Durante la prima settimana di uscita di Pluribus, la nuova serie creata da Vince Gilligan, gli spettatori più attenti hanno notato un dettaglio singolare: nei ringraziamenti finali compare la scritta “Questo show è stato realizzato dagli umani”. Una frase semplice, ma dal peso simbolico notevole. Non si tratta solo di un ammiccamento ironico al tema centrale della serie — che esplora cosa significa restare umani in un mondo dominato da una coscienza collettiva — bensì di una dichiarazione d’intenti.
Vince Gilligan ha infatti voluto sottolineare che Pluribus è stato concepito e prodotto senza alcun supporto di strumenti di intelligenza artificiale. Una scelta che riflette la sua posizione netta contro una tecnologia che, a suo dire, sta invadendo troppo velocemente il campo della creatività.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Variety, Vince Gilligan non ha usato mezzi termini per esprimere la sua avversione:
Odio l’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale è la macchina per il plagio più costosa e dispendiosa in termini di energia al mondo. Credo che ci siano ottime possibilità che sia tutta una stronzata. Si tratta fondamentalmente di un gruppo di centimiliardari il cui obiettivo principale nella vita è diventare i primi triliardari del mondo. Penso che stiano vendendo solo fumo
Per Vince Gilligan dunque, la rivoluzione dell’IA non è altro che una bolla alimentata da interessi economici e da promesse vuote, lontana dall’arte e dall’autenticità che dovrebbero guidare la narrazione.
Negli ultimi anni, l’uso dell’intelligenza artificiale nel cinema e nella televisione ha sollevato più di una controversia. Film come Late Night with the Devil (2023) sono stati accusati di utilizzare immagini generate da IA per alcune sequenze visive, mentre la serie Secret Invasion dei Marvel Studios ha scatenato polemiche per i suoi titoli di testa creati tramite algoritmi.
Sebbene tali esempi restino relativamente isolati, il loro impatto sull’opinione pubblica è stato sufficiente a spingere diversi autori a prendere una posizione esplicita. Pluribus si inserisce perfettamente in questa tendenza, rappresentando un manifesto di resistenza creativa contro l’omologazione tecnologica.
Con Pluribus, Gilligan non solo racconta una storia di sopravvivenza in un futuro dominato da una mente collettiva, ma offre anche una riflessione meta-narrativa sulla condizione attuale del settore audiovisivo. Proprio come i protagonisti della serie lottano per conservare la propria individualità, così lo showrunner difende la creatività umana come ultima frontiera della libertà artistica.