Noel Gallagher’s High Flying Birds – Recensione Who Built the Moon?

Condividi l'articolo

Il ritorno di Noel Gallagher

Appare chiaro fin dalla prima traccia di questo album, Fort Knox, che Noel Gallagher deve essersi in qualche modo svegliato, e anche violentemente. Fort Knox infatti ricorda subito quell’intro che era Fuckin’ in the Bushes, di quel grande album che fu Standing on the Shoulder of Giants (2000). Dopo un album piuttosto debole, che ci aveva costretti un pò ad accontentarci (Chasing Yesterdays, 2015), qui Noel rimette finalmente insieme i pezzi.

Abbiamo un autore in splendida forma, quasi ringiovanito, che non ha paura di proporre pezzi decisi e forti. Se da una parte si rivisita la tradizione musicale inglese (e come potrebbe essere altrimenti), dall’altra vengono finalmente accolte le possibilità offerte dalla computer music (con le pinze naturalmente).

Noel Gallagher

Who Built the Moon? è una collezione di pezzi uno più riuscito dell’altro.

Allora ecco un instant classic come Holy Mountain, che suona come un pezzo di The Vaccines. Ma anche It’s a Beautiful World, che potrebbe tranquillamente essere una canzone di un gruppo indie rock esordiente.

LEGGI ANCHE:  Quando Liam Gallagher aveva (quasi) dato fuoco alla casa di Noel

In She Taught Me How to Fly ritroviamo un sound rock and roll/new wave che ci richiama le sonorità di The Cars. Be Careful What You Wish For è invece un blues semi-acustico che potrebbe stare in un album dei Fleetwood Mac dei tempi d’oro, diciamo pure in Rumours (1977).

E poi: la decisa e precisa Keep On Reaching, un rock pieno e coinvolgente; Black & White Sunshine, che suona un pò come un pezzo degli Smiths; The Man Who Built the Moon, un pezzo bello pesante che rimanda ancora a certa new wave anni ’80, forse ai Cure.

Noel Gallagher 4

Si impone a questo punto il confronto con l’album del fratello minore di Noel, che pure, molto ben riuscito, ha incontrato molti consensi. Benissimo. La differenza è che qui, come sempre, le canzoni sono state scritte tutte da Noel, mentre Liam ha dovuto affidarsi a numerosi collaboratori e professionisti.

E nel frattempo Liam seguita ogni giorno a lanciare infamie sul fratello, dimostrando palesemente la propria patetica invidia, artistica e personale. Non sappiamo se il gatto di Noel sia più rock dei Radiohead, ma possiamo certamente dire che Noel è ben più rock di Liam.

In formazione, Noel non ha problemi ad affidarsi a due vecchi amici come Gem Archer e Chris Sharrock, ex-Oasis, assenti negli album precedenti. Pure, Noel non si fa mancare la collaborazione di due giganti della musica inglese: Johnny Marr e Paul Weller.

Who Built the Moon? è insomma un album fantasioso, colorato, variegato e competente. Forse non, come hanno detto alcuni, il suo migliore da Morning Glory. Ma forse, sì, il suo migliore da solista finora, nonchè uno dei migliori di quest’anno 2017 già così pieno.

LEGGI ANCHE:  Oasis di nuovo insieme a Glastonbury?

 

Risultati immagini per noel gallagher who built the moonAnno di pubblicazione: 2017
Genere: Britpop, Indie Rock