Ritornano gli Abba dopo 35 anni: ce n’era bisogno?

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Noi ridiamo e scherziamo, ma nel frattempo si riuniscono gli Abba. Ce n’era bisogno?

Risposta: no. Gli Abba sono solo l’ultimo dei tanti gruppi degli anni ’70 e ’80 che ultimamente hanno annunciato reunion, nuovi tour, e persino nuovi singoli. Parallelamente, l’altro lato della medaglia mostra un sempre crescente numero di artisti della stessa generazione (o anche più vecchi) che hanno deciso finalmente di ritirarsi. Perchè diciamocelo, quando si fa musica, le migliori cose si fanno entro massimo i primi venti anni di carriera.

Poi un artista si fa una casa, una famiglia, la macchina, la barca, la casa al mare, e sopisce tutte le frustrazioni e la rabbia da sfogare nella sua arte. Questo vale naturalmente in particolar modo nel rock and roll. Lo stesso non vale per esempio per il jazz: Miles Davis ha creato i suoi più grandi capolavori a cinquant’anni compiuti. Questo perchè il jazz è una musica che migliora con la pratica, l’esperienza e la maturità. Il rock invece è una musica che è espressione di gioventù, energia e voglia di trasgressione.

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Nel caso degli Abba, poi, parliamo di pop. Pop, sia ben chiaro, di altissimo livello. Per quanto sia possibile odiare il quartetto svedese come simbolo di quella musica un pò pacchiana e un pò superficiale dell’epoca, non si può non lodare il lavoro compositivo di Björn Ulvaeus e Benny Andersson. Una coppia che si potrebbe, con le dovute precauzioni, quasi mettere sul medesimo livello degli stessi Lennon/McCartney.

Ma detto questo, l’annuncio di una reunion ora, quasi quarant’anni dopo, sa di patetico e di deprimente.

Sa di quei vecchi artisti che, spaventati dall’imminente oblio e nostalgici dei fasti di un tempo, vogliono rivivere un’ultima volta quei brividi giovanili. Il punto è che, ed è giusto dirlo, hanno fatto il loro tempo e non c’è più bisogno di loro.

Allora: i quattro hanno composto due nuove canzoni, una delle quali, I Still Have Faith In You, verrà eseguita da versioni digitali del quartetto (ah; d’accordo…) in uno speciale televisivo prodotto da NBC e BBC trasmesso nel dicembre 2018. Questa è la notizia, e già così si commenta da sola.

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Ma siamo seri? Scommettiamo che l’iniziativa non verrà apprezzata neppure dai fan storici degli Abba, gli attuali sessantenni alla Hide the Pain Harold che all’epoca ascoltavano Dancing Queen in discoteca con capelli lunghi e pantaloni a zampa di elefante? Il futuro è qui, e adesso, e, spiace dirlo, è dei giovani. Questa è l’epoca di artisti come Flying Lotus, Chelsea Wolfe, James Blake, Colin Stetson.

Quindi, chiediamo agli Abba un favore: non fatelo. Davvero ragazzi, non rovinate la memoria che il pubblico ha di voi con questa inutile reunion. Lasciate che ci ricordiamo delle vostre grandi canzoni, anche se “pop” (e nel frattempo siamo andati oltre queste patetiche distinzioni da guerra fredda…), per come erano in quell’epoca d’oro. SOS, Voulez-Vous, Fernando, Money, Money, Money, Waterloo, Mamma Mia… o anche piccoli gioielli dimenticati come On and On and On. Non fatelo, e ve ne saremo grati.