Dahmer, Peters: “Vorrei interpretare qualcuno di normale”

Durante una sessione di Q&A, Ryan Murphy ha raccontato di come Evan Peters gli abbia chiesto di interpretare qualcuno di normale dopo Dahmer

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Il grande successo di Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, miniserie di Ryan Murphy (qui la nostra recensione) basata sulla vita del Cannibale di Milwaukee è dovuto, in gran parte, allo strepitoso lavoro fatto da Evan Peters nel ricrerare una delle personalità più inquietanti della storia. Recentemente l’attore e lo showrunner sono stati ospiti di una sessione di domande e risposte durante la quale sono stati rivelati alcuni dettagli sul progett. Murphy, nello specifico, ha spiegato come l’attore avesse idee ben diverse per la sua carriera prima di Dahmer.

Evan e io abbiamo lavorato insieme ad American Horror Story per molti, molti, molti anni, poi ci siamo presi una pausa e lui è andato a fare Mare of Easttown, per il quale ha vinto l’Emmy. Continuava a dirmi: “Voglio davvero interpretare qualcuno di normale, voglio fare una commedia romantica”

Tuttavia, dopo aver letto la sceneggiatura della serie Netflix basata sulla vera storia del serial killer, Peters non poteva dire di no.

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Evan mi ha chiamato il giorno dopo [aver letto la sceneggiatura] e ha detto: “È così impegnativo. È così difficile che devo dire di sì, anche se sono terrorizzato”

Nella stessa seduta Peters ha anche parlato di come ha fatto a entrare nel personaggio.

Ha una schiena molto dritta. Non muove le braccia quando cammina, quindi ho deciso di mettere dei pesi sulle braccia per vedere come ci si sentiva. Ho indossato le sue scarpe con i rialzi, i suoi jeans, i suoi occhiali, avevo sempre una sigaretta in mano – ha spiegato Evans. Volevo che tutte queste cose, queste cose esterne a me, diventassero una seconda natura mentre giravamo. Ho guardato molti suoi filmati e ho anche lavorato con un dialect coach per ottenere la sua voce. Il modo in cui parlava era molto distinto e aveva un accento particolare. Ho anche creato un composito audio di 45 minuti, che è stato molto utile. L’ho ascoltato ogni giorno, nella speranza di imparare il suo modo di parlare, ma in realtà, nel tentativo di entrare nella sua mentalità e di capirlo ogni giorno che giravamo.

Che ne pensate?

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