L’immortale: la Conferenza Stampa con Marco D’Amore

Marco D'amore presenta L'immortale: suo esordio alla regia e primo autentico spin-off dall'Universo Gomorra. Ecco come gli autori ci hanno raccontato la genesi del film dedicato al personaggio di Ciro di Marzio, con una speciale domanda alla sceneggiatrice Maddalena Ravagli.

L'immortale
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Per guardare la quinta stagione di Gomorra bisognerà aver visto L’Immortale”

È questa la prima grande rivelazione dalla conferenza stampa che presenta de L’Immortale (qui il trailer): film diretto e interpretato da Marco D’Amore, dedicato alla complessa figura di Ciro di Marzio.

L’Immortale è il lungometraggio di raccordo tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra. Ma la rinascita de L’Immortale passa necessariamente attraverso il flashback, in una sorta di viaggio di formazione a ritroso, capace di combinare le anime di spin-off, stand-alone e origin-story.

Non che L’Immortale si presti necessariamente a questo genere di categorie contemporanee. Al contrario, è un film che appartiene integralmente all’immaginario di Gomorra, il suo specifico linguaggio audiovisivo, definito negli anni tramite una serie di elementi precisi.

Ma prima di passare alla recensione de La Scimmia Pensa.com, ecco come Marco D’amore, producer e sceneggiatori hanno raccontato l’evoluzione del progetto nella conferenza stampa di Roma.

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L’immortale di Marco D’Amore è al cinema dal prossimo 5 Dicembre

Nelle parole di Marco D’Amore, L’Immortale è la storia di un orfano abbandonato a se stesso, intercettato dal crimine organizzato nella Napoli degli anni ’80.

Uno scenario che, dal secondo dopoguerra, non ha mai conosciuto una vera ricostruzione. Con la nuova stagione della speculazione edilizia, quella di Ciro Di Marzio è l’ascesa di uno dei molti orfani del contrabbando, che diventano spacciatori e assassini, quindi veri affiliati delle nuove Famiglie.

“Di Ciro bambino sono coetaneo, queste cose le ho viste” sottolinea Marco D’Amore, che tra i suoi punti di riferimento cita i documentari di Joe Marrazzo sulla Napoli notturna, quelle orde di bambini impegnati a truffare i soldati americani dell’Esercito Alleato, ma anche il cinema di Vittorio De Sica.

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Ciascuno di noi è il frutto di quello che ha amato nella vita. Cito spesso De Sica per la sua capacità di parlare sempre al pubblico. Questo film credo unisca sperimentazione tecnologica con un’ispirazione estremamente popolare.”

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Marco D’amore con Giuseppe Aiello (Ciro bambino) e Martina Attanasio (Stella)

“Questa è una storia piena di conflitti, miserie e paure. Un giorno un grande criminale mi disse: l’errore più grande è pensare che non abbiamo mai paura, quando invece ce la facciamo sotto tutti i giorni. È questo il sentimento che connota ogni personaggio di questa vicenda. La paura di non essere all’altezza, di non sopravvivere, di essere scoperto. E noi, in un percorso pericoloso come questo film, avevamo la stessa paura di tradire il pubblico.”

Quanto all’incontro con il piccolo Giuseppe Aiello, protagonista dei flashback che ricostruiscono l’infanzia de L’immortale, Marco D’Amore ha dichiarato “Ringrazio il caos che me l’ha fatto incontrare.”

“Questo film è permeato dal senso della morte.”

Prosegue poi Marco D’amore “Nessuno vorrebbe fare quella vita. E il nostro obiettivo resta fare epica senza fare apologia. La giusta cifra delle attività artistiche è essere potenti senza essere complici.”

In chiusura della conferenza stampa di Roma, abbiamo rivolto una domanda agli autori, e ci ha risposto la sceneggiatrice Maddalena Ravagli:

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“Come si inserisce il personaggio di Stella nella grande galleria delle donne e delle ragazze di Gomorra? In un’inquadratura cruciale del film vediamo delle scarpe rosse (Simbolo del 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) ma non vorrei sovrapporre un’impressione personale al reale ruolo di Stella nel film…”

“La sovrapposizione in parte è personale, in parte no. Il personaggio di Stella in effetti è vittima di un mondo esploso. Ma come ha già detto anche Marco, il racconto di quel mondo di miserabili non è un racconto oleografico da Musical. È un racconto ispirato alla realtà di Napoli dopo il terremoto, popolata di quei bambini che in Brasile si chiamano Ninos De Rua, totalmente abbandonati in mezzo alla strada. Stella è una giovane ragazza che ha dei sogni, ma alla fine si condanna da sola. In qualche modo è vittima di un mondo dove l’infanzia non esiste, dove l’unica sicurezza è strutturata secondo dei codici patriarcali. Ma questi codici a loro volta tengono in piedi delle figure maschili estremamente fragili. Tutti i personaggi de L’immortale, in primo luogo i personaggi maschili, sono soffocati da questo stesso sistema valoriale.

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