C’è Ancora Domani: 5 motivi per vedere il film

Ecco 5 motivi per vedere assolutamente C'è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi

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C’è ancora Domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi presentato all’ultima Festa del cinema di Roma è stato sicuramente il film italiano più importane del 2023. Ambientato nella Roma del dopoguerra, il film racconta la storia di Delia, una moglie di un marito violento e prepotente che cerca come può di mandare avanti una famiglia schiacciata dalla miseria a pochi giorni dal primo voto al quale furono ammesse anche le donne in Italia.

Il film rappresenta una folgorante prova di bravura di Paola Cortellesi, non solo in veste di attrice che non scopriamo di certo oggi, ma anche dietro la macchina da presa, dove mostra un talento e una capacità tecnica di dirigere un film davvero notevole. Ecco dunque 5 motivi per cui non dovrste perdervi C’è ancora domani.

Il racconto di uno spaccato della nostra storia

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La Cortellesi compie uno studio metodico e attento nel raccontare Roma nel post seconda guerra mondiale portando mano nella mano lo spettatore in vicoli e strade che trasudano 1946 da ogni frame. Vincente la scelta di utilizzare un classico bianco e nero per realizzare C’è ancora Domani. Questo escamotage facilita questo ingresso in una piccola capsula del tempo che trasporta le persone direttamente sulle sedie di legno della modesta casa di periferia nella quale Delia e Ivano tentano di sopravvivere.

Ogni oggetto di scena, ogni edificio, ogni vestito o parola. Tutto viene fuori dal 1946 e lo fa grazie ad una regista che ha evidentemente studiato in modo certosino la sua opera prima di realizzarle e nella quale ha messo davvero tanto amore. In molte scene si possono quasi sentire i racconti fatti dai nonni che quando erano bambini ricevevano la cioccolata dai soldati americani o le vicende del portiere di palazzo buono e spesso zoppicante. Alvaro è solo uno dei tanti uomini che hanno fatto la storia dei nostri nonni.

Un cast in stato di grazia

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Non solo Paola Cortellesi. C’è ancora Domani è infatti un mix vincente di tante prove attoriali maiuscole. Partendo da Valerio Mastandrea che dà vita a un uomo spregievole, manesco e cattivo e che grazie alle sue espressioni e alla mimica ci fa capire come sotto la superfice ci sia ancora un groviglio di cattiveria e astio ben peggiore. Ma non solo.

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Romana Maggiora Vergano che interpreta la figlia maggiore Marcella è il collante che tiene insieme l’intera vicenda. La sua storia d’amore col giovane Giulio che la pone al centro di un desiderio della sua famiglia di continuare la tradizione e vederla sistemata e la sua voglia di ribellarsi e cambiare le cose è sicuramente il tema più interessante del film oltre a essere la miccia che accende il fuoco del cambiamento in Delia.

Rimarchevoli anche i ruoli di Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli e di tutti i comprimari che riescono a dare vita, ognuno al massimo delle loro possibilità, a una comunità reale e tangibile.

Una regia moderna e ispirata

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Come detto, C’è ancora Domani è il film d’esordio alla regia di Paola Cortellesi. Tuttavia l’attrice non si limita a raccontare la sua storia in modo semplice e scolastico, come si potrebbe pensare da un neofita. Ha studiato e si vede. Le inquadrature sono ricercate e spesso hanno velleità narrative che colpiscono nel segno nella maggior parte dei casi.

Possiamo parlare ad esempio di come ha deciso di far girare la camera attorno agli attori durante l’incontro tra Delia e Nino in cui l’alternanza tra suoni e silenzi che si contrappongono ai due primi piani degli attori ci racconta una storia passata fatta d’amore e desiderio come nessun dialogo avrebbe potuto fare.

Inoltre, solo per citare un altro esempio virtuoso, la scelta di trasformare un momento di estrema violenza di Ivano in un ballo tra gli attori dà vita a una sequenza onirica e avanguardista che ci fa capire in modo tangibile cosa accade nella mente di una donna abusata in quel modo in quei momenti e cosa deve immaginare per sopravvivere. Ancora una volta una scelta artistica muta racconta un sottotesto infinitamente più ricco di quello che le parole avrebbero potuto fare.

La Cortellesi gioca inoltre spesso sulla contrapposizione tra triste e divertente riempiendo il suo film drammatico di battute e momenti comici che sono essenziali per raccontare al meglio la storia di borgata di una povera famiglia romana. La regista balla per tutto il film su questo invisibile filo tra un dramma e una commedia tipico del grande cinema italiano e che la Cortellesi ha riportato fortemente in vita.

Un film femminista che non scade nel becero moralismo

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C’è ancora Domani è un film diretto da una donna che vuole raccontare un momento fondamentale per l’emancipazione della donna in Italia, ovvero sia l’accesso al voto. Si potrebbe dunque temere una pellicola piena di retorica che finisce per non raccontare la storia nel modo giusto. E invece non è così. Paola Cortellesi racconta certo una situazione violenta contraddistinta da un marito violento, un suocero ancor peggiore in una situazione in cui le donne vengono costantemente denigrate e sminuite. Ma non è tutto qui.

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Nella sua narrazione la Cortellesi mostra che esiste oggi, come esisteva all’epoca, anche dell’altro. Il personaggio di Nino che guarda sognante la sua Delia o anche Marisa che ha un rapporto paritario con suo marito mentre insieme con amore vendono la verdura al mercato ci mostra che anche se si trattava di una società totalmente maschilista, non tutti gli uomini erano necessariamente violenti e meschini. Quelli come Ivano chiaramente la maggioranza, ma la Cortellesi, come anche il titolo stesso tenta di fare, dà speranza per un futuro migliore.

Un messaggio potente e diretto

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C’è ancora Domani racconta della prima volta delle donne alle urne in Italia. Questo è assolutamente vero. Ma non è solo questo. Durante tutto l’arco del film la Cortellesi pone scena dopo scena le basi di un messagio ben più profondo e radicale: l’importanza della volontà e della scelta di non sottostare a regole di condotta sedimentate nella storia ma non per questo meno sbagliate.

Dal dialogo tra Marisa e Delia in cui la protagonista dice di rubare i soldi, con l’amica che giustamente le fa notare che sono soldi suoi e che non sta rubando nulla al marito, passando da Marcella che soffre nel vedere sua madre trattata così male e che vorrebbe cambiare le cose, salvo tuttavia rischiare di finire anche lei nello stesso circolo vizioso. Ed è proprio qui che C’è ancora Domani svela le sue carte.

Delia per amore della figlia sceglie di infrangere tutte le regole che avevano sempre contraddistinto la sua vita. Fuma, mette il rossetto, decide di non usare i soldi risparmiati per il vestito da sposa di Marcella ma salva la figlia da un matrimonio probabilmente infelice e sceglie di riservare quel denaro allo studio, riservato, in una famiglia povera, solo ai figli maschi. Ciò che Delia fa per aiutare sua figlia è un gesto sbagliato e ingiustificabile (che non vi spoileriamo) ma col quale cambia la storia di sua figlia e delle generazioni future.

In conclusione C’è ancora domani è un film che la Cortellesi ha tirato fuori direttamente dal suo cuore e dai suoi ricordie che regala 2 ore di grande cinema come non si vede così spesso in Italia.

L’avete visto?

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