Passano le ore e le voci contro Marilyn Manson si accavallano. Sempre più testimoni accorrono a raccontare la loro storia, riguardante spesso un incontro traumatico con il Reverendo, o l’aver assistito ai comportamenti nocivi che ora in molti lamentano e denunciano, a distanza anche di decadi.
L’ultima ad intervenire è la stilista Love Bailey, collaboratrice del cantante, che racconta in un video Instagram (qui sotto) un evento risalente al 2011. All’epoca, la Bailey avrebbe dovuto fare un photoshoot con Manson, assieme a lui ed una attrice della quale ritiene di non fare il nome.
Afferma dapprima di essere entrara nell’abitazione di Manson e di aver visto dei simboli “demoniaci” tutto intorno, sulle pareti. Poi è stata chiamata in camera, dove: “Ho strisciato sopra le lenzuola macchiate di sesso e Manson e l’attrice avevano appena finito qualunque cosa stessero facendo”.
“Ho guardato l’attrice ed era completamente devastata [black-out wasted]” racconta Bailey. “Non so se era per le pillole, non era per nulla coerente. Stava inciampando, si è fatta male al ginocchio contro il comodino e Marilyn ha riso di lei e l’ha lasciata semplicemente strisciare per terra”.
“Quindi sono corsa ad aiutarla e mentre la tenevo e cercavo di farla tornare in equilibrio, Marilyn mi ha puntato una pistola alla testa. Una grande Glock, una Glock di metallo. Non una pistola giocattolo, era una vera pistola”. A quel punto Manson avrebbe detto alla Bailey, che è una donna trans: “Non mi piacciono i fr*ci” e avrebbe riso anche di lei.
Non si sa che cosa sia accaduto dopo. La Bailey si limita a concludere: “Questi uomini non hanno più potere su di me e mi dispiace che questa storia abbia impiegato così tanto a venir fuori. Ma sono felice di condividere la mia verità“. Con Evan Rachel Wood, Jenna Jameson e Phoebe Bridgers, la lista delle accusatrici di Manson si allunga.