Better Call Saul e Breaking Bad: l’inganno del prequel

Le affinità fra Breaking Bad e Better Call Saul sono evidenti e indubbie. Tuttavia le differenze fra i due mondi creati da Vince Gilligan non sono poche.

Better Call Saul
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Better Call Saul e Breaking Bad. Le due serie targate AMC sono due facce della stessa medaglia, rappresentata dall’universo tematico e stilistico creato da Vince Gilligan, ma al contempo devono essere considerati come due mondi specifici e dotati di una propria identità. Sarebbe stato quantomeno banale da parte di un fuoriclasse come Gilligan creare un semplice prequel, che si limitasse ad esporre fatti sconosciuti e raccontare storie inedite, rimanendo nel solco di quanto fatto con Breaking Bad.

Consapevole di queste ragioni, il regista statunitense ha deciso di dar vita a un prodotto che ripartisse dai migliori elementi già visti nella serie madre e che da questo punto di partenza riuscisse ad andare oltre e ad innovare nel solco di una tradizione di successo. L’obiettivo è stato raggiunto con risultati evidenti agli occhi di pubblico e critica ed è così che Better Call Saul non ha mai risentito del paragone con BrBa.

In vista dell’uscita di El Camino, vediamo quali sono i principali fattori che differenziano le due serie:

1) L’evoluzione graduale e il rapido declino

Better Call Saul

Chiariamo subito un concetto: con il sottotitolo che avete appena letto, non intendiamo assolutamente dire che il cambiamento di Walter White sia stato in qualche modo frettoloso o eccessivamente fulmineo, anzi. L’evoluzione da tranquillo professore di chimica di un qualsiasi liceo di città a trafficante internazionale di metanfetamina è stata curata sapientemente e in ogni minimo dettaglio. Tuttavia le vicende di Better Call Saul ci hanno mostrato come l’evoluzione di Jimmy in Saul sia stata indubbiamente meno improvvisa rispetto a quella di Walter in Heisenberg, com’è giusto che sia.

Se Jimmy ha avuto bisogno di anni per maturare un cambiamento dovuto alla sua vera indole, completatosi definitivamente in seguito alla morte di Chuck, Walt ha cambiato volto da un giorno all’altro, a causa di un male improvviso e di un incontro inaspettato col suo vecchio alunno Jesse Pinkman. Certo, soltanto durante le battute finali di BrBa riusciamo a capire la portata del cambiamento di Walt e le motivazioni più profonde che lo hanno spinto a compiere delle azioni intollerabili, ma la differenza c’è e si vede. Un’evoluzione dovuta a una fatalità e ad un incontro voluto dal caso, quella messa in scena da Bryan Cranston, e una necessaria per uscire dalla castrazione familiare, quella interpretata da Bob Odenkirk.

2) Una questione di famiglia

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La famiglia è un elemento fondamentale nella nostra vita. Essa può condizionare il nostro essere e influenzare le nostre scelte. Tutti lo sanno e Vince Gilligan sembra averlo tenuto perfettamente a mente nello stabilire i punti cardine dei due show, con delle differenze non trascurabili. Il condizionamento familiare assume un’importanza capitale in Better Call Saul, ancor più che in Breaking Bad.

Come detto sopra, l’interruttore che fa’ scattare definitivamente la trasformazione di Jimmy in Saul è dato dalla morte del fratello Chuck, una vera e propria liberazione per colui che diventerà l’avvocato del diavolo. Tuttavia l’influenza operata da Chuck nei confronti di Jimmy non è da ascriversi soltanto all’evento della sua morte, bensì a tutta la durata della sua vita e del loro rapporto tra fratelli. Se Jimmy è se stesso e se in lui cresce lentamente il germe di Saul, questo accade soprattutto grazie all’oppressione e al peso dell’eterno confronto con il fratello prodigio, elemento invece del tutto assente nella storia di Walter White.

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L’esempio di Saul, inoltre, non è l’unico e il solo. Mike, altro personaggio principale, risulta essere l’uomo che conosciamo in virtù della tragica scomparsa del figlio, che rappresenta un decisivo termine ante e post quem per la sua vita. Questo secondo esempio ci dà la possibilità di notare come in BCS la famiglia sia rappresentata come un corpo lacerato e disgregato. Nella serie madre, invece, è dominante la falsa parvenza borghese della famiglia modello che caratterizza tanto la famiglia White, quanto quella Schrader.

3) La grande storia e diverse vicende

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Se dovessimo riassumere in poche righe la trama di Breaking Bad, ci concentreremmo quasi esclusivamente sulla maestosa e terribile trasformazione di Walt, lasciando qualche spazio per pochissimi altri personaggi. Con BCS Vince Gilligan ha deciso di allargare il tiro e di conferire maggiore indipendenza alle storylines che non riguardano il protagonista annunciato dallo stesso titolo della serie.

Se in Breaking Bad la vicenda di Heisenberg sembra tirare le fila di tutte le altre e ognuna di essere converge verso il minimo comune denominatore rappresentato dal protagonista, nel prequel ogni linea narrativa è dotata di una propria autosufficienza. Senza dubbio le vicende che riguardano Gus e il cartello, Mike, Saul e Kim risultano perfettamente intrecciate fra di loro, ma il racconto del regista procede senza che una vicenda influenzi necessariamente l’altra o viceversa.

Una scelta intelligente e oculata presa da Gilligan difronte a quello che rimane un prequel, per quanto un mondo a sé stante, e che gli ha permesso di approfondire soggetti fondamentali come Mike, Gus, Kim ed Hector Salamanca, senza che questi dovessero necessariamente risentire della forza attrattiva di Jimmy o Saul che dir si voglia.

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4) Kim Wexler

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Se c’è qualcosa, o meglio qualcuno, di cui lo spin-off può fregiarsi rispetto alla serie principale, quel qualcuno è rappresentato da Kim Wexler. L’affascinante avvocatessa costituisce quel personaggio femminile che conferisce una marcia in più alla vicenda. Onesta, equilibrata e forte Kim rappresenta il contraltare di personaggi come Skyler o Marie, verso i quali abbiamo nutrito, in diverse fasi di BrBa, un’antipatia più o meno accentuata.

A differenza di Skyler e Marie, mostratesi spesso e volentieri deboli affianco a due figure forti come quelle di Walt ed Hank, Kim è riuscita, fino a questo momento, a reggere perfettamente il confronto con Jimmy/Saul e a resistere contro ogni possibile comportamento ostinato e destabilizzante del personaggio interpretato da Bob Odenkirk, standogli accanto in ogni momento. Queste affermazioni potrebbero essere, tuttavia, suscettibili di smentite nella prossima stagione, durante la quale assisteremo, con ogni probabilità, alla separazione da colui che un tempo fu Jimmy McGill.

5) Regia e fotografia oltre ogni aspettativa

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Se qualcuno ci avesse detto che Vince Gilligan sarebbe riuscito a bissare il successo registico e visivo riscosso grazie al lavoro fatto in Breaking Bad, probabilmente nessuno avrebbe nutrito dei dubbi in merito. Tuttavia in pochi avrebbero creduto che il regista sarebbe riuscito a superare se stesso, sotto certi punti di vista.

La regia con cui Gilligan accompagna le vicende narrate in Better Call Saul è una regia più matura e, nonostante arrivi con minore frequenza ai picchi visti in BrBa, mantiene un livello estremamente alto per tutta la durata della vicenda, uniformandosi perfettamente alle vicende messa in scena.

Il padre della serie conferma il suo maniacale interesse per gli oggetti, molto spesso al centro di scene cardine e confeziona una fotografia che ci regala delle perle come il cielo stellato che fa’ da sfondo alla luce del colpo esploso da Mike durante l’ultimo episodio, Winner.

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