C’è ancora domani, Favino elogia la Cortellesi

Parlando con Repubblica, Pierfrancesco Favino ha commentato il successo di C'è ancora domani della Cortellesi

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In questo momento al cinema trovate C’è ancora Domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi presentato all’ultima Festa del cinema di Roma (qui la nostra analisi). Il film, ambientato nella Roma del dopoguerra, è una delle opere nostrane più apprezzate di sempre sia per quanto riguarda gli incassi che la ricezione del pubblico. A parlare di questo grande successo è arrivato Pierfrancesco Favino che, intervistato da Repubblica, ha detto:

Conosco Paola da trent’anni, conosco la sua qualità artistica e umana e sono strafelice. Ma non mi piace l’idea che si associ Paola e cinema italiano: Paola sta facendo una cosa che va riconosciuta a lei. Sarebbe ingeneroso, visto quel che succede rispetto al racconto femminile, saltare sul carro del vincitore.

Favino ha poi parlato delo streaming, dicendo critico:

Una delle cose più belle, se pensiamo ai film di successo di quest’anno, è che sono fuori da ogni possibilità di previsione algoritmica. Vuol dire che l’intuizione umana e creativa dell’artista, incontra in modo magico un momento storico e le persone. Il cinema è fatto dalla sala, da quello che c’è sullo schermo, e dal pubblico. Questo è cambiato molto, ma è cambiata anche la comunicazione del cinema: stiamo sempre di più raccontando solo il costume. E invece c’è un pubblico giovane che conosce ed è curioso. Una delle pagine più belle degli ultimi giorni è stata la vittoria della Coppa Davis di due ventenni che hanno giocato come di solito non giocano gli italiani: con una precisione, freddezza, lucidità che hanno ben poco della nostra tradizione. Ci abbiamo messo quarant’anni».

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Favino ha poi parlato nuovamente dell’ultimo Festival di Venezia, dove le sue dichiarazioni hanno scatenato una feroce polemice (qui i dettagli).

Fa parte del nostro mestiere prendere delle posizioni, specie se vantaggiose per un’intera categoria. Poi il fatto che questioni complesse vengano ridotte a titoli beceri al solo scopo di ottenere clic, è una deriva che non mi piace. Ma non mi piego all’idea che non si possa più parlare con gli altri

Che ne pensate? Avete visto C’è ancora Domani?

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