Mediterranea – 5 film per conoscere Yorgos Lanthimos

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Il viaggio della nostra rubrica Mediterranea non si ferma. Ci siamo spostati in alto e in basso attraverso l’Europa meridionale, andando ad approfondire i lavori di grandi registi e attori perlopiù affermati e apprezzati unanimemente. Oggi però ci spostiamo verso est, dove il Mediterraneo prende il nome di Mar Egeo, e arriviamo in Grecia, la Culla della civiltà occidentale. Ad Atene nasce infatti uno dei registi più sorprendenti degli ultimi anni, capace di regalare pellicole particolari e dalle molteplici chiavi di lettura: vi presentiamo il regista e sceneggiatore Yorgos Lanthimos.

Nonostante non possa ancora vantare una lunga filmografia, il regista greco si è messo in mostra agli occhi del pubblico e della critica per un personale stile di rappresentazione della realtà; un po’ stravagante e un po’ visionario, con trame che spiazzano colori i quali si avvicinano ai suoi film. Le sceneggiature – spesso scritte a quattro mani col connazionale sceneggiatore Efthymis Filippou – sono, nella maggior parte delle volte, fuori dagli schemi ordinari e hanno il chiaro obiettivo di ribaltare le prospettive di un determinato argomento, destrutturandolo e ricompondendolo in modo creativo, lasciando il campo più volte a situazioni distopiche. Ha instaurato un ottimo sodalizio artistico con Colin Farrell, il quale sarà protagonista anche del suo primo lavoro televisivo, una serie tv su Oliver North (ne abbiamo già parlato qui)

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Ecco a voi una lista di 5 suoi film per conoscere meglio l’opera del regista; questi sono i suoi lavori più importanti in ordine cronologico, e vi accorgerete che alla fine ho voluto inserire anche il prossimo film in uscita, in programma per il 3 novembre 2017, così da scatenare in voi ulteriore interesse:

1. Kinetta

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Non è l’esordio alla regia – questo risale al 2001 con O kalyteros mou filos – ma è il primo film, vero e proprio nel senso del termine, di cui abbiamo testimonianza (su Youtube si trova sottotitolato). Come per i posteriori lavori del regista, anche qui viene presentata al pubblico una storia un po’ strana, bizzarra: i personaggi principali sono un poliziotto un fotografo che attraverso l’ausilio di alcune donne in una deserta località turistica, inscenano, riproducendoli e riprendendoli, dei delitti di violenza già accaduti; una delle ragazze coinvolte finisce per prendere seriamente la faccenda, tanto da arrivare a simulare anche la propria morte. Il poliziotto è il regista delle scene, mentre il fotografo prepara il set. Il film è quindi, in un certo senso, un film sul “fare film”; agli occhi del pubblico si rivela ostico e poco fruibile. La sceneggiatura è volutamente scarna e lascia spazio alle immagini nel loro costruirsi. Un film-manifesto del cinema del regista, che sperimenta e presenta le linee guida per le opere che verranno.

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