Gorillaz – Feel Good Inc.: il video fu ispirato dallo Studio Ghibli [GUARDA]

Gorillaz
Credits: Gorillaz / YouTube
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Feel Good Inc. è di certo il video più famoso della storia dei Gorillaz: ma da quale ispirazione nasceva? Ecco la risposta

Siamo nel 2005. All’improvviso una gigantesca isola fluttuante con sopra un mulino a vento invade i nostri televisori. Siamo su MTV. Sono i Gorillaz. La band, al secondo album, Demon Days, è pronta ad attraversare la fase più importante della sua storia: Damon Albarn e i suoi collaboratori del gruppo virtuale sono al massimo della forma e non ne sbagliano una.

Lo dimostra il singolo Feel Good Inc., la loro canzone in assoluto più riuscita nonché una delle migliori canzoni degli anni ’00. L’inquietante giro di basso, diventato ormai leggendario, decide la struttura portante della canzone, un lamento sulla spersonalizzazione, l’isolamento e la cultura di massa del nuovo millennio

Ogni parte del pezzo è leggendario, dalla acida risata dei De La Soul, ospiti speciali con il loro inserto rap, alla voce eterea e quasi affaticata di 2D, alias Albarn stesso, che canta gli incubi della nuova era. Ma tutto questo non sarebbe lo stesso, naturalmente, senza il mitico video della canzone.

Gorillaz – Feel Good Inc., 2005

“You got a new horizon, it’s ephemeral style / A melancholy town where we never smile”

Nel video una serie di personaggi appaiono “comfortably numb”, è il caso di dire, rinchiusi in una specie di torre del piacere che li tiene in realtà prigionieri. Tra costoro Murdoc Niccals, il bassista dei Gorillaz, e lo stesso 2D, il cantante della band. La “prigione” sembra senza uscita.

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I De La Soul compaiono su schermi giganti, assediando con le loro diaboliche risate i prigionieri. 2D cerca di “risvegliare” le coscienze dei presenti con un megafono, immagine molto no-global anni ’00: l’idea di una cultura dominante che attraverso i media domina e indottrina mentre pochi “liberi” si ribellano.

Quello a cui 2D anela è la libertà e la semplicità del mondo al di fuori della torre. Sull’isola fluttuante, Noodle, la chitarrista del gruppo (allora ancora ragazzina) suona la chitarra sull’orlo del vuoto. Il mulino, simbolo di tradizioni felici e perdute, le fa da sfondo. Questa è la libertà, per come la desidera 2D.

La storica esibizione dei Gorillaz in forma di ologrammi 3D agli MTV Europe Music Awards 2006

“Windmill, windmill for the land / Turn forever hand in hand”

Proprio questo mulino e l’isola fluttuante stessa, tanto nello stile di animazione quanto nella sensazione di “leggerezza” evocata, dovrebbero richiamare il lavoro del leggendario Studio Ghibli. Non occorre certo ricordare tutti i loro numerosi lavori per sapere di cosa stiamo parlando.

Da Il castello errante di Howl a Una tomba per le lucciole, da Il mio vicino Totoro a Principessa Mononoke e ovviamente fino al celebre Porco Rosso, la produzione del celebre studio di animazione giapponese è sempre stata sinonimo di qualità. Impossibile ignorarne l’influenza sulle produzioni dello stesso genere.

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E infatti è lo stesso Jamie Hewlett, fumettista, co-creatore dei Gorillaz assieme ad Albarn e responsabile degli aspetti grafici della band, a richiamare quest’influenza in una intervista del 2008 per il Guardian. Rimasto a casa da scuola perché ammalato, negli anni ’80, Hewlett ricorda di aver visto in televisione Laputa – Castello nel cielo.

I titoli di testa di Laputa – Castello nel cielo, 1986

“Watch me as I gravitate / ha-ha-ha-ha-ha”

Basta guardare i mulini, le forme e le movenze delle isole durante i titolo di testa del film, il primo dello Studio Ghibli, per rendersi contro della somiglianza. Certo, vent’anni lo separano dal video di Feel Good Inc., e di mezzo c’è lo spirito del fumetto inglese che Hewlett mette in ogni sua opera.

Tuttavia l’ispirazione, anche se distante, è chiara. Nel video dei Gorillaz il mulino e l’isola fluttuante rappresentano un mondo più autentico e in qualche modo più spirituale, che si pone in netto contrasto con quello materiale e cinico dei piaceri della torre multimediale in cui stanno rinchiusi i prigionieri.

Ancora a quindici anni di distanza il celebre video dei Gorillaz rimane uno degli exploit videomusicali più apprezzati degli anni ’00, ma come possiamo vedere è in realtà un innesto di diverse influenze (che naturalmente spaziano poi da Blade Runner allo steampunk e mille altre) che lo rendono del resto ancora più memorabile.

Fonte: The Guardian

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