Enola Holmes, Recensione del film Netflix con Millie Bobby Brown

La più giovane sorella di Sherlock Holmes decide di partire alla ricerca della madre scomparsa: Enola Holmes è da oggi su Netflix

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Millie Bobby Brown e Henry Cavill in una scena di Enola Holmes
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Debutta il 23 Settembre su Netflix Enola Holmes, pellicola che vede protagonista la giovane Millie Bobby Brown, diventata famosa grazie a Stranger Things, nei panni della giovane sorella Holmes.

Tratto dal romanzo omonimo di Nancy Springer (di cui vi abbiamo parlato qui), Enola Holmes è un racconto d’avventura che pone al centro della propria linea narrativa una ragazza alla ricerca di se stessa e della propria libertà.

Enola Holmes, la trama

Enola Holmes (Millie Bobby Brown) ha passato la sua giovane vita nella tenuta di famiglia, insieme alla madre (Helena Bonham Carter), che si è occupata personalmente della sua istruzione.

Ad appena quattordici anni e piena di curiosità, Enola Holmes pensa di conoscere molto bene la sua vita: ma tutto cambia quando, di punto in bianco, sua madre scompare senza lasciare traccia.

A questo punto la ragazzina non ha altra scelta che chiedere aiuto ai suoi fratelli maggiori: il famoso investigatore Sherlock Holmes (Henry Cavill) e Mycroft Holmes (Sam Claflin).

Quest’ultimo, soprattutto, non sembra molto interessato a indagare sulla recente scomparsa, quanto piuttosto sull’assicurarsi che Enola abbia un’educazione come tutte le signorine dell’epoca.

Quando Mycroft prende la decisione di chiudere la ragazza in un collegio guidato da un’istitutrice dittatoriale (la Fiona Shaw della saga di Harry Potter), Enola non ha altra scelta se non scappare.

La sua direzione è Londra, dove spera di poter seguire le orme della madre: ma ben presto Enola vede la sua attenzione venir catturata dal caso di un giovane lord scomparso (Louis Partridge).

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Enola Holmes, il Trailer

La Recensione

Enola Holmes è un prodotto che sembra inserirsi magnificamente nell’immagine che Netflix sta dando di sé con sempre maggior sicurezza: quella cioè di un mercato indirizzato soprattutto verso un pubblico di giovani adulti.

Sono infatti molti i titoli teen su cui il colosso del video-on-demand ha deciso di puntare, ed Enola Holmes si inserisce perfettamente in questo contesto.

Anche solo a partire da una storia incentrata su una ragazzina giovane, sull’orlo della crescita, interpretata da un’attrice altrettanto giovane che è diventata famosa proprio grazie a una serie che ha puntato tutto sull’età dell’adolescenza.

Il risultato? Enola Holmes è un prodotto leggero, che non avanza pretese di sorta, ma che appare colpevolmente privo di anima, a meno che non si abbia un’età tale da spingere a una possibile empatia con la protagonista.

L’abbattimento della quarta parete

Il regista Harry Bradbeer – che è arrivato in cima grazie a un prodotto validissimo come Fleabag per questa pellicola dalla durata un po’ eccessiva sceglie un escamotage simile a quello della serie appena citata.

Enola Holmes non solo è protagonista della storia, ma è anche protagonista del modo in cui essa viene raccontata: si rivolge direttamente in macchina, parlando vis à vis con il pubblico.

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Milly Bobby Brown in una scena di Enola Holmes

L’intento è naturalmente quello di creare un ponte tra chi guarda e chi racconta e, soprattutto, è una scelta tecnica che accompagna quella narrativa: Enola vuole l’indipendenza e nello stesso modo non si sottomette alle “regole del gioco”.

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L’abbattimento della quarta parete inoltre aiuta Millie Bobby Brown a sfaccettare molto la sua interpretazione, che risulta uno degli elementi assolutamente più riusciti della pellicola.

Sebbene la storia non sia particolarmente accattivante e strabordi di velleità proto-femministe, l’interpretazione della protagonista guida comunque lo spettatore e, cosa più importante, lo intrattiene.

Un film senza troppe pretese

Forse è eccessiva la durata che sconfina oltre le due ore a causa di alcune lungaggini che si sarebbero potute evitare: Enola si avventura in una sorta di caccia al tesoro, tra fughe, combattimenti e primi amori.

La sensazione è che ci sia sempre qualcosa di troppo. Anche nella volontà di stare sempre lì a sottolineare la forza delle donne – con tanto di una scuola di jiu-jitsu -, lo spettatore viene in qualche modo sommerso da troppe informazioni e intenzioni.

Tuttavia, come si diceva poche righe più su, Enola Holmes non è un film che avanti pretese tali da voler ricercare il guizzo di genio tra le pagine di una storia più che adatta per passare un paio d’ore tranquille e senza pensieri.

Se è l’intrattenimento ciò che si cerca, Enola Holmes svolge il suo compito: lo fa senza troppi guizzi, ma rimane comunque un prodotto d’intrattenimento più che dignitoso.

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