The Knick – Recensione senza spoiler

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In questi ultimi anni il numero delle serie tv è cresciuto esponenzialmente, con idee sempre originali e storie inedite. Un numero sempre in crescita però, può far tralasciare show davvero ben fatti. A tal proposito, oggi vi parlerò di The Knick che non è così sconosciuto ma nemmeno tra gli show più famosi.

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The Knick è una serie televisiva creata da Jack Amiel e Michael Breger distribuita dalla rete televisiva statunitense Cinemax. E’ composto da due stagioni da 10 episodi ciascuna ed ha debuttato nel 2014. Siamo nel 1900 a New York, più precisamente nel Knickbocker Hospital, noto come ‘The Knick’. Accenniamo qualcosa del pilot: il dottor John Tackery, brillante medico, assume il controllo del reparto di chirurgia dopo l’inaspettato suicidio del suo mentore, J.M. Christiansen. Tackery è una mente illuminata che cerca di trovare rimedi efficienti per difficili problematiche legate a patologie molto gravi, ma ha una dipendenza da cocaina, a quei tempi utilizzata come un comune anestetico non conoscendo gli effetti deleteri per l’organismo. Conosciamo anche il personaggio di Cornelia Robertson, figlia del finanziatore più importante della struttura, che si dedica a contenere le spese per continuare ad offrire un buon servizio per i cittadini. Nello staff medico ci sono inoltre l’infermiera Lucy Elkins, il dottor Bertman Chickening Jr, il dottor Everett Gallinger ed inoltre l’autista Tom Clearly che guida un’ambulanza (una semplice carrozza) e la suora Harriet. Nel corso della storia ne conosceremo altri, ma non è il caso di svelarli proprio tutti.

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La sceneggiatura, che viene ci viene presentata pian piano con il passare degli episodi, è brillante e ben scritta. Si affrontano tante dinamiche e vicende, dedicando la giusta attenzione alle questioni più centrali della storia ma non ignorando nemmeno quello degli sviluppi più marginali. In questo modo a livello narrativo si riesce a seguire ogni personaggio introdotto, donando una caratterizzazione adeguata a ciascuno. Ci vengono presentati problemi di natura sociale, date le spese per mantenere la struttura per continuare a curare pazienti, ma anche questioni della società del tempo in merito all’immigrazione, povertà e gravi problemi di igiene che potenzialmente rischiano la diffusione epidemica. Ma lo show si concentra specialmente su soluzioni dal punto di vista scientifico: lunghi studi mirati atti a risolvere difficoltà nelle operazioni chirurgiche. La genialità dei medici, specialmente del dottor Tachery, che si manifesta con l’invenzione di nuovi strumenti e l’approccio alle pratiche con idee innovative, talvolta azzardate. Salta subito all’occhio la cura dei dettagli rispettando l’epoca di ambientazione (per esempio eseguire operazioni su pazienti a mani nude dato che ancora non si era pensato a predisporre guanti sterili per le pratiche). Una cura che non riguarda solo la medicina, ma anche i costumi dei personaggi, la fotografia, strade e interni delle abitazioni che ci proiettano in questo mondo in fermento che si affaccia su un nuovo secolo.

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Nel cast troviamo nella parte del dottor Thachery l’attore Clive Owen che innalza il livello di questa serie con la sua interpretazione, davvero nulla da dire, è sensazionale. Troviamo anche Juliet Rylance (Cornelia Robertson), Eve Hewson (l’infermiera Lucy Elkins), Michael Angarano (dottor Bertman) e Chris Sullivan (Tom Cleary l’autista), tutti, più o meno già noti, recitano in maniera ottima. Ma The Knick ci riserva anche un’ulteriore sorpresa: le musiche. Scritte dal compositore Cliff Martinez (che ha lavorato alla colonna sonora di film come Drive, Solo Dio Perdona e The Neon Demon) che hanno un sound che si avvicina all’elettronica, molto particolare e inedito. Potrebbe sembrare una scelta azzardata quella di introdurle su uno sfondo novecentesco ma è geniale. L’abbinamento musica moderna ad un periodo storico illuminante riesce alla grande, diventando una delle caratteristiche che contraddistingue The Knick.

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Un’ulteriore particolare, che può sembrare meno rilevante ma non lo è in alcun modo, è la durata di questo show. Due sole stagioni, che chiudono alla perfezione la storia. In questo modo non si cade ad errori narrativi atti ad allungare la serie tv, che spesso ci vengono proposti da show con un seguito importante. E’ necessario preservare la qualità alla quantità, e quando ci si accorge che gli autori stanno cercando di allungare il brodo, è deludente. Ma con The Knick tutto ciò non accade. In conclusione, vi raccomando la visione calorosamente. E’ uno show unico, che appassiona ed avvicina alla scienza della medicina, in un modo del tutto inusuale.