo ti chiedevi cosa avevi di sbagliato; adesso per le nuove generazioni è tutto più semplice. Nello spettacolo l’omosessualità è sempre stata presente, io stesso ho lavorato con Ronconi e Ferrero, e anche la fluidità è sempre esistita

L’attore aveva già parlato di questa esperienza nel 2010 alla rivista Riders Italia Magazine

Una volta ci ho provato, ero un ragazzino, anzi, è stato lui a provarci con me. Ma non è stata un’esperienza esaltante. Stavo in quella fase in cui volevo capire che cosa desideravo dalla vita. Avevo paura di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che ero e non volevo portarmi il dubbio per tutta la vita. Essere felice dovrebbe essere consentito a tutti

Che ne pensate?

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