C’era una volta a Hollywood, tutti gli omaggi, le citazioni e gli easter eggs

Abbiamo cercato di individuare la maggior parte degli omaggi e degli easter eggs che Quentin Tarantino ha nascosto nel suo ultimo film

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Ma C’era una volta a Hollywood non rimanda solo alla precedente filmografia del suo regista, ma anche ad un vero e proprio patrimonio culturale cinematografico di fine anni ’60. Ad esempio, alle fermate degli autobus presenti nella pellicola, viene pubblicizzato spesso Fright Night, uno show che i protagonisti vedranno all’interno della pellicola. Sull’intestazione di un cinema si legge il titolo del film The Night They Raided Minsky’s, film di William Friedkin conosciuto in Italia con il titolo di Quella Notte Inventarono lo spogliarello, uscito in realtà nel 1968, quindi qualche mese prima rispetto alla cronologia di Once Upon a Time in Hollywood. 

Inoltre nella scena immediatamente precedente a quella in cui Sharon Tate va a guardare se stessa al cinema, la vediamo comprare un’edizione preziosa del classico Tess dei D’Uberville. Nell’universo alternativo che conseguirebbe dal finale scelto da Tarantino, probabilmente Sharon Tate avrebbe lavorato con il marito Roman Polanski e sarebbe stata lei la protagonista di Tess, pellicola del 1979 che vede come protagonista Natassja Kinski.

Ma non sono solo i film che Quentin Tarantino omaggia: il regista si sofferma anche, con un velo di malinconia, sui cinema che caratterizzarono la sua giovinezza a Los Angeles. È il caso, ad esempio, del The Bruin, il cinema dove Sharon Tate si reca a vedere The Wrecking Crew (da noi conosciuto come Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm), dove Sharon Tate aveva un ruolo.

La sera dell’eccidio di Cielo Drive, Sharon Tate si recò a cena in un ristorante messicano, chiamato El Coyote. Nel film, mentre va a mangiare, l’attrice si rende conto che c’è una premiere in un cinema in fondo alla strada. Si tratta probabilmente dell’Euros Theatre, che all’epoca era un cinema dedicato ai soli film per adulti. Oggi l’Euro Theatre è il Beverly Cinema, molto amato da Quentin Tarantino al punto da diventarne il proprietario. A un certo punto, poi, Cliff supera il leggendario Cinemara. Quest’ultimo, come il The Bruin, esistono ancora oggi.

Avendo scelto come titolo del suo (possibile) penultimo film C’era una volta a Hollywood era chiaro che tanto Hollywood quanto Los Angeles avrebbero avuto la loro importanza. Se Hollywood è stata omaggiata con i cinema e con l’inserimento di alcuni personaggi famosi (come vedremo più avanti), Los Angeles spunta da ogni inquadratura, con la scelta di Quentin Tarantino di inserire alcuni luoghi cult della città degli angeli. Ad esempio Rick incontra il produttore interpretato da Al Pacino da Musso & Frank Grill, presente a Los Angeles dal lontano 1919. Il ristorante ha permesso alla crew di utilizzare i piatti che il locale avrebbe usato nel 1969.

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Al Pacino, Brad Pitt e Leo DiCaprio in una scena del film

Altro luogo pienamente riconoscibile è la parete blu davanti alla quale Rick Dalton e la moglie Francesca (Lorenza Izzo) passano dopo essere rientrati a Los Angeles da Roma. La parete è una delle più iconiche dell’aeroporto. Si tratta della stessa che si vede durante i titoli di testa di Jackie Brown. Si tratta di un luogo davvero molto riconosciuto: Jon Hamm ci è passato davanti in un episodio di Mad Men e anche Dustin Hoffman lo ha attraverso in una scena de Il Laureato.

Nel film, inoltre, vediamo Rick Dalton ballare su uno sfondo bianco, sopra la scritta Hullabaloo: si tratta di un vero show che andava in onda negli Stati Uniti negli anni ’60.

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Ritornando per un momento ad Al Pacino a lui sono legati due easter eggs non proprio difficili da individuare. Il primo è quando lo vediamo mimare gli spari con un mitra. Il richiamo a Scarface è fin troppo evidente. Il secondo si può vedere quando Al Pacino parla di un film che ha amato e che porta il titolo di The 14 Fists of McCluskey. Mark McCluskey era il capitano della polizia con il quale Michael – il giovane Pacino – aveva un incontro non proprio pacifico nella saga de Il Padrino.

Alla festa di Playboy presentata in C’era una volta a Hollywood, possiamo vedere Damien Lewis che interpreta Steve McQueen. Tarantino ha confermato che l’attore è stato, a sua volta, una grande ispirazione per Rick Dalton, con cui condivide alcune tappe fondamentali della carriera. Proprio come il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio, Steve McQueen ha iniziato la sua carriera nel cinema muovendosi nel genere western. Allo stesso modo, proprio come Rick, McQueen accettò di prendere parte a delle serie, diventando a sua volta un divo del piccolo schermo.

Non è dunque un caso se, all’interno della pellicola, Rick Dalton parla di un provino fatto per La Grande Fuga, film del 1963 di John Sturges, incentrata su un gruppo di prigionieri che cercheranno di evadere da un campo tedesco durante la seconda guerra mondiale. La Grande Fuga fu il film che, probabilmente, sancì il successo di McQueen e lo elevò allo status di star cinematografica. Utilizzando la computer grafica, Tarantino è riuscito a inserire Leonardo DiCaprio in una vera scena del film, sostituendo Steve McQueen.

Piccola nota a margine: in C’era una volta a Hollywood il McQueen di Lewis sembra voler in qualche modo prevedere i problemi che Roman Polanski avrebbe incontrato con la giustizia di lì a pochi anni: il caso di stupro che, ancora oggi, lo costringe su territorio francese. Alla festa, infatti, Steve McQueen dice: un giorno quel coglione polacco farà una cazzata di troppo.

Sempre alla festa di Playboy, Tarantino porta la sua Sharon Tate (Margot Robbie) a condividere la scena con  Michelle Phillips e Cass Elliott, due dei quattro componenti dei The Mamas & The Papas, gruppo folk/rock attivo dalla metà degli anni ’60, fino ai primissimi anni ’70. Uno dei singoli più famosi del gruppo è, senza dubbio, California Dreaming, le cui note si disperdono sullo schermo.

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Per la notte dell’attacco della famiglia di Charles Manson a Cielo Drive, Quentin Tarantino usa le note di Straight Shooter, singolo dei The Mamas & The Papas utilizzata anche per il trailer di C’era una volta a Hollywood.

Con Bastardi Senza Gloria, C’era una volta a Hollywood condivide l’intento di riscrivere la storia. Alla fine della pellicola, infatti, vediamo la gang di Manson che irrompe in casa di Rick Dalton e viene fermata da Cliff (Brad Pitt), con l’aiuto del suo cane Brandy. In questo modo Sharon Tate, incinta di otto mesi del marito Roman Polanski, ha salva la vita.

Nonostante questo cambiamento, però, ci sono alcuni dettagli della notte dell’omicidio che sono rimasti invariati. Ad esempio il fatto che Tex Watson entrando in casa di Cliff dica: I’m the devil, and I’m here to do the devil’s business. È la stessa frase che l’assassino pronunciò quando irruppe in casa di Sharon Tate.

Riguardo quest’ultima, è davvero incredibile il lavoro che Margot Robbie ha fatto per essere il più vicina possibile ad un ritratto veritiero dell’attrice. In una recente intervista, Margot Robbie ha dichiarato di aver lavorato a stretto contatto con alcuni membri della famiglia Tate, soprattutto con Debra, la sorella di Sharon. Debra Tate ha permesso a all’attrice di indossare alcuni gioielli veramente appartenuti alla defunta star.

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Margot Robbie è Sharon Tate
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Sharon Tate

Margot Robbie, inoltre, viene introdotta lei stessa con un easter egg. Durante i titoli di testa, infatti, vediamo una ragazza bionda, di spalle, che cammina mentre in sovrimpressione viene scritto il nome dell’attrice. La ragazza, che non vediamo in volto, indossa la divisa della compagnia aerea (poi fallita) Panam. Solo qualche fotogramma dopo vediamo la vera Margot Robbie entrare in campo e ci rendiamo conto di aver “seguito” la donna sbagliata. Ciò che interessa è che Margot Robbie era davvero nel cast della serie dedicata alla Panam.

Come forse avete già letto, Charles Manson è interpretato dall’attore Damon Herriman, che è lo stesso che interpreta Manson nella seconda stagione di Mindhunter. Quello che forse non sapete è che al famoso Ranch di Los Angeles il vero Charles Manson incontrò Gary Kent, uno stuntman che ha ispirato il personaggio di Cliff Booth.

Infine Tarantino non ha potuto fare a meno di includere anche alcuni dettagli personali in C’era una volta a Hollywood. Cliff Booth guida una Karmann Ghia, vettura della Volkswagen, che è la stessa guidata dal padre del regista. Inoltre alcuni degli oggetti presenti nella casa di Rick fanno in realtà parte della collezione privata di Quentin Tarantino.

E ora, non vi resta che segnalarci tutti quelli che abbiamo tralasciato. La palla passa a voi, care scimmiette!

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